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Cari amici, è passato un anno dalla nascita di questo governo e c’è voluto un anno per dimostrare quanto la nostra presenza sia in grado di realizzare la ambizioni, le aspirazioni dei moderati italiani.

Possiamo fare un lungo elenco di risultati raggiunti e scritti con la mano destra:
sblocco dei tetti stipendiali e salariali per le nostre donne e uomini in divisa;
utilizzo della quota del ministero dell’Interno dei beni sequestrati alla mafia per dare più risorse a chi combatte la criminalità organizzata; una legge contro la violenza di genere che ha fatto calare non solo il numero dei femminicidi, ma ha consentito anche l’allontanamento coatto dal domicilio di casa dei mariti violenti;
una legge contro la violenza negli stadi che ha fatto diminuire il numero dei feriti tra civili e Forze dell’Ordine e il numero di incidenti.

Proprio in questi giorni il decreto per continuare a prevenire e contrastare il terrorismo internazionale e la radicalizzazione violenta.

E poi: la eliminazione del costo del lavoro dall’Irap, un grande risultato atteso da anni contro l’imposta rapina che abbiamo sempre combattuto;
zero tasse per tre anni per i neo assunti; lo smontaggio pressoché completo della legge Fornero con i suoi vincoli e le sue rigidità, prima col decreto della scorsa primavera e adesso con il jobs act che ha realizzato idee e proposte del nostro campione Maurizio Sacconi e avverato una parte importante di quella liberalizzazione del mercato del lavoro per cui aveva combattuto e perso la vita Marco Biagi.

Abbiamo eliminato quella odiosa presunzione negativa contro le partite Iva per cui si pensava che ogni partita Iva fosse un trucco o un modo fraudolento per non dichiarare un rapporto di lavoro di tipo subordinato, abbiamo difeso dagli attacchi della sinistra radicale le forme contrattuali tipiche dei lavori stagionali e difeso anche i voucher e l’apprendistato.

Tutte cose che fanno parte della identità del nostro movimento politico, ma soprattutto delle ambizioni e delle aspirazioni dei moderati italiani.

Così come, dando seguito alle indicazioni e ai consigli dell’Autorità Antitrust, abbiamo liberalizzato importanti settori dell’economia italiana: dalle assicurazioni, ai telefonini, alle professioni fino alle vendite delle farmacie influendo sui prezzi e sulle tariffe a beneficio del libero mercato, della concorrenza, alla fine, cioè, a beneficio del consumatore;
abbiamo assicurato, grazie al lavoro di Maurizio Lupi, ancora una volta l’eco bonus con lo sconto del 30 per cento per chi fa le ristrutturazioni ecosostenibili in casa propria, sviluppando quel contrasto di interessi che per noi deve diventare la base per combattere l’evasione e migliorare il rapporto tra fisco e cittadini: scaricare il più possibile dalla dichiarazione dei redditi per indurre tutti a dichiarare tutto.

Per non parlare di quel “padroni in casa propria” che consente di ristrutturare in casa, senza chiedere permessi e autorizzazioni. E anche la difesa del diritto alla proprietà della casa contro le occupazioni abusive con il divieto di allacciare le utenze e il potere di sgombero, oltre il divieto di prorogare gli sfratti.

E ancora: il patto per la Salute su cui si è impegnata Beatrice Lorenzin assieme all’aiuto economico per chi è malato di epatite C e all’onesta, seria e coraggiosa gestione della vicenda Stamina e a un sostegno alla famiglia non ideologico, ma concreto, basato sulla legge e sui fatti.

Abbiamo detto no, facendo esclusivamente rispettare la legge, alla trascrizione, nei registri dello stato civile italiano, dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso e abbiamo chiesto e ottenuto mezzo miliardo di euro per il bonus degli 80 euro alle neo mamme.

La verità è che stiamo cambiando l’Italia e che siamo protagonisti di questo cambiamento. Molti non ce lo perdonano, ma noi abbiamo spalle larghe e andiamo avanti.

Pensate, infatti, alle riforme costituzionali e alla legge elettorale: superamento del vecchio Senato; certezza, la sera del voto, su chi vince e, al tempo stesso, rappresentanza in Parlamento per chi non ha vinto. E le preferenze.

Da quanti anni se ne parlava? Lo stiamo facendo noi e l’anno prossimo ci sarà un referendum nel corso del quale chi vuole queste riforme potrà dire di si’, mentre i conservatori di destra e di sinistra, da Salvini a Grillo e Vendola, saranno in piazza a dire no a questo cambiamento e il popolo travolgerà tutte le salvinate dette in questi mesi.

Scrivo di getto e sono sicuro di dimenticare qualcosa tra le tantissime che abbiamo fatto. Siamo stati attaccati tutti i giorni senza sosta e con violenza mai vista dai conservatori di sinistra e, ciò che più spiace, da quella che ormai è l’estrema destra del nostro Paese. Dopo un anno, questi risultati sono la prova che noi abbiamo fatto bene e che siamo nella giusta direzione.

La sinistra si divide su un mercato del lavoro più moderno e libero, che serve per fare più assunzioni e che è stato da noi fortemente voluto e ispirato. Nel centrodestra di opposizione si litiga ferocemente in tutti i partiti e noi, i riformatori veri, quelli che hanno avuto il coraggio di rischiare e osare, oggi portiamo a casa i risultati voluti da anni dal centrodestra, dall’area popolare, dai moderati italiani. Non solo: mentre gli altri si dividono, noi – insieme agli amici dell’Udc- abbiamo iniziato a riunire i segmenti dell’area popolare e moderata italiana. E andremo sempre più avanti su questa strada.

Non ci arrendiamo all’idea che questa area sia a destinata a perdere per sempre.

Non sono riusciti ad abbatterci nei momenti più difficili e non ce la faranno ora che i fatti, con la loro testardaggine, ci danno ragione.

Ecco perché abbiamo deciso di non accontentarci, ma di andare, determinati, verso nuovi traguardi.

Saranno tre anni utili all’Italia e utili anche all’area moderata e popolare che, così, avrà modo di riorganizzarsi per tornare competitiva nei confronti del Partito Democratico.
Noi vogliamo impiegare così i prossimi tre anni; individuando questi nuovi obiettivi:
– un family act che dia sostegno economico alla famiglia;
– una legge contro il degrado urbano e per la sicurezza delle nostre città;
– una legge per garantire un piu’ efficace controllo del territorio e la certezza che chi viene condannato sconti la pena fino in fondo;
– la riduzione drastica dei carrozzoni pubblici rappresentati dalle municipalizzate;
– la lotta contro la tassazione esagerata della casa;
– lo statuto dei lavori dopo avere superato quello dei lavoratori;
– un ritorno al protagonismo del Sud nell’agenda politica;
– l’introduzione del reato di omicidio stradale;
-una legge sul “dopo di noi” per assicurare un futuro ai portatori di handicap quando non avranno più i loro genitori.

Poi, altre iniziative sulle quali stiamo riservatamente lavorando e che ancora non posso annunciare, ma che vi comunicherò a breve.

Siamo una forza di governo autonoma che, come e più di quanto accaduto fin qui, da dentro il Governo si qualificherà per le battaglie e per i risultati raggiunti, definendo sempre meglio la propria identità. Si, siamo una forza autonoma e la nostra identità è fatta dalle cose che facciamo e che faremo.

Il dibattito sulle alleanze diventa piccolo e noioso se paragonato ai risultati raggiunti e a quelli da centrare. Saranno gli altri, come in parte sta già accadendo, a volersi alleare con noi. Non andiamo a caccia di alleati, ma di risultati per gli italiani.

Siamo autonomi e saremo ancora più forti.

Andremo avanti così, con l’onestà, la serietà e la concretezza che in questi dodici mesi ci hanno fatto raggiungere questi risultati. Perché, ribadisco, siamo nella giusta direzione che non è quella facile, ma è appunto quella giusta.

Sarà piuttosto dura e faticosa, ma non di più di quanto lo sia stata fin qui.
E’ la giusta direzione per l’Italia e per i moderati italiani: quella che ci fa dire che la speranza di cambiamento del nostro Paese ha trovato, nel coraggio della nostra scelta, una certezza che non verrà meno.

Alla fine di questo anno, possiamo dire di essere stati decisivi per la tenuta del Governo e decisivi per le chances di ricostruzione dell’area moderata.

Alla faccia di chi ci voleva morti.

Avanti tutta!

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