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Riceviamo e pubblichiamo questo commento di Stefano Biasoli, segretario generale Confedir

Renzi e co., in questi mesi, si sono agitati. Ma i frutti sono stati pochi. Sono state varate – e solo parzialmente, perché mancano decine e decine di decreti delegati e di circolari – alcune riformicchie, mal concepite, mal scritte, financo parziali.

Una su tutte. Quella di riforma della p.a. che, invece di ottimizzare il funzionamento dell’enorme baraccone pubblico, aggiunge problemi a problemi e dona privilegi a pochi, ai soliti noti.

Soffermiamoci sul blocco dei contratti pubblici esteso anche all’anno 2015. Dopo l’infelice frase della Madia, è insorta la Triplice e sono sobbalzate (ma solo un po’) le Organizzazioni sindacali Mediche. Ma troppo tardi. In netto ritardo. Dov’erano, infatti, tutti costoro quando noi della Confedir segnalavamo il pericolo che i contratti pubblici, dopo il blocco 2010-2014, restassero in stand-by fino al 2020?

La sequenza dei responsabili degli stop contrattuali è chiara: Tremonti, Monti, Letta, Renzi. Ma la scelta dell’attuale governo non è di questi giorni; era già chiara nel DEF di Primavera, con il blocco dell’indennità di vacanza contrattuale fino a tutto il 2017.

Ed allora, o le prefiche di oggi non hanno letto il Def 2014. Oppure (cosa probabile) hanno preferito fidarsi di chi era allora all’apice dei consensi. Ergo, non doveva essere “disturbato”.

Noi, da vecchi scafati, avevamo visto/previsto il giusto. Tant’è che, con qualche nostro amico abbiamo scommesso che il prossimo rinnovo dei contratti pubblici si avrà alla fine del 2018, a valere per il triennio 2019-2021. Pensateci, succederà dopo i famosi 1000 giorni…

E così avverrà (purtroppo), se il governo Renzi resisterà per 1000 giorni. Così avverrà, perché non ci si può fidare di un gruppo che, per 2 mesi, smentisce stop ai Ccnl: si vedano le cronache di luglio e di agosto. Non ci si può fidare di chi da un lato annuncia l’assunzione di 150-190mila precari della scuola e, dall’altro, dice: “Non ci sono soldi per i contratti pubblici. Vi abbiamo dato gli 80 euro…” (Madia).
Sorvolando sugli errori comunicativi, ricordiamo all’improvvisata Compagnia di Tespi che la p.a., con il blocco pluriennale dei contratti e delle indennità di vacanza contrattuale, ha almeno già regalato allo Stato almeno 21 miliardi di euro, in 5 anni.

Almeno, perché se alle persone del comparto sono stati “negati” almeno 80 euro/mese per 5 anni, ai dirigenti della p.a. è stato negato ben di più: almeno 400 euro/mese per 60 mesi, finora. Ossia 24mila euro a persona, escluse 6 tredicesime e salario di risultato.

Alla Madia diciamo chiaro che “sulle cifre non si può barare!”.
Dopo averlo scritto nel Def di Aprile, il Tesoro e Renzi avevano smentito il blocco contrattuale. “Gufi, sono gufi”… dicevano. Se quelli della p.a. sono gufi, loro sono certamente “gatti neri” in mezzo alla nostra strada.

E’, questo, lo stesso governo che ha bocciato le ipotesi di Cottarelli, ossia i tagli verticali alla P.A. Ma era marzo, si era in fase pre-elettorale. Ora, in Italia, 8 milioni di lavoratori sono in attesa di un rinnovo contrattuale. Di questi, 3,2 milioni sono nella p.a.
Ma, ora, LORO dicono: “ Abbiamo già dato”. In pochi mesi ci hanno riempito la testa di falsità.

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