Skip to main content

Non cambia la strategia dell’Arabia Saudita, il maggior produttore dell’Opec, che ha ha confermato la decisione di non intervenire contro il surplus produttivo, abbassando anzi anche i prezzi al consumo in Europa. Questa decisione rappresenta una conferma della strategia di Riyadh, intenzionata a difendere la propria leadership nel mercato, anche a costo di far crollare ulteriormente il prezzo del barile, che in queste ore ha toccato nuovi minimi, attestandosi sotto i 50 dollari (meno 55 per cento rispetto a giugno, ricorda l’Economist).

IL CROLLO DEI PREZZI (INFOGRAFICA)

20150110_gdc047_1

(fonte: Economist. Clicca sull’immagine per ingrandire)

LA STRATEGIA DI RIYADH

Per Michael Nayebi-Oskoui, senior Middle East and South Asia analyst di Stratfor, a differenza di altri petrostati, Riyadh può sostenere ancora per un po’ questo trend al ribasso. Essa, infatti, così come i suoi principali alleati regionali, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti, vanta più di mille miliardi di dollari in riserve di liquidità. L’obiettivo di questo forcing è triplice: ridimensionare produttori concorrenti, come la Russia; fare la guerra al petrolio di scisto americano e non solo; lanciare un’offensiva del mondo sunnita contro l’Iran sciita, proprio in un momento in cui l’Iran – protagonista del negoziato sul nucleare – pare avere l’opportunità di riaffacciarsi con slancio sulla scena internazionale. Un allarme che la sta facendo riavvicinare anche ai Fratelli Musulmani, commenta l’esperto.

LA FINE DEI PETROSTATI ARABI?

Sono in molti, però, a credere che tale strategia, almeno sul versante economico, non potrà perdurare. Il crollo dei prezzi lascerà solo “macerie” e, secondo Guy Bechor, editorialista di Ynet, segnerà la fine dell’era del petrolio arabo. “Nessuno – commenta – credeva che sarebbe successo così in fretta, ma gli Stati Uniti sono già il più grande produttore di petrolio al mondo, più grande di Arabia Saudita, grazie allo shale, che ha cambiato il mondo dell’energia“. Nel giro di un anno, si prevede che Washington esporti “circa un milione di barili di petrolio al giorno” e ne producano “12 milioni al dì“. Ciò significa che “i prezzi del petrolio continueranno a diminuire“. Come risultato, “la Russia sarà schiacciata“, ma anche “l’Arabia Saudita e il resto dei Paesi del Golfo cadrà” perché “il cartello crollerà“, e “tutte le dittature che si basavano principalmente su petrolio – come l’Iran – si troveranno ad affrontare un futuro cupo“.

IL NODO DELLA SUCCESSIONE

Bechor delinea uno scenario fosco anche per Riyadh, dunque. Quanto potrà perdurare questa situazione è difficile da prevedere. Sulle prossime mosse dell’Arabia Saudita peserà però anche il nodo della successione. Il ricovero di re Abdullah bin Abdulaziz a fine dicembre, ricorda il panarabo Al-Monitor, accresce la possibilità che il regno abbia un nuovo monarca nel 2015. Le questioni più difficili riguardanti la transizione sono tuttavia ancora aperte.

L’ISIS ALLE PORTE

Riyadh ha però anche altri problemi di cui occuparsi, come l’ascesa dell’Isis. Il regno saudita – culla del wahabismo, l’interpretazione più severa dell’islam sunnita -, condivide 800 chilometri di confine con Baghdad e, da quando ha aderito alla coalizione Usa contro il Califfato, è considerata dai tagliagole come una minaccia.
Ciò è costato pochi giorni fa il primo attentato dei jihadisti, nel quale hanno perso la vita tre guardie di frontiera, uccise al confine con l’Iraq.

Tutte le mosse dell'Arabia Saudita nel risiko mediorientale

Non cambia la strategia dell'Arabia Saudita, il maggior produttore dell'Opec, che ha ha confermato la decisione di non intervenire contro il surplus produttivo, abbassando anzi anche i prezzi al consumo in Europa. Questa decisione rappresenta una conferma della strategia di Riyadh, intenzionata a difendere la propria leadership nel mercato, anche a costo di far crollare ulteriormente il prezzo del barile,…

Tutte le vere stranezze del decreto fiscale alla Renzi

Più passano i giorni, più se ne conoscono i tempi e le modalità limitandosi alle cronache giudiziarie e politiche rimaste senza smentite o precisazioni, più il decreto fiscale varato alla vigilia di Natale, e poi ritirato da Matteo Renzi prima ancora che arrivasse alle Camere per i prescritti pareri, rischia di meritare l’aggettivo “osceno” affibbiatogli da Massimo Cacciari, senza arrivare…

Financial Times e Charlie Hebdo, chi sono gli stupidi e i farisei in Europa

Il Financial Times lo ha censurato e Tony Barber, direttore per l'edizione europea, ha riscritto il commento originario purgandolo delle espressioni più odiose. Ma anche dopo il lavacro del politicamente corretto, la sua opinione traspare chiara: quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata. Non solo provocatori (e questa del resto, è la raison d'être del settimanale), ma "stupidi". Si…

erdogan

Charlie Hebdo, le bizzarre parole di Erdogan e la chiarezza di Kerry

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class e dell’autore, pubblichiamo il commento di Alberto Pasolini Zanelli uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi Nel coro di lutto, indignazione, rivolta che si leva da quasi tutto il mondo per la strage di Parigi è forse lecito, una volta tanto, cogliere un paio di dettagli apparentemente marginali: uno inquietante, uno che solleva…

Charlie Hebdo, ecco chi sono i terroristi autori del massacro islamista

La polizia francese ha divulgato un appello, corredato dalle foto dei due ricercati, sospettati del massacro. L’APPELLO Si tratterebbe di due franco-algerini, due fratelli di 32 e 34 anni, tornati in Francia quest’estate dalla Siria. «Chérif Kouachi e Said Kouachi sono presumibilmente armati e pericolosi» si legge nel manifesto. «Invitiamo chiunque abbia informazioni che permettano di localizzarli, a contattare le…

Ecco gli effetti del petrolio a basso costo su pil e occupazione in Italia

In base alla stima preliminare, l’inflazione è calata più del previsto a -0,2% a/a a dicembre, da un precedente +0,3% a/a. Il dato è compatibile con un calo di due decimi dei prezzi nel mese, da ricondursi interamente al calo dei prezzi dell’energia e in particolare dei carburanti. Infatti, l’inflazione core è viceversa risalita in linea con le nostre attese di un decimo…

Tutti i tartufismi dell'Occidente sull'Islam. Parla Luttwak

Grazie all'autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo l'intervista di Goffredo Pistelli a Edward Luttwak uscita oggi sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi A Edward Luttwak il politically correct non fa velo. Questo ebreo americano d'origine rumena, politologo e esperto di studi strategici, quando viene chiamato a parlare di terrorismo islamico, non infiocchetta distinguo ma dice quello che pensa.…

Chi nutre gli atti di guerra

Da tempo denunciamo una situazione di anomia, espressione di un malessere sociale diffuso a livello internazionale, dove prevale il turbo capitalismo finanziario; europeo, per la crisi di una struttura istituzionale costruita malamente e vittima di regolamenti comunitari illegittimi, ahimè sin qui non sottoposti agli indispensabili correttivi, e in Italia, in particolare, per i dati inquietanti di ciò che sociologicamente indichiamo…

Vi racconto lo choc francese di Charlie Hebdo. Parla Jean Pierre Darnis (Iai)

L’eccidio perpetrato a Parigi nei confronti della redazione del settimanale Charlie Hebdo rappresenta un’aggressione contro la libertà di pensiero, parola e satira che caratterizza le democrazie politiche. Ma presenta risvolti geo-politici che richiedono una risposta adeguata da parte dei governi occidentali. Per capire quale possa essere la più efficace e lungimirante anche nei confronti di un fanatismo islamico in piena…

centrodestra

Fisco e Quirinale, è giunto il momento del coraggio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo Anche se vecchi amici mi ricordano come la sostanza della politica sia “golpe” + “lione” – cioè avere la forza (il leone) ma saper usare anche la furbizia (la volpe)- a me sembra che oggi la quantità di “golpe” usata in Italia sia andata oltre il limite massimo sopportabile da una grande nazione. Se ci si…

×

Iscriviti alla newsletter