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Il governo britannico si sta preparando alla possibilità di interferenze straniere durante le prossime elezioni generali fissate per il 4 luglio. A scriverlo è il comitato Sicurezza nazionale del parlamento di Londra, che ha deciso di scrivere e pubblicare una lettera su questo tema in quanto “non è chiaro se il pubblico comprenda appieno come queste minacce si manifesteranno e cosa significhino per il Regno Unito, la sua democrazia e per loro come individui”.

Negli ultimi anni, ricorda il comitato, il Regno Unito ha subito tentativi di interferenza straniera da parte di Paesi come Cina, Russia, Iran e Corea del Nord. In particolare, il comitato per l’Intelligence e la sicurezza ha analizzato le attività russe attorno al referendum del 2016 all’adesione del Regno Unito all’Unione europea definendole una “nuova normalità”. L’anno scorso il National Cyber Security Centre aveva concluso che “è quasi certo che attori russi abbiano cercato di interferire nelle elezioni generali del 2019”. E ancora: il comitato per l’Intelligence e la sicurezza aveva evidenziato i tentativi cinesi di influenzare i processi democratici in altri Paesi, come gli Stati Uniti e il Canada.

Dal 2019 si sono verificati cambiamenti significativi nella situazione geopolitica, osservano i membri della commissione composta sia da eletti alla Camera dei Comuni sia da nominati alla Camera dei Lord. Secondo il National Cyber Security Centre, questi cambiamenti hanno reso la prospettiva di influenzare il discorso politico nelle democrazie “sempre più interessante per gli attori statali”. Gli appuntamenti di esercizio democratico come le elezioni sono “obiettivi attraenti per gli attori malintenzionati”.

La commissione avverte il governo di quattro possibili modi in cui gli attori ostili potrebbero cercare di sfruttare le divisioni e le debolezze durante il prossimo periodo elettorale. Primo: “Minare la fiducia nei processi elettorali attraverso attacchi informatici mirati alle nostre istituzioni, compresi gli attacchi ransomware”. Secondo: “Prendere di mira individui di alto profilo, come i candidati politici, per raccogliere informazioni sensibili da sfruttare attraverso la coercizione o la pubblicazione, minando così la fiducia nei politici”. Terzo: “Diffondere disinformazione online su personaggi pubblici – anche attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per creare video e audio falsi – per alimentare teorie cospirative e minare la fiducia nei leader e nelle istituzioni del Regno Unito”. Quarto: “Seminare divisioni e provocare il caos laddove esistono già divisioni interne su argomenti controversi o politicizzati”.

“Gli attori della disinformazione sfruttano le mancanza di fiducia dell’opinione pubblica nei confronti del governo e della società civile”, aveva spiegato Rory Cormac, professore di Relazioni internazionali dell’Università di Nottingham, a Formiche.net. “L’opinione pubblica ha bisogno di fiducia, di un approccio bipartisan per contrastare questo fenomeno. È un problema se l’opinione pubblica teme che i governi utilizzino la retorica della disinformazione e della controinformazione per promuovere interessi politici”, aveva aggiunto. “I governi devono agire da esempio, adottando politiche basate sui fatti e sulla verità, evitando di mentire, esagerare o alimentare divisioni all’interno della società”, aveva concluso il professore.

Le interferenze straniere preoccupano Londra in vista del voto del 4 luglio

Il comitato di Sicurezza nazionale scrive al governo citando i tanti rapporti sulle attività ostili in occasione delle ultime consultazioni, compreso il referendum sulla Brexit. I timori riguardano le divisioni della società che potrebbero essere cavalcate da Stati come la Russia

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