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Uno dei paradossi più frequenti in politica è che non c’è migliore alleato del proprio avversario. Per Renzi questa regola vale non solo nel dibattito parlamentare ma anche, se non soprattutto, con il sindacato emblema della sinistra più conservativa.

Da diverse settimane, la Cgil – non isolata – strilla denunciando i rischi per l’occupazione legati alla possibile chiusura dell’impianto di raffinazione dell’Eni a Gela. Poiché persino i rappresentanti della Triplice sanno far da conto, non sfugge il dato economico drammatico per cui qualunque impresa avrebbero, e da tempo, chiuso quello stabilimento. Ovunque in Europa il business della lavorazione del petrolio è in crisi ed il settore è in piena ristrutturazione. Al punto che lo stesso Renzi ha posto questo fra i temi del Semestre italiano.

Ebbene, tornando a Gela, qualunque sindacato, calcolatrice alla mano e testa sulle spalle, non si sarebbe intestata la battaglia per il mantenimento dello status quo (insostenibile oltre ogni ragionevole dubbio). Avrebbe piuttosto chiesto responsabilità all’impresa chiedendo di contribuire ad un piano di riconversione industriale.

Cos’hanno fatto i nostri a Gela? Non contenti di protestare contro le ipotesi di estrarre Oil e Gas in Italia, non soddisfatti della tassazione sulle benzine, non appagati dalle proteste contro l’inquinamento di questi impianti, chiedono al governo e all’Eni di lasciare tutto com’è. Renzi è intelligente e anche fortunato. Il Cane a sei zampe non abbandonerà la Sicilia (come qualunque altra impresa multinazionale avrebbe fatto, e altrove stanno facendo). Propone un piano di oltre due miliardi di euro per mantenere i livelli occupazionali ma trasformare lo stabilimento scommettendo su una conversione green.

Gela potrà cambiare verso e potrà salvarsi. Lo farà contro l’ottusità sindacale della conservazione a tutti i costi (pagati dagli altri) e con la capacità di Renzi di farsi lui interprete politico dello scampato pericolo per circa tremila famiglie. Il presidente del Consiglio e segretario del Pd ha annunciato la scorsa settimana, in diretta streaming, che quest’estate farà un tour nel Sud Italia, nei luoghi maggiormente colpiti dalla crisi. Ha citato Gela dove potrà incassare un grande successo. Grazie soprattutto a quel sindacato che è all’opposizione sua e del futuro industriale del Paese.

Eni, a Gela si cambierà verso nonostante i niet della Cgil

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