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Grecia, euro, Spagna. Ecco su che cosa si concentrano i mercati finanziari sul Vecchio Continente.

DOSSIER GRECIA

Il nuovo ministro delle finanze non è interessato a ottenere lo sblocco dell’ultima tranche di crediti relativi al 2° programma di sostegno finanziario, pari a 7 miliardi di euro, né a estensioni del programma; stima che sia necessario un mese per formulare una proposta omnicomprensiva, e fino a quattro mesi per concludere i negoziati. Probabilmente il governo conta di far fronte al fabbisogno finanziario un maggiore collocamento di debito alle banche, finanziato con il ricorso di queste ultime all’ELA della Banca di Grecia. Ma anche questa deve essere autorizzata dal consiglio BCE a maggioranza qualificata (2/3 dei votanti). Senza garanzie sulla natura temporanea della crisi, un massiccio ricorso all’ELA non sarebbe accettabile: la Grecia sarebbe comunque finanziata dal resto dell’Eurozona a tassi nulli attraverso i saldi di TARGET-2, un artificio inaccettabile in assenza di un accordo che garantisca la sostenibilità del debito. In dicembre, le passività della Banca di Grecia sono già salite a 49,3 miliardi, 7,6 miliardi più che a novembre e ben 19 mld sopra il minimo di giugno.

TACCUINO EURO

La stima preliminare mostra un calo dell’inflazione area euro a -0,6% a/a a gennaio da un precedente -0,2% a/a. L’inflazione core, al netto di energia e alimentari, è calata, più delle attese di 0,1 a 0,6% a/a, toccando un nuovo minimo dal 1997. Il calo dell’inflazione riflette la sorpresa verso il basso dalla Germania ed in particolare del sotto indice abbigliamento e servizi ricreativi. Le nostre previsioni più recenti mostrano l’inflazione area euro in territorio negativo fino all’estate inoltrata e a -0,3% in media annua. L’inflazione è attesa risalire a 0,8% nel 2016 ma per il momento le nostre stime non incorporano l’impatto del QE BCE. In Spagna, la stima preliminare mostra l’inflazione in calo a -1,4% a/a da un precedente -1,0% a/a sulla misura nazionale e a -1,5% a/a sull’indice armonizzato. Gennaio dovrebbe aver segnato un minimo per l’inflazione spagnola.

CHE SUCCEDE IN SPAGNA

La stima preliminare mostra una crescita del PIL di 0,7% t/t a fine 2014 in accelerazione rispetto allo 0,5% t/t dei mesi estivi e più forte delle stime di Consenso (0,6% t/t) e della Banca di Spagna. Su base annua la crescita è salita al 2,0% a/a da un precedente 1,6% a/a. In media 2014, l’economia spagnola è cresciuta dell’1,4% in netto recupero dopo la recessione del 2009-2013. Il comunicato dell’INE non fornisce alcun dettaglio sui possibili contributi alla crescita ma i dati sulle vendite al dettaglio indicano che i consumi potrebbero aver accelerato rispetto al +0,8% t/t dei mesi estivi. Supporto alla crescita dovrebbe essere venuto anche dall’export stando ai dati di commercio internazionale.

La tragedia greca vista dai mercati. Report Intesa

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Fca

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