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Sì alle elezioni. E allora?

Non si capisce questa tragicomica situazione nella quale si sono cacciati i due protagonisti dello sciagurato patto del Nazareno.

Interessati a stabilire una riforma della legge elettorale che vada bene ad entrambi, giorno dopo giorno, si rendono conto di quanto sia difficile mettere insieme ciò che insieme non può stare se non sulla base di un trasformismo deteriore senza più ritegno.

Il Parlamento è formato da una maggioranza iperinflazionata di “nominati” da una legge elettorale dichiarata incostituzionale.

Il governo è affidato a un Presidente del Consiglio mai eletto in Parlamento e sulla base di una rivoluzione del palazzo interno al PD. Vige la realtà equivoca di una falsa maggioranza e di una finta opposizione.

E’ assurdo che alcuni signori, alcuni dei quali in condizioni di precarissima agibilità politica e che in altri Paesi sarebbero fuori da ogni contesto di pubblica  amministrazione, possano stabilire regole nell’anomala situazione incostituzionale in cui versa il sistema.

Meglio, molto meglio, come andiamo sostenendo da tempo, lasciar passare questa inutile presidenza italiana del semestre europeo (tanto rumore per nulla) e poi andare ad elezioni, non con la legge votata da un Parlamento illegittimo,  ma con quella uscita dalla sentenza della Corte costituzionale.

Si elegga il Parlamento con il consultellum e, contemporaneamente, un’assemblea costituente con lo steso sistema elettorale per procedere alle riforme di sistema.

Basta con le conventicole dei toscani a umma umma e si torni all’unica fonte legittima del potere nella nostra democrazia parlamentare, quella della sovranità popolare.

Ettore Bonalberti
www.insiemeweb.net
www.don-chisciotte.net

Elezioni anticipate, perché no?

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macron italia francia silvestri

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