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Chi è e cosa pensa il nuovo presidente della Romania, il francofono Klaus Iohannis, 55enne fresco vincitore (a sorpresa) dei ballottaggi contro il premier uscente socialdemocratico Victor Ponta. Un liberale, di etnia tedesca e protestante, in un Paese a forte trazione ortodossa. Ecco sfide e programmi.

CHI E’

Di centrodestra, di etnia tedesca e di religione protestante (membro del consiglio della chiesa luterana fino al 2011): ce n’è abbastanza per parlare di rivoluzione nel Paese che fu di Ceaucescu, e che oggi, all’indomani di un ballottaggio a cui ha votato il 63% degli aventi diritto, vede profilarsi un orizzonte di chiara matrice liberale. Conservatore e filorigorista, Iohannis fa parte della minoranza tedesca del Paese presente in loco sin dal Medioevo. Laureato in fisica, è stato per due volte primo cittadino della cittadina di Sibiu, nel 2007 capitale europea della cultura.

COSA PENSA

Liberista, sostenitore della certezza del diritto, dell’indipendenza della magistratura e della libera impresa: ecco i suoi capisaldi programmatici che lega al rigore nei conti ed alla lotta ad una corruzione che è fra le più alte d’Europa. In Romania l’instabilità è direttamente proporzionale ai numerosi scandali legati alla gestione del potere e alla criminalità organizzata. La grande stampa, secondo alcuni analisti eterodiretta dal suo diretto avversario politico, lo ha accusato di essere un cavallo di troia della cancelliera tedesca Angela Merkel in quanto fautore di un fermo rigorismo nei conti e perché poco propenso a intrecciare rapporti con l’Ungheria di Viktor Orban e con la Russia di Vladimir Putin, a cui invece Victor Ponta guardava.

DICONO DI LUI

Particolarmente ricco nonostante alla voce professione si legga “insegnante”, è stato coinvolto in passato in accuse di adozioni illegali di bambini rumeni da parte di stranieri che però non sono sfociate in procedimenti. I suoi sostenitori riferiscono che ciò sia il frutto della guerra mediatica scatenatagli contro dai socialisti, anche se cinque anni fa è stato indagato per aver ricoperto più ruoli: sindaco, Ceo della Sibiu Parchi Industriali-Sura Mica, oltre che rappresentante della assemblea degli azionisti della Apa Canal Sibiu e Mercati Sc. Da queste accuse è stato assolto in primo grado, ed ora in attesa del secondo.

IOHANNIS DIXIT

“Sarò il presidente di tutti, un presidente libero” sono state le sue prime parole a scrutinio terminato, segno dell’intenzione di voler già veicolare un messaggio “altro” rispetto al suo predecessore. “Grazie agli oltre 6,2 milioni di romeni che hanno scelto il presidente della Romania. Grazie a tutti quelli che hanno votato, oltre il 64%, un’affluenza enorme, la sorpresa più bella di queste elezioni”. E su Facebook aggiunge: “Vi ringrazio, sta iniziando un altro tipo di Romania”.

SCENARI

Ecco, il punto è proprio questo. Un esperimento di natura liberale in un Paese appartenente all’ex blocco sovietico, oggi dotato di un cordone ombelicale diretto con il rigorismo merkeliano e con l’allergia ai compromessi di certi governi socialdemocratici. Gli ingredienti per osservare da vicino quale sarà l’evoluzione della Romania ci sono tutti, anche alla luce dei risultati di Iohannis da sindaco di Sibiu. E’ stato numero uno del Forum democratico dei tedeschi di Romania (Forumul German), anche sfruttando il trampolino di lancio datogli dai riverberi dell’immagine europea di Sibiu, capitale Ue della cultura. In quell’occasione riuscì a far convogliare sulla cittadina una notevole quantità di denaro da Bruxelles, per eventi di vario genere, dalla cultura alle imprese, passando per la cooperazione e l’internazionalizzazione.

twitter@FDepalo

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