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Era nella lista dei ricercati di Al Qaeda già da marzo del 2013 il direttore di Charlie Hebdo, Stephane Charbonnier, conosciuto come Charb, ucciso oggi insieme ad altre 12 persone nell’attentato alla redazione a Parigi.

GLI ALTRI “TRADITORI”

Il suo volto era accanto a quello di Carsten Luste, giornalista danese di Jyllands-Posten, Terry Jones, presidente di Stand Up America Now, Kurt Westergaard, caricaturista danese, Geert Wilders, politico olandese, Lars Vilks, vignettista svedese, Flemming Rose, giornalista danese, Morris Sadek, capto cristiano che ha promosso il film “Innocence of Muslims”, Ayaan Hirsi Magan, politica e scrittrice somala naturalizzata olandese e Salman Rushdie, lo scrittore indiano autore della polemica raccolta di poesia The Satanic Verses.

LA RIVISTA DI AL-QAEDA

Una lista nera che oggi ha visto cadere la prima vittima e che è stata pubblicata a marzo del 2013 da Inspire, una rivista del ramo yemenita-saudita di Al-Qaeda. Tutte queste persone – per la testata degli integralisti islamici – erano ricercate “vive o morte” per avere commesso dei “crimini imperdonabili contro l’Islam”. “Pace a chi difende il profeta Maometto”, si legge sulla pubblicazione degli estremisti islamici.

Nell’ultimo numero di Inspire, uscito il 24 dicembre è stato lanciato un appello ai “lupi solitari” di uccidere nel nome di Allah.

L’AVVERTIMENTO 

Il presidente francese Francois Hollande ha confermato la natura terroristica dell’attacco. In un video si può sentire uno degli attentatori urlare “Allahu Akbar”. Riprendendo l’avvertimento di Inspire nel 2003, il sito Atlantico ha avvertito che potrebbe essere il primo di uno serie di attacchi contro questi “personaggi non graditi” per le sue posizioni politiche, commenti o lavori impegnati contro l’Islam radicale.

La pubblicazione francese sostiene: “Attacco Charlie Hebdo, il primo passo? Perché lo scoppio della guerra civile in Europa è un progetto implacabile attuato dallo Stato islamico. Troppo presto per risalire all’origine dell’attacco. Tuttavia, potrebbe essere una strategia più ampia teorizzata nel 2004 da un uomo di nome Abu Musab al-Suri. Obiettivo: far cadere le democrazie occidentali, generando il maggior disturbo possibile e preparando le comunità contro l’altra”.

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