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Il futuro è dell’atomo, che poi sarebbe anche energia pulita, se proprio la si vuole mettere sul piano delle emissioni. Il governo italiano è pronto a dare un altro giro di manovella al nucleare, annunciando anche l’arrivo di un disegno di legge, all’inizio del 2025. La rotta, ancora una volta, è stata tracciata dal ministro per l’Ambiente e la Transizione, Gilberto Pichetto Fratin, ascoltato in audizione alla Camera, proprio sui prossimi passi del governo in materia di energia. E che il nucleare sia sempre più al centro dell’agenda di Palazzo Chigi, in tempi in cui l’Europa e le sue industrie, soprattutto automobilistiche, fanno fatica a inseguire il sogno dell’auto elettrica.

“Senza alcuna preclusione ideologica dobbiamo in modo realistico fare i conti con il futuro e il nucleare di nuova generazione può rappresentare per il nostro Paese un’opportunità considerato che vivremo l’inevitabile crescita della richiesta di energia, dovuta alla produzione industriale, al miglioramento delle condizioni di vita e all’aumento dell’utilizzo di risorse informatiche quali i data center e l’intelligenza artificiale”, ha premesso Pichetto. “Non riteniamo quindi lungimirante escludere a priori questa fonte di approvvigionamento energetico stabile, sicura e decarbonizzata e non intendiamo neanche imporre tecnologie a priori perché ancora una volta sarà il mercato a definire la convenienza di una fonte energetica rispetto all’altra. Il nostro dovere è quello di agire con l’intento supremo di offrire alle famiglie e alle imprese italiane un approvvigionamento energetico che sia sicuro, pulito, resiliente, competitivo e naturalmente economico”.

Ma dalle parole, però, bisogna passare ai fatti. E qui il governo ha posto due questioni. “L’idea che si sta valutando è quella di ammodernare le strutture esistenti, eventualmente ampliandole, sfruttando la possibilità di farlo in località potenzialmente già idonee alla gestione in sicurezza di rifiuti radioattivi, anche nell’ottica del rientro dall’estero dei rifiuti ad alta attività che lì si trovano per riprocessamento da diversi anni”. Quanto ad un deposito nazionale ha spiegato poi il ministro “in base alle stime attuali, ipotizzando che tutte le fasi procedurali vadano a buon fine, si potrà ottenere l’autorizzazione unica per il Deposito Nazionale nel 2029, con la messa in esercizio prevista entro il 2039”.

E poi c’è un disegno di legge, che punta a imprimere un’accelerazione. “Il disegno di legge delega sul nucleare arriverà in Parlamento all’inizio del prossimo anno. Per abilitare la produzione di energia tramite il nuovo nucleare sostenibile è necessario un quadro legislativo e normativo chiaramente definito. A questo scopo, ho dato mandato al professor Giovanni Guzzetta, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Tor Vergata di Roma, di coordinare un gruppo di lavoro con l`obiettivo di riordinare la legislazione di settore”. Il primo passo è “quello di presentare entro la fine del 2024 una bozza di testo per la legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie nucleari sostenibili come gli Smr, Amr e microreattori. Tale disegno di legge-delega sarà quindi sottoposto al vaglio parlamentare nei primi mesi del 2025”.

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