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“Borsa Italiana dà il benvenuto a Giorgio Fedon & Figli”: così Milano saluta la matricola della pelletteria già quotata su Euronext Paris che debutta il 18 dicembre su Aim, il mercato dedicato alle pmi, ventiduesima e ultima del 2014. La Internet company Axélero, e il produttore di componentistica automotive Modelleria Brambilla la hanno preceduta nelle prime due settimane di dicembre e, come ogni anno da quando è stato fondato, il mercato alternativo mutuato da Londra è stato un assoluto successo.

AIM VS MTA
Non si può dire lo stesso del listino principale, l’Mta, dove, a parte la parentesi Rayway, quotata dal 19 novembre, la situazione è di un’immobilità pressocché totale. Dopo il fermento primaverile-estivo certo generato dall’entusiasmo per il ritorno degli investitori e le promesse del governo di accelerare sulle riforme. Senza dimenticare il ritiro, a dicembre 2013, di Savino Del Bene che pure avrebbe potuto profittare della scia del successo di Moncler, nell’estate del 2014 il fuggi fuggi è stato generalizzato: Rottapharm, azienda con il bilancio a posto poi acquisita dal competitor svedese Meda; il gruppo delle lotterie Sisal. Infine, a ottobre, avevano detto addio al listino a un passo dal traguardo Italiaonline e Intercos: la prima che opera in Internet, la seconda nei cosmetici, entrambe non sono riuscite a spuntare il prezzo sperato. Anche tutti debutti delle statali, da Enav, a Poste, a Sace, a Fs hanno preso tempo almeno alla seconda metà del 2015. Della folla di matricole annunciate alla fine è rimasto ben poco.

IL RESTO D’EUROPA
In Italia cioè solo le pmi osano, mentre le società maggiori che aspirerebbero a volare alto alla fine hanno tirato i remi in barca. Rispetto agli anni più bui della crisi può essere considerato già un successo, ma la prospettiva cambia se si inserisce il Belpaese nel contesto europeo. Secondo PwC le Ipo europee nei primi 11 mesi del 2014 sono salite dell’84% rispetto all’intero 2013: 344 imprese hanno raccolto 48,8 miliardi di euro rispetto ai 26,5 miliardi del 2013. A Londra, 122 Ipo hanno raccolto 18,9 miliardi di euro nel 2014, + 31% rispetto al 2013.

LE PREVISIONI

La società di revisione contabile prevede inoltre che a fine anno il valore delle debuttanti raggiungerà i 50 miliardi di euro, di cui circa 10 miliardi di euro nel quarto trimestre, rendendo il 2014 l’anno più attivo dal 2007. A ben guardare però, fatte le dovute proporzioni, anche l’Europa ha un po’ sofferto sul tema debuttanti. “Il mercato delle Ipo nel 2014 è stato a due velocità – spiega Matteo Colombo, Capital Markets & Accounting Advisory di PwC – L’inizio dell’anno è stato caldo e caratterizzato da molto fermento. Poi, nella seconda metà questo attivismo è stato oscurato dalla prudenza degli investitori causata da un aumento della volatilità dei mercati, per via dell’instabilità geopolitica in Ucraina e in Medio Oriente e dell’incertezza circa la crescita economica in Cina e in Europa”. Tuttavia, la pipeline del 2015 fa ben sperare che si riapra velocemente una finestra per nuovi debutti.

Ipo 2014: mai così bene dal pre-crisi in Europa, ma in Italia vola solo l'Aim

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