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“Nutrire il pianeta, energia per la vita” è il tema che sarà al centro di Expo 2015. Per sei mesi Stati, organizzazioni, associazioni e personalità internazionali di alto livello si confronteranno su una domanda cruciale alla quale siamo tutti chiamati a rispondere e che costituisce una delle questioni geopolitiche che determineranno gli assetti planetari nei prossimi decenni: come si può garantire un’alimentazione sana, sicura e sufficiente a una popolazione mondiale che sta crescendo a ritmi incalzanti e che, secondo le stime della Fao, nel 2050 supererà quota 9 miliardi?

L’Italia si pone come obiettivo principale, quindi, proprio quello di fare in modo che questa riflessione, che porteremo avanti insieme a oltre 140 Paesi, possa contribuire in modo concreto a trovare nuove soluzioni e buone pratiche per contrastare il drammatico fenomeno della povertà e nel contempo tutelare le risorse naturali che abbiamo a disposizione, a partire da quelle idriche, sottoposte a una pressione oggi non più sostenibile. In questa prospettiva il nostro Paese gioca un ruolo di primo piano non solo perché ospiterà l’Esposizione di Milano, ma anche e soprattutto perché vanta un patrimonio di biodiversità che è unico al mondo, visto che abbiamo la metà delle varietà vegetali e un terzo di quelle animali presenti in tutta Europa, con oltre 58mila specie.

Altra tematica cruciale sulla quale intendiamo puntare, oltre alla lotta alla fame, è quella relativa alla riduzione degli sprechi alimentari, che costituisce un’altra piaga dei nostri tempi. I numeri sono allarmanti: l’ultimo rapporto della Fao ci dice che ogni anno nel mondo si spreca cibo per 750 miliardi di dollari. Significa che ben un terzo del cibo che produciamo finisce in rifiuti quando oltre 800 milioni di persone soffrono la fame nel mondo e solo in Europa si contano 50 milioni di indigenti. Per intendere la portata della questione, lo spreco di cui parliamo è pari al Pil di Turchia e Svizzera messi insieme.

Questi dati e questi temi danno la misura del rilievo geopolitico che avrà Expo sia a livello nazionale sia internazionale. Perciò, chi pensa che sarà una semplice fiera non solo sbaglia, ma ignora la portata eccezionale di questa manifestazione che si concretizzerà come una piattaforma di discussione globale sulle sfide da affrontare. A questo scopo abbiamo utilizzato anche la presidenza italiana del semestre Ue.

Abbiamo dedicato il Consiglio informale dei ministri dell’agricoltura Ue, che abbiamo ospitato a settembre a Milano, proprio a Expo individuando i primi quattro filoni di azione: contrasto alla povertà alimentare, riduzione degli sprechi alimentari, necessità di un modello agricolo sostenibile, ma anche lotta alla contraffazione. Su quest’ultimo punto l’Italia sta portando avanti un’altra sfida organizzando un appuntamento fondamentale in vista di Expo al Parco tecnologico padano di Lodi, dove realizzeremo a marzo il Forum europeo sulla lotta alla contraffazione agroalimentare, al quale faremo partecipare le autorità di controllo europee e le principali a livello internazionale.

Il 2015 sarà un anno cruciale anche perché verranno aggiornati gli obiettivi della “Dichiarazione del Millennio” delle Nazioni Unite. In questa ottica assume ancora maggiore importanza la riflessione che vogliamo portare avanti ad Expo e il ruolo che l’Italia e il sistema agricolo e agroalimentare italiano avranno. Stiamo lavorando per far sì che il dibattito di Milano sia strettamente collegato alla discussione sui prossimi obiettivi del Millennio che le Nazioni Unite affronteranno proprio alla fine del 2015, segnando una precisa responsabilità del nostro Paese e di Expo. La nostra ambizione è quella di contribuire anche in questo modo ad aprire la strada per una vera global food security. Sono molti i per- corsi di carattere scientifico e culturale volti ad approfondire i temi connessi alle sfide dell’alimentazione e dello sviluppo.

Il governo italiano ha deciso di ricondurre nell’alveo di un unico filone unitario tutte le iniziative in essere. Lo scopo finale è la redazione di un documento unitario: la Carta di Milano 2015. Una dichiarazione che sarà consegnata al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon come atto internazionale e come contributo alla discussione sugli obiettivi del millennio. Per la prima volta un’esposizione universale produrrà un impegno per istituzioni, cittadini, associazioni, unico nel suo genere. Non è mai accaduto, infatti, che un’esposizione universale chiamasse a un impegno diretto i partecipanti prima di iniziare l’evento e in questo scenario, faremo in modo che Expo sia per l’Italia l’occasione per costruire una grande mobilitazione positiva, utile a riconoscere le tante risorse grazie alle quali possiamo rilanciare nel tempo la grande metamorfosi globale.

Il nostro impegno quotidiano è mirato a fare in modo che l’Esposizione universale sia davvero una grande opportunità per Milano e per tutta l’Italia. Abbiamo un’occasione unica e i numeri che abbiamo a disposizione già ora ci danno la portata dell’eccezionalità di questo evento. Abbiamo raccolto infatti ad oggi un miliardo di euro di investimenti esteri e 54 padiglioni dei singoli Stati, il più grande numero di sempre. E abbiamo già venduto 7 milioni di biglietti nel mondo, superando di molto le previsioni iniziali e battendo qualsiasi altra esposizione realizzata fino a qui quanto a prevendite. Sono segnali che rendono bene l’idea dell’opportunità che vivremo fra pochi mesi.

Maurizio Martina – Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

L'Expo raccontata dal ministro Martina

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