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Un movimento che segue, in parallelo, la vita e la morte di una stella cometa. Con una parabola politico-mediatica quasi ultimata, iniziata con la rivoluzione del 2013 (e quindi la fisiologica deriva di cittadini catapultati in un giorno sui banchi del Parlamento) e continuata con espulsioni, patti genovesi e incassi da blog, oltre che con un tafazzismo incredibile, così come l’ha definito Andrea Scanzi sul Fatto. La storia del Movimento Cinque Stelle sta subendo una battuta d’arresto definitiva? Punto di partenza le ennesime espulsioni, ma anche – o soprattutto – il crollo elettorale in Emilia e quel trasporto di eletti e militanti dalla rete virtuale alla piazza reale.

FUORI
Artini e Pinna sono i due deputati messi fuori da Grillo perché accusati di non aver reso parte dello stipendio, ma sono anche gli stessi che dopo il flop alle Regionali avevano mosso critiche durissime. La risposta di Beppe Grillo, oltre all’espulsione, si ritrova nel nuovo direttorato a cinque e nella minaccia di farsi da parte. “Una battuta per nulla rivoluzionaria”, dice a Formiche.net il giornalista Federico Mello (un passato al Fatto Quotidiano, ora a Servizio Pubblico e all’Huffington Post), esperto del Movimento 5 Stelle, al quale ha dedicato il pamphlet “Il lato oscuro delle stelle” (2013) e “Un altro blog è possibile” (2014). Già prima delle europee il comico genovese aveva infatti minacciato un passo indietro dalla politica e dal movimento, ma sarebbe stato un “fatto significativo se avesse lasciato gli eletti e i militanti a decidere cosa fare”. Invece la sua stanchezza è per Mello un “fatto formale” al pari dei cinque neo nominati (Di Battista, Di Maio, Roberto Fico, Ruocco, Sibilia) che “confermano la sua leadership per intero”.

MADE IN CASALEGGIO
La novità, quindi, sta nel fatto di una nuova gerarchia che da “Grillo discende” e da lui dipende. Così come l’intera infrastruttura di mosse e contromosse. Tutto concordato con Casaleggio, aggiunge Mello. Anche se da qualche tempo l’ideologo è fuori dai radar per un problema personale, resta quello il binomio direzionale di post e titoli, perché “la sinergia tra i due tiene e continua a tenere, altro che rottura”. Il riferimento è a tattiche e strategie che sono state “da sempre appaltate a Casaleggio, compreso l’utilizzo del blog in maniera capestro e le frasi di ieri”.

DALLA RETE ALLA PIAZZA
Ma quando siamo più o meno a quasi due anni di legislatura, ecco che lo spettro di uno sfascio completo si staglia sul M5S. Non è affatto una fase di assestamento, certifica Mello, “stanno andando a sbattere contro un muro facendosi molto male”. Ma soprattutto a cadere è tutta “l’impalcatura a cinque stelle”. Un elemento di novità si ritrova senz’altro nella protesta di eletti e militanti sotto casa Grillo a Marina di Bibbona, “non ricordo una contestazione così nella storia della Repubblica Italiana”. E colpisce perché la ricerca del faccia a faccia fisico con il leader rappresenta “l’estremo opposto della politica digitale che hanno propagandato in questi anni”. In quella richiesta avanzatagli sotto la sua abitazione, quindi un luogo apolitico, ecco stagliarsi il “trasporto fisico dai blog e dalla rete sino alla casa vacanze usata dal comico, un luogo fortemente privato e quindi carico di significati”. Quelle presenze lì sotto certificano che twitter, facebook e forum “sono solo sciocchezze e la gente adesso vuole parlargli in faccia”.

TREND
Una mossa “tanto al di là, che come minimo ci sarà una frattura netta”, aggiunge Mello. Ma non solo, perché dopo l’incontro di due giorni fa il senatore Samuele Segoni ha raccontato che secondo Grillo il movimento non è affatto in crisi perché il blog va bene ed è quello che porta i click. “E’ ciò che ho spiegato nel mio libro Un altro blog è possibile – sottolinea Mello – il movimento non si è organizzato per fare proposte politiche ma tutto è finalizzato ai contenuti del blog di Grillo e della sua galassia”. Per loro conta solo “essere virali e non fare politiche per incidere nelle dinamiche comuni”.

BECCHI
Ha detto che il M5S per risollevarsi dovrebbe “uscire dai palazzi”, ma il M5S in quei palazzi c’è appena entrato. “I pentastellati sembrano non avere memoria della storia, di ieri e di oggi, ma vivono solo di presente – replica Mello – ma oggi essendo entrati a pieno titolo nella dinamica parlamentare non si può più tornare per strada perché si sono candidati a dare risposte concrete, che si danno dal palazzo e non dalle piazze”. Una storia ormai compromessa anche dall’impatto nella vita di ciascuno di tutte le questioni grilline, dai rimborsi agli scontrini, dalle riforme non fatte alle varie proposte. Il futuro? Passa secondo Mello da un nuovo modo di intendere i Cinque Stelle, “quello che ad esempio ha in mente Pizzarotti”. Uno che “patti con Beppe il Diavolo non ne ha fatti”. Anzi.

twitter@FDepalo

BEPPE GRILLO

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