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La lunga lista delle amministrazioni inadempienti pubblicata sul sito dell’Agenzia per l’Italia digitale e spulciata da Formiche.net ha diviso gli animi. E se alcuni tra i malcapitati in lista hanno sentito di giustificarsi fornendo precisazioni sulla propria inadempienza, gli addetti ai lavori si sono confrontati sulla legittimità del procedimento adottato in Agid.

LE RICHIESTE DELL’AGENZIA

A settembre, Agid ha messo a disposizione di tutte le amministrazioni la procedura online per comunicare l’elenco delle basi di dati “in loro gestione e degli applicativi in uso”, così come previsto dalla normativa vigente. La richiesta è stata accolta da 15.100 amministrazioni e per lo più ignorata da altre 10.320.

GLI “INADEMPIENTI”

Nella lista divisa per Regioni nessuno è escluso: spiccano i piccoli comuni, ma ci sono anche i grandi, compreso Roma Capitale. Molti gli istituti scolastici, tra cui anche le università come la Bocconi di Milano. Ci sono poi gli ordini professionali e le aziende ospedaliere, tra cui il Policlinico Umberto I di Roma. Tra gli inadempienti figurano anche la Camera dei deputati ed alcuni Ministeri oltre ad alcuni enti lirici come il Teatro alla Scala di Milano.

LE PRIME REAZIONI

L’Agid era tenuta a scoperchiare il calderone delle Pubbliche Amministrazioni?
“L’iniziativa dell’Agid di pubblicare le PA – a suo dire inadempienti – non è dettata da trasparenza ma da eccesso di potere. Sarebbe stato più etico, in mancanza di un obbligo sottoposto a sanzione, rinnovare l’invito alle PA interessate di provvedere ad inviare i dati”, ha commentato Massimo Melica, avvocato specializzato in diritto applicato alle nuove tecnologie, in una conversazione con Formiche.net.
Ecco perché secondo l’avvocato non sarebbe possibile dichiarare “inadempienti” le Pubbliche Amministrazioni. “L’art. 57 bis del Codice dell’Amministrazione Digitale prevede che ‘La mancata comunicazione degli elementi necessari al completamento dell’indice e del loro aggiornamento è valutata ai fini della responsabilità dirigenziale e dell’attribuzione della retribuzione di risultato ai dirigenti responsabili’”, spiega Melica.
A questo, secondo l’avvocato, bisogna aggiungere il fatto che alcuni nomi inclusi nella lista, come gli Ordini professionali, ad esempio, “sono enti pubblici non economici autonomi e indipendenti pertanto non vengono coinvolti nelle disposizioni previste dal Codice dell’Amministrazione digitale, in particolar modo nelle valutazioni sulle performance individuali dei dirigenti responsabili in caso di mancato invio dei dati all’Indice delle pubbliche amministrazioni”.
Una curiosità, non indifferente secondo Melica, sarebbe la richiesta da parte dell’Agid di aggiungere alle normali richieste di informazioni necessarie al completamento dell’Indice delle pubbliche amministrazioni esplicitate sul sito ufficiale (l’indirizzo postale, il responsabile dell’Ente, il sito web istituzionale, indirizzi di posta elettronica, il codice fiscale e il logo, informazioni sulla struttura organizzativa, uffici e loro struttura gerarchica e informazioni relative agli uffici di protocollo), anche i riferimenti ai profili Facebook, Twitter, You Tube e Google Plus delle amministrazioni.
Quanto all’Ipa (Indice delle pubbliche amministrazioni), sostiene Melica, “sono passati ben 14 anni dalla sua istituzione, che nell’era del web sono secoli. Sarebbe il caso di sopprimerlo o di ristrutturarlo a seconda delle più attuali esigenze”.

UNO SCAMBIO DI VEDUTE

Un confronto tra addetti ai lavori e personale interno all’Agid è scaturito anche su Facebook dopo un post di Melica pubblicato sul suo blog “Sotto un cielo di bit”.
Sul social network di Zuckerberg alle accuse di “becero protagonismo dell’Agenzia” e di “gogna mediatica” di Melica, Roberto Scano, esperto assunto in Agid il mese scorso, oppone la “trasparenza”: “Io la chiamo trasparenza, e diritto di chiunque di sapere chi adempie o meno”, ha scritto su Facebook.

CAMBIARE LA CULTURA

Sentito da Formiche.net, Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e direttore del Comitato di indirizzo dell’Agenzia, ha commentato invece così la ritrosia delle Pubbliche amministrazioni: “C’è da cambiare una cultura. Ma questo processo non è così facile come accendere un interruttore. Bisogna impegnarsi per favorire il cambiamento”.

POGGIANI ROMPE L’INCANTESIMO

“Mettiamo in piazza la biancheria sporca, se serve”, è stata invece la reazione di Paolo Colli Franzone, co-fondatore e direttore Generale di Netics, osservatore del mercato Ict specifico per la pubblica amministrazione, che su Tech Economy ha dato atto a Poggiani di “aver rotto quel meraviglioso incantesimo del “machissenefrega””.
Il sogno dell’esperto? “Che prima o poi si possa leggere un decreto che fissi un obbligo per le amministrazioni e contemporaneamente stabilisce la sanzione per smemorati e obiettori digitali”.

LA RIORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE

Intanto in Agid continua la ristrutturazione guidata da Poggiani. “Al 31 luglio AgID non aveva un’organizzazione e un regolamento del personale. Ad agosto sì”, ha detto il direttore dell’Agenzia elencando tutti i risultati raggiunti.
Sulle pratiche dell’ente che riguardano il personale dell’Agenzia, ha aggiunto qualche dettaglio un funzionario dell’AgID, Daniele Tatti: “L’Agenzia conta attualmente circa 90 dipendenti, di cui 6 dirigenti ma, nel complesso, dall’AIPA fino all’Agid ne sono transitati molti di più, forse 250 o 300 che comprendono molte decine di dirigenti. Ebbene, a parte credo una sola eccezione di molti anni fa, su molte decine di dirigenti nessuno è stato reclutato dall’interno dell’ente”, ha scritto Tatti sul Corriere delle Comunicazioni.
“La disponibilità a reclutare dirigenti dall’esterno è stata una evidente costante delle passate gestioni dell’ente”, ha aggiunto il funzionario che si è detto convinto però che “il completamento della governance dell’Agenzia e la riorganizzazione in corso potrebbero finalmente aprire delle prospettive di crescita professionale.
Nel frattempo in Agid le assunzioni continuano a sbocciare: quattro avvisi per un totale di 8 incarichi tra addetti alla comunicazione, social media specialist ed esperti nell’ambito dell’amministrazione digitale si aggiungono alle consulenze di esperti e all’incarico dirigenziale conferito da Poggiani fresca di nomina. 

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