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La nostra responsabilità di cittadini ci chiama ad immaginare idee ricostruttive per l’Italia in un’Europa diversa. Chi scrive non immagina alcuna “operazione nostalgia” ma, certamente, la possibilità per il nostro Paese di ritornare grande sulla base di una sintesi virtuosa delle sue meravigliose tradizioni con le sue straordinarie capacità di innovazione.

Vorremmo che l’Italia si ripensasse come “laboratorio della complessità”. E il risultato dipende da ciascuno di noi che, in quanto persona-cittadino, può/deve porre la propria originalità al servizio del bene comune, pretendendo che chi ci rappresenta abbia la statura morale, culturale, politico-strategica che si deve ad un grande Paese.

Ciò che vale per l’Italia, naturalmente, deve valere per ogni altro Paese e l’Europa, in questo, potrebbe giocare un grande ruolo. Ma quale Europa ? Non certo quella dei numeretti, dei vincoli assurdi, dei tecnocrati più o meno “dolci”, bensì un’Europa che sappia essere strategica al suo interno e sul piano globale, che ritorni a studiare e a pensare, realisticamente, l’asse fondamentale italo-tedesco (al di là degli incontri d’arte fra i leader) e che recuperi visioni storiche che, in tempi neanche così lontani e grazie a uomini come De Gasperi e Adenauer, erano ben chiare.

L’Italia può essere maestra di integrazione fra tradizione e innovazione e rappresentare l’esempio di un sistema nel quale il passato non torna ma si ri-crea nel tempo storico dato. Abbiamo bisogno di un’Italia che, come in un laboratorio, chiami tutte le forze a collaborare progettualmente per guardare oltre l’attualità, per uscire dalla tattica pericolosa della ricorsa all’imminenza; primi fra tutti, ma nessuno escluso, chi si occupa  dell’educazione, della formazione e della ricerca (ai vari livelli e nei diversi ambiti) dovrebbe assumere questo impegno e porre il proprio lavoro al servizio di un processo virtuoso di ricomposizione della Conoscenza e della convivenza che, nella nostra logica, sono profondamente interrelate ed inseparabili.

L’Italia che sarà è l’Italia che stiamo immaginando e costruendo. Da noi dipende quel futuro che pensiamo lontano ma che, nella velocità dei cambiamenti globali, già ci percorre.

 

Ricostruire il "laboratorio Italia"

La nostra responsabilità di cittadini ci chiama ad immaginare idee ricostruttive per l'Italia in un'Europa diversa. Chi scrive non immagina alcuna "operazione nostalgia" ma, certamente, la possibilità per il nostro Paese di ritornare grande sulla base di una sintesi virtuosa delle sue meravigliose tradizioni con le sue straordinarie capacità di innovazione. Vorremmo che l'Italia si ripensasse come "laboratorio della complessità".…

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