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Venti milioni di abbonati e quasi sei miliardi di euro da investire nella programmazione televisiva. Dall’unione tra BSkyB, Sky Italia e Deutschland nasce ufficialmente oggi la nuova Sky, l’operatore di pay tv europeo con attività integrate in cinque Paesi, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria e Italia.

L’OPERAZIONE

Annunciata a luglio scorso, l’acquisizione da parte della britannica British Sky Broadcasting (BSkyB) società detenuta al 39,1% dalla 21st Century Fox di Rupert Murdoch, del 100% di Sky Italia e dell’89,7% di Sky Deutschland ha ricevuto a settembre il via libera all’operazione da parte della Commissione europea, che non ha individuato rischi per la concorrenza sul mercato Ue della pay-Tv né conseguenze negative per i consumatori.

La spinta all’operazione della “Grande Sky” è arrivata dal magnate australiano Murdoch che adesso potrebbe utilizzare la liquidità incassata per tentare una nuova scalata a Time Warner, per la quale ha già fatto un’offerta, che è stata però respinta.

Il progetto della Grande Sky ha dovuto inoltre superare l’ostacolo posto dalla direzione e dal consiglio di Sky Deutschland che a settembre hanno raccomandato agli azionisti di non accettare la prima offerta di BskyB, perché considerata troppo bassa.

CAMBIO NOME

BSkyB diventerà semplicemente Sky, così come “Sky” è il simbolo con cui l’azienda è quotata sulla London Stock Exchange. La modifica del nome sarà però soggetta all’approvazione dell’assemblea degli azionisti Sky del 21 novembre.

IL BOARD

Supervisore del nuovo gruppo come amministratore delegato sarà Jeremy Darroch, già alla guida delle attività nel Regno Unito e in Irlanda. A guidare le attività in Italia in qualità di amministratore delegato di Sky Italia resterà Andrea Zappia, così come Brian Sullivan continuerà a ricoprire il ruolo di ad di Sky Deutschland.

Dal gruppo fanno sapere che le tre Sky manterranno una forte identità in ciascun paese. A beneficiarne saranno clienti, fornitori di contenuti e azionisti, dice il gruppo. Ecco perché.

COSA CAMBIA

Con un budget complessivo per la programmazione di 5,7 miliardi di euro, Sky, si legge in una nota dell’azienda, “sarà il principale investitore in contenuti televisivi in Europa e un’azienda all’avanguardia nella fornitura di servizi broadcast, online e su piattaforme mobili, per offrire ai propri abbonati una grande TV di qualità quando e dove vogliono”.

Ma gli abbonati non saranno gli unici a beneficiare dell’acquisizione: “Uniti in un unico gruppo condivideremo i nostri punti di forza e tutta l’esperienza maturata, mantenendo una forte identità in ciascuno dei nostri paesi – ha dichiarato Darroch -. Abbiamo davanti un’opportunità concreta e siamo convinti che la nuova Sky porterà benefici non solo ai clienti, ma anche ai creatori di contenuti e agli azionisti”.

CHAPEAU. MA COME TUTELARE L’INDUSTRIA ITALIANA?

“È un’operazione fatta con intelligenza che ha dato una verniciatura di Europa a Sky, mettendola a riparo da alcune questioni regolamentari”, dice in una conversazione con Formiche.net Tullio Camiglieri, presidente di Open Gate Italia e direttore dell’agenzia stampa Il Velino, giornalista con un passato a Mediaset e Sky.

“Ma sarà fondamentale vedere se ci sarà un atteggiamento univoco paese per paese e capire se e come tutelare l’industria italiana”, aggiunge Camiglieri. Come? “Bisogna riflettere sul sistema Paese. Far si che vengano rispettate le quote di produzione nazionale, capire se sono sufficienti. Avere la possibilità di utilizzare un’infrastruttura degna di un paese avanzato; capire se anche alla pay tv deve essere posto un limite nella raccolta pubblicitaria e trovare il modo di arginare la pirateria”.

LE RECENTI MOSSE DI SKY

La costruzione di un forte polo europeo potrebbe dare una spinta al mercato italiano dove per settembre è atteso l‘arrivo di Netflix, prorogato secondo alcune indiscrezioni, dai ritardi dell’Italia nella banda larga.

Minacciata dall’annuncio dell’arrivo del colosso americano che dagli Stati Uniti all’Europa offre un ricco e originale ventaglio di contenuti audiovisivi a prezzi molto competitivi, Sky ha intanto debuttato ad aprile di quest’anno con la sua televisione online su abbonamento.

Negli ultimi tre anni però il gruppo di Murdoch ha perso circa 300 mila abbonati. Peraltro la Champion League, esclusiva assoluta su Sky Italia, che dal 2015 passerà a Mediaset Premium, “non si è dimostrata un grande volano per la conquista di clienti”, ha scritto Claudio Plazzotta sul quotidiano Italia Oggi.

In questo scenario la nuova Sky potrebbe forse dare al gruppo più forza “nel contrattare i diritti, per eventi sportivi, film o altri programmi, anche a livello europeo; e dunque una migliore offerta per i suoi spettatori”, ipotizza Francesco Manacorda, firma economica e vicedirettore del quotidiano La Stampa.

“Anse se  – si legge sul quotidiano torinese – questa al momento sembra essere più una speranza che una previsione: “La Commissione europea, nel dare il suo via libera all’operazione, ha notato infatti che sebbene ci siano già degli operatori televisivi che operano in diversi Paesi europei chi detiene i diritti non ha finora accettato, tranne limitatissime eccezioni, di venderli assieme per più mercati nazionali”.

Come cambia Sky, una e trina

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