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Se ieri il maltempo in Italia ha concesso una breve tregua, lo stesso non può dirsi del dibattito tra governo e regioni che in questi giorni si sono rimpallati la responsabilità su frane, alluvioni e morti in Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Ma è l’intero sistema di dati e informazioni che spesso – secondo gli addetti ai lavori – impedisce di mettere per tempo in salvo la popolazione.

L’ATTACCO DI RENZI

Sopita per un attimo la polemica sui tagli dovuti alla Legge di Stabilità il premier Matteo Renzi dall’Australia ha attaccato le regioni sulle politiche di gestione del territorio: “Quando come primo atto di governo ho costituito un’unità di missione contro il dissesto idrogeologico mi hanno deriso. Ora spero sia chiaro il motivo: ci sono vent’anni di politiche del territorio da rottamare, anche in alcune regioni del centrosinistra”, ha detto il premier dal G20 di Sidney.

LA RISPOSTA DELLE REGIONI

Il dibattito con gli amministratori locali è proseguito a distanza: “Il problema sono anche i condoni. E sono stati fatti a Roma”, ha risposto dalla Liguria il presidente Claudio Burlando. E Renzi dal G20: “Non parlino di condoni a me: ho fatto un piano strutturale a volumi zero. Ora mettiamo a posto i danni”.
“Renzi ha un’occasione per dare una risposta concreta e fare quello che il governo si era impegnato a fare e non ha fatto”, ha commentato invece il presidente della Lombardia Roberto Maroni.

COME VIAGGIANO LE COMUNICAZIONI

Alla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio nazionale si aggiungono poi le difficoltà nella comunicazione dei dati in situazione di emergenza, troppo spesso imbrigliati nei siti delle regioni o ospitati da social network ancora troppo poco diffusi tra la popolazione.
Secondo Roberto Scano, Presidente IWA Italy e consulente dell’Agenzia per l’Italia digitale i problemi nella gestione dei disastri ambientali nel nostro Paese sono dovuti a diversi fattori, primo tra tutti “la mancanza di organizzazione tra la comunicazione ufficiale e non ufficiale”, ha scritto l’esperto su agendadigitale.eu.
Ma cosa ostacolerebbe il flusso di informazioni? “Non esistono standard di interoperabilità delle informazioni, ogni regione ha i suoi siti con i suoi formati di comunicazione, e dal sito della protezione civile si scopre che alcune regioni ad oggi non hanno nemmeno tali dati disponibili”.

MULTICANALITA’ E RAZIONALIZZAZIONE

“In questi momenti la velocità di condivisione del dato e dell’informazione è essenziale, così come la multicanalità. Non si può ipotizzare di avere dati ed informazioni e di condividerle solo per un canale”, si legge sul giornale dedicato all’Agenda digitale italiana.
Ragione per cui – secondo Scano – al protagonismo dei social network sarebbe importante anteporre il ricorso ai canali tradizionali, “a partire dalle comunicazioni massive su periferiche mobili (cosa costerebbe ad esempio una notifica massiva su whatsapp? Oppure SMS?), e su mezzi usati da fascia d’età più avanzata (usare il digitale terrestre per diffondere informazioni utili)”, ha scritto il consulente Agid.

Mettere un po’ d’ordine tra i dati, quindi, ma anche “razionalizzare e ad avere il coraggio di chiudere inutili doppioni”, ha scritto Scano. “Siamo il paese in cui ogni realtà locale si sviluppa la propria app per dare informazioni su meteo, emergenze, informazioni su traffico ecc. mentre è necessario definire dei protocolli su base nazionale (recependo ove disponibili standard internazionali) per consentire a chiunque di attingere a fonti di informazione primaria”.

SMART CITY ALL’ITALIANA

Perché la realtà è un’altra: “Diciamolo chiaramente: in Italia il modello Smart City non è mai partito. Le smart city in Italia non esistono. Fatevene una ragione. Siamo ancora dell’idea che smart city sia l’accensione automatizzata dei lampioni o posizionare un hotspot wifi che si autoalimenta dai lampioni. Siamo al punto in cui i cittadini si auto-organizzano, come a Genova, per mettere on line la mappa delle webcam per monitorare il territorio”, ha commentato l’esperto.

Maltempo, ecco come Renzi e tecnici bacchettano comuni e regioni

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