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Umberto Pizzi ha raccontato con la sua maestria la serata del Premio di giornalismo politico Giuseppe Tatarella. Laddove arrivano le immagini difficilmente riescono ad arrivare le parole, quando poi le immagini sono di Pizzi il confronto è impossibile. A vedere gli scatti sembra quasi un remake della destra che fu, una riunione di veterani di Alleanza Nazionale allargata a tanti uomini della politica, del giornalismo e della società che quando vengono invitati ad eventi in ricordo di Tatarella non negano mai la loro presenza. A ben vedere, però, la serata della cerimonia di consegna del riconoscimento ad Antonio Polito è stata un’occasione unica di rivedere assieme persone che altrimenti non avrebbero più – purtroppo – ragioni per ritrovarsi. Ed è proprio questo il senso della nascita del Premio.

CHI C’ERA ALLA CONSEGNA DEL PREMIO TATARELLA. TUTTE LE FOTO DI PIZZI

Quando fu pensato assieme alla famiglia del leader politico scomparso, l’obiettivo era dire basta – dopo ben 15 anni – a commemorazioni nell’anniversario della prematura morte. Tatarella non amava le commemorazioni, odiava la nostalgia, invitava a guardare sempre e comunque avanti. Ecco perché abbiamo pensato di smetterla con la solita commemorazione e creare un evento stabile capace di riunire una volta all’anno quella “buona politica” che Pinuccio ha interpretato e che tutti gli hanno riconosciuto.

Oggi Pinuccio probabilmente si darebbe due missioni: riunificare il centrodestra e connetterlo in maniera virtuosa con i giornalisti politici, con coloro che spiegano la politica ai cittadini. Questa è stata l’idea fin dall’inizio e già in occasione della prima edizione il Premio ha preso la strada giusta. Il Quirinale con un messaggio ha espresso apprezzamento, Palazzo Chigi, Camera e Senato hanno patrocinato l’evento, aprendo la strada ai due protagonisti della serata che hanno fatto la differenza.

CHI C’ERA ALLA CONSEGNA DEL PREMIO TATARELLA. TUTTE LE FOTO DI PIZZI

Antonio Polito è un concentrato del modello tatarelliano. E’ un autorevole giornalista politico, ma è stato anche un politico, un parlamentare. Da corrispondente di “Repubblica” da Londra ha visto le trasformazioni dell’Europa che si unificava e costruiva l’attuale Unione Europea, ha raccontato l’occidente e i suoi problemi d’oggi. Da direttore del “Riformista” ha modernizzato e innovato il linguaggio della sinistra, ha preso in giro le sue rigidità, ha combattuto i suoi eccessi di ancoraggio ideologico. Oggi da editorialista del “Corriere della Sera” racconta di una politica smarrita – soprattutto sul fronte del centrodestra – e da direttore del “Corriere del Mezzogiorno” difende quel Sud per cui Pinuccio dava l’anima. Chi meglio di Polito poteva ricevere per primo questo premio?

L’altro pezzo forte della serata è stato Michele Placido, stella del teatro e del cinema italiano, premio Oscar con “Nuovo cinema Paradiso”. Placido ha raccontato un Tatarella inedito, ha detto che fu Pinuccio a mettere in lui il seme della curiosità intellettuale, a spingerlo a riflettere sull’etica pubblica. E in onore di Tatarella ha letto Sofocle proprio sull’etica pubblica dallo stesso foglio – ormai strappato e ingiallito – che usò per recitare il medesimo testo all’esame di ammissione all’Accademia d’arte drammatica, svelando anche che quel testo lo prese dalla biblioteca dell’associazione culturale che frequentava assieme a Pinuccio.

CHI C’ERA ALLA CONSEGNA DEL PREMIO TATARELLA. TUTTE LE FOTO DI PIZZI

Ecco un altro dei significati del Premio, far dialogare mondi diversi uniti dalle stesse passioni civili e provare a far capire quanto è ancora attuale il pensiero di Tatarella. Nessuno come lui e quanto lui, a destra, aveva previsto percorsi, immaginato sinergie, organizzato incontri per provare a realizzare idee che aveva precedentemente e magistralmente dipinto nelle sue innumerevoli riviste e pubblicazioni. Abbiamo provato a creare un contenitore culturale che anno dopo anno proverà a dare un modesto contributo per ricucire quel che si è strappato, a riparare ai tanti nostri errori.

Ricucire la destra, ricucire il centrodestra, ricucire il dialogo tra politica e stampa che non è quello di anni fa, ricucire il dialogo tra centrodestra e centrosinistra, che ai tempi di Tatarella e D’Alema era costruttivo, trasparente e all’insegna di rispetto e correttezza.

Perché Antonio Polito ha vinto il Premio Tatarella

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