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L’intelligence militare ceca ha spiegato gioverdì che “l’informazione su una possibile minaccia alla sicurezza” pubblicata dal giornale Odkryto “è stata verificata e ritenuta infondata, e allo stesso tempo sono state adottate misure preventive”. E ancora: “Nessuno è stato arrestato né posto in custodia”.

Di che cosa parliamo? Partiamo da quanto riportato dal giornale. L’intelligence russa avrebbe pianificato un attentato in Repubblica Ceca contro l’iniziativa per l’invio di munizioni all’Ucraina, secondo quanto scoperto dall’intelligence militare grazie a una segnalazione arrivata dall’estero. L’attacco, che avrebbe dovuto essere compiuto con esplosivi, era attribuito a un uomo di 52 anni originario di un’ex repubblica sovietica, residente in Repubblica Ceca e impiegato come tassista a Praga. La ministra della Difesa Jana Černochová, informata, avrebbe allertato le agenzie competenti. Il giornale aveva parlato di un arresto, poi smentito ufficialmente, come visto.

Torniamo ora alla nota dell’intelligence militare, che ha dichiarato di aver verificato e smentito la minaccia, pur adottando misure preventive. Tuttavia, la condivisione di dettagli con i potenziali obiettivi suggerisce che la minaccia fosse ritenuta almeno in parte credibile, ha chiosato il giornale dopo il comunicato.

D’altronde, la Russia ha investito molto nelle operazioni di sabotaggio in Repubblica Ceca, reclutando principalmente migranti extra-Ue per compiere atti criminali come incendi dolosi o riprese video di infrastrutture militari. Lo racconta il rapporto annuale 2024 dell’agenzia d’intelligence ceca BIS, pubblicato giovedì. Sebbene molti tentativi siano stati sventati o abbiano avuto scarso successo, le operazioni russe puntano anche a seminare paura e incertezza, indebolire la fiducia nelle istituzioni e ridurre il sostegno a Kyiv. Spesso gli esecutori non sanno di lavorare per Mosca, ingaggiati tramite intermediari su Telegram. Un esempio è il caso di un uomo colombiano che, nel 2024, ha incendiato un deposito di autobus a Praga su ispirazione russa: è stato condannato a otto anni di carcere.

Intanto, intervenendo alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina a Roma, il presidente ceco Petr Pavel ha ribadito la posizione di Praga, centrale a livello Ue e Nato per il sostegno politico e logistico a Kyiv: “All’inizio dell’anno si poteva sperare in una fine della guerra ma l’intensità degli attacchi sta aumentando. La scorsa notte abbiamo ancora una volta avuto le prove della barbarie della Russia, la guerra si fa sempre più feroce. Ovviamente, dobbiamo essere decisivi dal punto di vista militare e politico. Anche se la pace non è ancora in atto, dobbiamo prepararci per il giorno dopo: dovremo essere pronti con le risorse e i partner”. L’Ucraina, ha aggiunto, “deve essere un luogo in cui si investa e la popolazione possa tornare e ricostruire. Dobbiamo creare un futuro per la popolazione ucraina. Un Paese a cui voler tornare”.

La lunga ombra di Mosca su Praga tra sabotaggi, munizioni e disinformazione

Un presunto piano russo per sabotare l’iniziativa ceca sulle munizioni è stato smentito dall’intelligence militare di Praga, che ha comunque adottato misure preventive. Il caso si inserisce in un contesto più ampio, illustrato nel nuovo rapporto dell’agenzia Bis, che descrive un’intensa attività russa di sabotaggio sul territorio ceco

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