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Trentotto operatori interpellati, ventisette risposte ricevute, con un’adesione al 71 per cento. Per un tema che non si preannunciava per nulla facile: il valore sociale degli investimenti Sri, un “quid” difficile da individuare e comprendere che va oltre le strette analisi finanziarie e di performance, ma che è “nascosto” in ogni scelta di finanza responsabile. E che ETicaNews ha voluto portare alla luce attraverso l’indagine giornalistica “Il valore nascosto dello Sri. Comprendere e condividere la valenza sociale degli investimenti” nella convinzione che possa rappresentare un fattore di moltiplicazione del consenso attorno al modello di Socially responsible investing (Sri) . Un lavoro durato due mesi che ha messo idealmente attorno a un tavolo i principali operatori della finanza (Sgr, fondi pensione, soggetti impact, Reti, Associazioni di promotori e consulenti) e che ha fatto emergere la forza della dimensione valoriale degli investimenti Sri e il suo potenziale aggregante: il “quid” dell’investimento Sri riguarda una visione del mondo che è in grado di incidere nelle scelte di investimento e che, se condivisa e adeguatamente comunicata, può creare community e quindi valore.

Il sondaggio agli operatori, attuato attraverso un questionario scritto, è stato articolato attorno due distinti momenti: Comprendere per condividere, in cui si è cercato di capire quanto il valore sociale degli investimenti Sri sia compreso e riesca a incidere nella scelta di investimento; Condividere per comunicare, dove ci si è chiesti quanto sia condiviso e comunicato all’interno e all’esterno dalle stesse organizzazioni che sono chiamate a gestirlo e/o a investirci.

 

COMPRENDERE PER CONDIVIDERE

I principali risultati (vai alla sintesi della presentazione, i dati completi saranno pubblicati nelle prossime settimane in ebook) hanno indicato che la comprensione del “quid” da parte dei soggetti interpellati è nel 78% dei casi legata a una visione nel mondo: è quindi diffusamente percepita l’esistenza di un valore nascosto legato a una dimensione esistenziale e valoriale. Non solo. Per la maggior parte degli interpellati, il valore sociale dell’investimento Sri è in grado di catalizzare le scelte degli investitori, ossia far scegliere un investimento Sri al posto di uno standard. Sia a parità degli altri parametri, sia indipendentemente dalla parità degli altri parametri. Anzi. In questo secondo caso, si allarga la platea (che sale dall’85% al 92%) di chi afferma che esiste un valore sociale che induce a scegliere l’investimento Sri al posto di un altro standard. Un risultato che suggerisce come svincolare la scelta di investimento dal confronto con altri parametri, permetta alla dimensione del valore sociale di emergere ed essere compresa con più forza. L’indagine ha poi mostrato che la disponibilità a investire Sri è caratterizzata da una distribuzione equilibrata delle situazioni e dei settori preferiti, indice di un’evoluzione nella comprensione del valore sociale dello Sri: a catalizzare le attenzioni non sono solo temi controversi come armi e sfruttamento, interpreti di una prima generazione di Csr, ma anche le situazioni in cui, in settori a rischio o nelle grandi corporation, si applicano politiche Csr per ridurre l’impatto negativo socio/ambientale. Infine, la grande maggioranza di chi ha risposto crede che questo valore sociale sia riconosciuto e apprezzato dagli interlocutori e il 92% ritiene che la sua condivisione possa creare community e quindi valore.

 

CONDIVIDERE PER COMUNICARE

Dopo la comprensione, tuttavia, per costruire la Community Sri è necessario che la condivisione si trasformi in comunicazione. Come condividere il valore sociale? Gli operatori sono attivi su questo fronte? Che cosa stanno facendo? Dall’indagine è emerso che informazione e formazione sono gli strumenti di condivisione che raccolgono maggiore consenso, seguiti da convention e impact assessment. La maggior parte dei soggetti (81%) sta inoltre mettendo in atto attività di comunicazione del valore sociale degli investimenti Sri. Si tratta chiaramente di una risposta indicativa di una presa di consapevolezza della necessità di comunicare, ma che deve essere necessariamente integrata da un’analisi più qualitativa e puntuale della profondità delle azioni messe in campo. Il 27% di chi ha risposto di comunicare il valore sociale ha infatti dato risposte poco circostanziate o ha fatto riferimento a un impegno futuro: ha indicato che “si sta attivando ora”, “sta aumentando la comunicazione”; fa riferimenti a documenti o reportistica base; sollecitato da una domanda specifica, non ha descritto le attività intraprese. Nel complesso, c’è maggiore condivisione all’interno che all’esterno dei soggetti che devono gestire e/o investire nel valore sociale. Il 44% afferma che il valore sociale è adeguatamente comunicato e condiviso all’esterno dalla propria organizzazione contro il 67% ritiene che sia adeguatamente comunicato all’interno.

Certamente, una completa valorizzazione all’interno e all’esterno delle organizzazioni del valore sociale può essere favorita dall’individuazione, in una dimensione il più quantitativa possibile, di quale sia l’impatto di questo valore sociale. Si è chiesto così se il valore sociale viene monitorato e misurato. Il risultato è stato un sì corposo (52%), ma molto eterogeneo negli strumenti indicati e nella comprensione della domanda stessa. Infine, solo il 22% dichiara di monitorare i risultati della comunicazione del valore sociale.

 

IL PANEL E LA METODOLOGIA

L’indagine è stata lanciata nel mese di settembre e si è chiusa a fine ottobre. Ha chiamato in causa quegli operatori che già hanno mostrato attenzione alle tematiche Sri, ma anche soggetti il cui coinvolgimento è importante e auspicabile per la diffusione della finanza Sri, per la rottura, in definitiva, di quel circolo vizioso in cui l’investimento etico si dibatte da tempo, tra mancanza di offerta e mancanza di domanda. Nel dettaglio, per fondi pensione e Sgr si è partiti dai risultati del Dossier “Caccia allo Sri”. Sono così stati contattati i fondi pensione negoziali che hanno già adottato politiche Sri (più tre fondi aziendali individuati dal Forum per la Finanza Sostenibile) e le maggiori Sgr operanti in Italia secondo la classifica di Assogestioni che hanno un’offerta Sri. Inoltre, il panel è stato integrato con una selezione di soggetti impact. Si è scelto poi di allargare lo sguardo ad altri protagonisti dell’industria finanziari italiana per capire quanto il tema fosse o meno nell’agenda di chi si trova a promuovere gli investimenti, interpellando una selezione di associazioni di promotori e consulenti considerate rappresentative e le maggiori sette Reti secondo la classifica di Assoreti.

Ed è dal mondo della distribuzione che è arrivato uno dei dati più significativi: nessuna delle Reti ha partecipato.

 

 

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