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Dopo un mese di rinvii, il governo ha approvato ieri le nuove misure anti terrorismo di contrasto al jihad islamico. Le nuove norme di Palazzo Chigi entrano in vigore per decreto e coprono l’intero spettro della minaccia.

Il decreto, come annunciato, interviene anche nella raccolta di informazioni da parte dell’intelligence, seppur con una validità temporale limitata (fino al 2016). Il 29 maggio scorso, alla presentazione del master d’Intelligence della Sioi, era stato lo stesso direttore generale del Dis, Giampiero Massolo, a evidenziare la necessità di un rafforzamento dei poteri e della dotazione, finanziaria e di uomini, dei Servizi italiani.

Al momento il testo del decreto non è ancora disponibile, ma fonti del Copasir dicono a Formiche.net che anche la questione delle risorse finanziarie in più per gli 007, circa 9 milioni di euro, è contemplata nel decreto.

LE GARANZIE FUNZIONALI

Ai Servizi – racconta su Repubblica Carlo Bonini – “viene riconosciuta la facoltà di ottenere informazioni con attività coperte nel circuito carcerario“. Norme, prosegue, “la cui gestazione non era stata semplicissima“, e che “vengono infatti “messe in sicurezza” dal cosiddetto “sistema della doppia chiave”. Quello che attualmente regola le cosiddette “intercettazioni preventive”. Per condurre operazioni il cui obiettivo sia la raccolta di informazioni da detenuti, i nostri Servizi dovranno infatti ottenere a monte l’autorizzazione di governo e magistratura e, a valle, informarne il Copasir (organo di controllo parlamentare). Di più: ai nuovi poteri di intrusione viene messa una data di scadenza, gennaio 2016“.
Una fonte sottolinea al quotidiano diretto da Ezio Mauro che si tratta infatti di una sperimentazione, necessaria di fronte alla nuova minaccia. “Ma che, di qui a un anno, sarà bene sottoporre a verifica per valutarne non solo l’efficacia ma, giunti a quel punto, anche l’esigenza“.

SOLO PER PREVENIRE

Sul Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini spiega che “il presidente del Consiglio, che delega il direttore del Dis, potrà autorizzare gli 007 «a colloqui personali con detenuti e internati, al solo fine di acquisire informazioni per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale». Spetterà «al procuratore generale concedere l’autorizzazione quando sussistano specifici e concreti elementi informativi che rendano assolutamente indispensabile l’attività di prevenzione». Il decreto prevede infatti anche che l’autorità giudiziaria, su richiesta dei direttori dei Servizi «quando sia necessaria mantenerne segreta la reale identità nell’interesse della sicurezza della Repubblica o per tutelarne l’incolumità, autorizza gli addetti a deporre con identità di copertura»“.

GLI ALTRI PROGETTI

Queste misure, rimarca ancora Bonini, si affiancano al “progetto coltivato da Palazzo Chigi di rendere presto il “Casa” (organismo di coordinamento antiterrorismo tra forze dell’ordine e Servizi) il fulcro e l’interfaccia della procura nazionale antiterrorismo” e l’annuncio fatto ieri dal sottosegretario Marco Minniti, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. “Entro l’estate, per la prima volta nella storia repubblicana, entreranno in servizio nelle nostre agenzie di spionaggio e controspionaggio trenta giovani donne e uomini, tutti sotto i 30 anni, selezionati nei mesi scorsi tra i neolaureati delle nostre università. In qualche modo, una “rivoluzione culturale” che dovrebbe avvicinare i nostri Servizi segreti agli standard di arruolamento delle altre agenzie europee (per non parlare di quelle americane), rompendo così il monopolio del personale proveniente da forze armate e forze di polizia“.

Cosa cambia per i servizi segreti con il decreto anti jihadismo

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