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Ho seguito l’intera carriera politica di Raffaele Fitto, énfant prodige della DC pugliese, figlio d’arte di un papà che conobbi come amico nella corrente DC di Forze Nuove di Carlo Donat Cattin.

Ho nutrito e nutro una naturale simpatia per un democristiano che seppe conquistare la guida della sua Regione in età giovanissima, costretto a percorrere, come tutti noi di lui più anziani di una generazione, la Via Crucis, dopo la fine politica ingloriosa dello scudo crociato.

Ne abbiamo seguito l’ascesa e il declino all’interno di Forza Italia; delfino potenziale di un Cavaliere incapace di accettare la propria attuale condizione di impotenza politica e, come tale, pronto a proporre e a sostituire con estrema rapidità e ambigua fortuna il proprio successore.

Alla fine la corda si è spezzata, per la difficoltà di introdurre in un partito monocratico a sovranità limitata, autentica monarchia assoluta, regole democratiche e criteri per la successione propri di un partito autenticamente democratico e liberale.

Diversa da sempre la visione di Berlusconi che, anche ieri, annunciando la nuova “casa della speranza” e “l’Altra Italia”, prospetta un movimento, comunque diverso dai partiti tradizionali, nel quale, in ogni caso, prevarranno logiche di una guida dirigista dai tratti populistici sfociati in quel semiserio appello alla rivolta popolare nel caso in cui la magistratura ne decidesse, dopo oltre 60 processi, l’arresto.

Per Fitto l’esperienza berlusconiana e di Forza Italia è esaurita e, ieri a Montecitorio, ha presentato il suo partito dei “ Conservatori e riformisti” inaugurando il simbolo dei Tory inglesi.

Un partito in più in un’Italia che, nel deserto delle culture politiche di questa seconda repubblica sul viale del tramonto, assiste ogni giorno alla nascita di nuove e diverse formazioni politiche tanto all’interno dell’attuale arco dei partiti in via di scomposizione, che all’esterno, in cui associazioni, gruppi, movimenti stanno faticosamente avviando processi di ricomposizione.

Vorremmo sperare che l’amico Fitto (che anche ieri ha ricordato la sua provenienza dalla tradizione democratico cristiana) con l’annuncio di abbandonare la casa del PPE per abbracciare quella dei conservatori europei, non dimenticasse che in Italia, senza un forte collegamento con la vasta e articolata area di ispirazione cattolica e popolare, non esiste equilibrio politico realisticamente vincente sul piano di governo.

Possiamo condividere il giudizio critico che Fitto esprime contro il PPE a trazione tedesca merkeliana, essendo quel partito europeo lontanissimo dalle intuizioni originarie dei padri fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman, i tre grandi costruttori dell’Europa.

Non sarà, tuttavia, il semplice spostamento sulle posizioni dei conservatori inglesi, ondivaghe sull’Europa e esplicitamente filo USA, a garantire le risposte ai bisogni dei cittadini che vivono a livello planetario le conseguenze del turbo capitalismo finanziario, il rovesciamento dei rapporti tra etica, politica ed economia e finanza, con quest’ultima che fissa gli obiettivi e la politica ridotta al ruolo strumentale e ancillare della finanza stessa.

Con la scelta compiuta, che cancella le radici della sua formazione politico culturale primigenia, Fitto potrà anche conquistare un po’ di spazio sul piano del consenso elettorale, ma, senza la capacità di collegare questa sua nuova esperienza a quella dei popolari italiani sulla strada della ricomposizione, difficilmente potrà porsi come credibile classe dirigente e di governo del Paese.

L’avevo invitato, senza risposta, al nostro incontro di domani a Rovereto, dove una forte accelerazione sarà data al processo di riunificazione delle diverse anime dei popolari italiani nella casa del beato Rosmini, padre del cattolicesimo liberale e grande ispiratore dello stesso pensiero sturziano.

Confido che, dopo Rovereto e l’annunciato appuntamento di Tosi e dei suoi amici il 21 Luglio prossimo a Roma, anche “ il conservatore” Fitto possa concorrere con tutti noi a far nascere il nuovo soggetto politico laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, trans nazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, alternativo al trasformismo renziano e ai populismi delle estreme.

Un soggetto politico in grado di offrire una nuova speranza non solo al terzo stato produttivo oggi privo di rappresentanza politica, ma a quel 50% di italiani stanchi e sfiduciati di una politica e di una moltitudine di politici indegne.

Ettore Bonalberti

www.alefpopolaritaliani.eu

www.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.net

Cosa penso di Fitto il conservatore

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