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Non sarà così per le decine di migliaia di persone che il prossimo 10 maggio parteciperanno a Roma alla V edizione della Marcia Nazionale per la Vita. Si partirà da Castel Sant’Angelo, alle 14.00, per arrivare, attraverso un itinerario per le strade centrali della capitale, alla Bocca della Verità. Uomini e donne di buona volontà sapranno far sentire la loro voce, nel cuore della Cristianità, per affermare la sacralità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, senza riserve, senza condizioni e senza infingimenti di alcun tipo, dicono gli organizzatori.

Di sicuro, l’iniziativa – promossa da un piccolo gruppo di persone, che non riceve sostegni di carattere finanziario di nessun tipo, tranne liberi contributi privati – non si avvale del sostegno di tutto il variegato e composito “mondo cattolico”. In compenso, ha già ricevuto il consenso, l’adesione e l’annunciata partecipazione – come mai era accaduto in passato – delle più importanti organizzazioni pro-life dell’Europa e del mondo intero (molti dei loro rappresentanti saranno presenti), a testimonianza di un tratto che nelle ultime edizioni passate si è sempre più consolidato: la sua internazionalizzazione.

Si prevede l’arrivo a Roma di un gran numero di pullman provenienti da tutt’Italia, dalla Sicilia al Trentino, ma anche dall’estero: dalla Polonia e dalla Romania, in particolare. Forte e nutrito nei numeri è il sostegno dei Vescovi cattolici, appartenenti a Episcopati di tutti i continenti. Insieme ai cattolici, alla Marcia parteciperanno – è questa una caratteristica peculiare dell’iniziativa, che è aconfessionale, oltre che apartitica – atei, gnostici, credenti in religioni diverse da quella cattolica, a testimonianza del fatto che esistono principi che sono “scritti nell’anima di ciascuno essere umano”, come diceva Papa Benedetto XVI.

Solo grazie al riconoscimento dell’esistenza di questi principi – superiori a qualsiasi legge fatta dagli uomini – è possibile pensare di sconfiggere quella cultura che intende diventare egemone e che confonde il desiderio con la libertà. Rendendo l’uomo schiavo di se stesso, annacquando le coscienze e impedendo a queste di distinguere il bene dal male.

La Marcia per la Vita è anche una sfida, almeno per una parte di questo mondo, che vorrebbe trasformare un delitto – l’aborto – in un diritto, come sosteneva Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae, codificarlo nelle leggi dei Parlamenti nazionali, assecondarlo con le Risoluzioni del Parlamento europeo e delle Istituzioni internazionali, presentarlo addirittura come strumento di controllo delle nascite, per renderlo – così – una cosa accettabile, giusta e buona.

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