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Sono stati in pochi a stupirsi quando ieri Hillary Rodham Clinton ha annunciato ufficialmente ciò che si sapeva da tempo: l’avvio alla campagna per ottenere la nomination democratica e, poi, per conquistare la Casa Bianca l’8 novembre 2016.

Per l’ex segretario di Stato e moglie di Bill inizia una corsa in salita, come l’ha riassunta su queste colonne l’editorialista Stefano Cingolani. Dovrà essere in grado di scrollarsi di dosso l’aura di white privilege che l’accompagna da sempre e convincere gli americani di essere in grado di risolvere i loro problemi concreti e, al tempo stesso, di difendere l’influenza statunitense nel mondo.

L’AMERICA DI HILLARY

Quando le famiglie sono forti, l’America è forte“, ha detto nel suo video messaggio postato sui social network, in cui ha puntato su lavoro, multiculturalismo, coppie gay e genere (non poteva non giocare la carta migliore nel suo mazzo, quella di poter essere la prima donna presidente). La sua campagna – coadiuvata da un team di esperti e giovani promesse – sembra già saldamente incentrata sul fronte interno, con la classe media e le famiglie in cima alle priorità, insieme ai temi delle opportunità, dei diritti delle donne e delle minoranze, suoi cavalli di battaglia da sempre. Qualcosa, dunque, s’intuisce già. Ma come sarà l’America di Hillary – se dovesse entrare da capo di Stato nello Studio Ovale – e in cosa si differenzierà da quella del suo predecessore, Barack Obama?

1) ECONOMIA

Lisa Lerer di Associated Press ha passato ai raggi x le idee più importanti della Clinton, a cominciare dall’economia. Hillary considera “le crescenti disparità di reddito e la stagnazione dei salari” come problemi da risolvere quanto prima. Sia come senatrice, sia come candidato presidente nel 2008 ,pose il tema della “parità di retribuzione per le donne, l’aumento del salario minimo, l’ampliamento dei crediti d’imposta per le famiglie più povere, la revisione del fisco per le imprese e l’estensione di congedi parentali retribuiti e il diritto universale a poter mandare i propri figli ad un asilo nido“.

2) PAPERONI E WALL STREET

Non sarà facile per Hillary barcamenarsi tra le richieste dell’elettorato e quelle di tanti finanziatori, tra i quali figurano anche grandi gruppi finanziari. Su di lei c’è la “pressione dei liberal perché sostenga un aumento delle tasse per i più ricchi e aumenti la regolazione per Wall Street“. In particolare, le viene richiesto di ridimensionare la finanza vorace, “tornando a un sistema simile a quello risalente alla Grande depressione (e rivisto proprio dall’amministrazione di suo marito Bill), che prevedeva una netta distinzione tra banche commerciali e banche d’investimento“. Non si è ancora espressa su questo tema, ma si è detta più volte disponibile a far pagare più imposte a chi non ha problemi a sbarcare il lunario.

3) COMMERCIO

I sindacati e gli attivisti liberal chiedono alla Clinton “di non proseguire i negoziati della Trans-Pacific Partnership“, un accordo per il libero commercio tra 12 nazioni che coprono il 40% del Pil globale e che esclude la Cina, sul quale punta molto Obama.

4) POLITICA ESTERA

La politica estera, scrive Ap, “è uno dei pochi temi di disaccordo” fra Hillary e il presidente uscente. La Clinton, già segretario di Stato (ruolo oggi ricoperto da John Kerry), “ha criticato Obama per il suo approccio cauto alle crisi globali, respingendo la sua dottrina“. Nel suo ruolo in amministrazione, la candidata democratica “aveva sostenuto la necessità di armare i ribelli siriani che si oppongono al dittatore Bashar Assad“, una linea finora non seguita dalla Casa Bianca (il costo di questo “non fare”, denunciò poi Hillary, è stato “un grande vuoto“, riempito dai jihadisti in Medio Oriente).

5) ISRAELE E IRAN

Al centro del dibattito c’è anche il pre accordo sul nucleare iraniano raggiunto a Losanna. Nelle ultime settimane la Clinton ha evitato di commentare pubblicamente lo stato delle relazioni tra gli Stati Uniti ed Israele, deterioratesi ulteriormente dopo il discorso del primo ministro Benjamin Netanyahu e la sua rielezione. Ha espresso “un cauto supporto” per la strategia di Obama, ricordando al tempo stesso che “il diavolo si trova nei dettagli“, mantenendo dunque una buona dose di scetticismo.

6) DIRITTI CIVILI

Sul fronte dei diritti civili, da candidata Hillary oggi sostiene il matrimonio fra persone dello stesso sesso: una posizione nuova, “rispetto a quelle assunte nei suoi ruoli precedenti“. Supporta anche l’aborto.

7) AMBIENTE E CLIMATE CHANGE 

Per ciò che riguarda invece l’aspetto ambientale, la Clinton ritiene che il problema più importante da affrontare sia quello del cambiamento climatico. “Ha promesso di proteggere “ad ogni costo” i limiti alle emissioni di carbonio fissati dall’amministrazione Obama” per vecchie e nuove centrali energetiche. Non ha invece detto la sua su un altro tema controverso, l’oleodotto Keystone XL, che dovrebbe portare petrolio dal Canada verso le raffinerie americane.

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