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È nel rapporto sempre più stretto tra settore pubblico, università e imprese che si sta edificando, in Italia, la cultura della cybersecurity. E per il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Marco Minniti, sono maturi, anche nel nostro Paese, i tempi per una maggiore consapevolezza dell’importanza crescente che lo spazio informatico riveste nella vita di ognuno di noi e di come sia necessario tutelarne la sicurezza con tutti i mezzi a disposizione, compreso quello dell’intelligence.

GLI ATTACCHI CIBERNETICI

La strada da percorrere, però, è tutt’altro che conclusa. Intervenuto nella prima cyber breakfast organizzata oggi da Formiche, l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica ha rimarcato come nonostante gli sforzi fatti, in Italia ci sia ancora “una sottovalutazione della minaccia cibernetica soprattutto da parte delle aziende, mentre si registra un aumento parossistico dei reati informatici“. Per il senatore, “è importante promuovere la partnership con le imprese in un contesto di “internazionalizzazione” della prevenzione, perché è evidente che è fondamentale avere relazioni internazionali in questo settore: la partita non è esclusivamente nazionale“. La minaccia cibernetica – è l’assunto ribadito anche da altri partecipanti alla tavola rotonda, come il professor Roberto Baldoni dell’Università La Sapienza di Roma – non lede solo l’azienda che viene colpita, ma l’intero sistema Paese. Spesso, infatti, brevetti e tecnologie ottenuti con fatica ed investimenti dalle nostre Pmi, vengono acquisiti attraverso attacchi che possono avere conseguenze importanti sull’andamento del mercato e sulla stessa economia italiana. “In una società iper connessa come quella d’oggi – ha detto ancora il sottosegretario – la difesa cibernetica è essenziale per la nostra sicurezza economica, anche in settori strategici come l’aerospazio”.

LA VOCE DELLE IMPRESE

Per questo la collaborazione tra Stato e privati è essenziale, anche per ciò che concerne il discusso tema del reporting, ovvero la comunicazione obbligatoria allo Stato da parte delle imprese degli attacchi cibernetici subiti, che sta infiammando il dibattito americano. “La cyber security – ha spiegato Walter Ruffinoni, ceo di Ntt Data Italia – rappresenta un’opportunità per fare sistema tra pubblico e privato. Le nuove tecnologie si diffondono rapidamente e bisogna saper coglierne i vantaggi minimizzando le vulnerabilità. Altri Paesi come Giappone e Stati Uniti hanno già cominciato un cammino di condivisione tra aziende e istituzioni in cui queste ultime hanno creato un ambiente sicuro ed affidabile per lo scambio di informazioni e la conseguente difesa di infrastrutture critiche“.
Spesso, ha proseguito Ruffinoni, le aziende e i loro dipendenti non hanno ben chiare le dimensioni del fenomeno e i rischi concreti che ne derivano. “Da uno studio Ntt emerge che le macchine infette il giorno di ritorno al lavoro da festività o weekend sono in aumento del 75%, un dato che evidenza come l’utente finale possa essere un concreto pericolo per l’infrastruttura aziendale, dovuto a un iper connettività dei device utilizzati a cavallo tra vita privata e ambiente di lavoro“.

SICUREZZA VS PRIVACY?

Ma la cybersecurity, per il Governo, non è solo a beneficio del mondo produttivo. Minniti ha sottolineato come a suo parere la Penisola si sia mossa meglio e prima di altri Paesi per contrastare gli effetti del ciclone Snowden, che ha portato alla luce il braccio di ferro tra le ragioni della privacy e quelle della sicurezza dell’individuo. “Mentre nel Regno Unito è in corso un’aspra discussione su queste tematiche, l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo in cui il controllo del Copasir viene assegnato per legge all’opposizione e forse l’unico ad aver stretto un accordo con il Garante per la privacy. I Servizi d’ora in avanti, ogni qualvolta avranno a che fare con i dati sensibili dei propri cittadini, dovranno comunicarlo all’Autority. Questo contribuisce a creare fiducia nell’opinione pubblica ed è la dimostrazione che più poteri e controlli non ledono la nostra capacità operativa“.

IL RAPPORTO CON GLI ATENEI

L’intelligence, ha proseguito Minniti, è interessata ad un rapporto strategico con l’opinione pubblica e con le nuove generazioni, che possono portare nel mondo dei Servizi una visione nuova. “Abbiamo girato le università italiane con un roadshow che ha riscosso un buon successo, aprendo poi alla possibilità di mandare il proprio cv online. Tra qualche mese questo lavoro ci porterà per la prima volta ad assumere 30 ragazzi provenienti per la prima volta dagli atenei e non dal mondo della polizia o delle Forze armate. Una svolta importante che ci avvicina ai Paesi più moderni in questo settore“.

marco minniti, cie, ministro

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