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Un problema chiamato Belgio. L’Ue fa pressione sul primo ministro belga affinché cambi posizione sul piano di prestiti all’Ucraina. La prima giornata del Consiglio europeo di Bruxelles è stata caratterizzata dal tema bellico, dal momento che si intreccia con le novità che giungono dalla Casa Bianca (le nuove sanzioni americane colpiscono il cuore del sistema russo). Il presidente del Consiglio europeo António Costa deve convincere De Wever a concedere un prestito di 140 miliardi di euro all’Ucraina, utilizzando i beni congelati della Russia. Passaggio su cui Volodymyr Zelensky ha posto una condizione: Kyiv darà priorità all’industria nazionale ed europea nell’impiego dei fondi del prestito, ma chiede al contempo di poter acquistare prodotti americani se necessario, riannodando il filo strategico della sua recente visita da Donald Trump. Ma provando anche a rafforzare il link con Roma: ne hanno parlato Zelensky e Giorgia Meloni, anche al fine di “proteggere il nostro settore energetico dagli attacchi russi e renderlo più resiliente”, ha scritto su X il leader ucraino.

Sul tavolo Ue, quindi, ci sono anche i progetti di difesa congiunti nell’ambito dello strumento “Safe” e l’utilizzo dei beni russi congelati. Secondo Zelensky è giusto che questi fondi siano destinati a sostenere e difendere l’Ucraina. Per cui la traccia del Consiglio è stata triplice: l’uso dei beni russi congelati per un prestito all’Ucraina, il pacchetto di sanzioni che include il divieto sul GNL russo dal 2027 e infine l’autonomia sulla spesa dei fondi di prestito chiesta dall’Ucraina.

Non solo guerra, Meloni ha riunito il consueto gruppo sull’immigrazione per fare il punto sulla situazione. Assieme ai Primi Ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha ospitato una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative in ambito migratorio, presenti i leader di Ue, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia e Svezia. Da un lato von der Leyen chiede di accelerare ulteriormente i negoziati relativi al Regolamento rimpatri e alla lista Europea di Paesi di origine sicuri. Dall’altro il premier italiano ha battuto ancora una volta sul tasto della capacità delle Convenzioni internazionali di rispondere alle sfide della migrazione irregolare. Della questione i leaders torneranno ad occuparsene a Roma il prossimo 5 novembre in occasione di un incontro convocato ad hoc che servirà ad attualizzare il tema migratorio all’interno dei contesti internazionali, per giungere ad una gestione ordinata dei flussi migratori.

In precedenza Meloni (che lunedì riceverà a Palazzo Chigi il Primo Ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán) aveva incontrato oggi a Bruxelles la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen per riflettere su competitività, transizione climatica e semplificazione. Come ribadito in occasione delle comunicazioni alle Camere, il presidente Meloni ha ribadito la necessità di urgenti provvedimenti a sostegno del settore automobilistico e delle industrie ad alto consumo energetico, in particolare sul fronte della riduzione dei prezzi dell’elettricità.

Asset russi e immigrazione. La giornata di Meloni al Consiglio Ue

La prima giornata del Consiglio europeo si è concentrata sulle discussioni belliche e sui riflessi geopolitici delle ultime decisioni di Trump, dopo che un nuovo vertice con Putin è stato annullato. Meloni ha colto l’occasione per riunire il gruppo di leaders sull’immigrazione, dando appuntamento a Roma per il prossimo 5 novembre. Il nodo Belgio sugli asset e le richieste di Kyiv

Da Obama a Trump. Quando il potere siede a tavola (a Cafe Milano)

Anche per gli standard già illustri del locale, la serata di mercoledì è stata piuttosto movimentata. Tra un risotto allo zafferano e una battuta – sempre misurata, ma sagace –  di Franco Nuschese, il ristorante simbolo del potere a Washington ha messo insieme due ex presidenti americani (democratici): Joe Biden e Barack Obama, ciascuno impegnato in cene separate ma inevitabilmente al centro dell’attenzione. E un folto gruppo di rappresentanti del governo Repubblicano. Il locale è diventato il punto di riferimento del potere (anche di casa nostra)

Vi racconto l’alba delle relazioni italo-marocchine. L'intervento di Salzano

Di Pasquale Salzano

L’Italia e il Marocco, per la loro storia e la loro posizione, possono essere i pilastri di questo equilibrio euro-mediterraneo, unendo le loro energie e le loro culture per promuovere la stabilità e lo sviluppo condiviso. Pubblichiamo la Lectio Magistralis di Pasquale Salzano, ambasciatore d’Italia in Marocco, tenutasi in occasione del 200º anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e il Marocco (1825–2025)

Dalla giustizia al business, giorni produttivi per le relazioni Roma-Riad

Di Emanuele Rossi e Massimiliano Boccolini

In due giorni consecutivi, Roma ha ospitato due momenti importanti per la continuazione del dialogo tra Italia e Arabia Saudita. Mercoledì 22 ottobre, la firma di un protocollo di cooperazione giudiziaria tra i ministri Carlo Nordio e Waleed bin Mohammed al-Smaani; giovedì 23, il Saudi-Italian Business Forum al St. Regis

Che fine ha fatto il re del fentanyl Zhi Dong Zhang

Ha tanti passaporti e dopo un tentato trasferimento in Russia si troverebbe oggi a Cuba. Ma la giustizia americana vuole condannarlo per traffico di droga e riciclaggio. Vita e fughe del misterioso re cinese della droga

La diplomazia dell'Europa in campo. Il canale cinese per salvare le terre rare

Nelle ore del Consiglio europeo chiamato a trovare una quasi impossibile quadra sugli asset russi, prende corpo la strategia comunitaria per ripristinare le forniture di minerali critici, senza i quali Difesa e auto rischiano una brusca frenata. L’Ue non può permettersi di rimanere a secco di materie strategiche e non ha la stessa forza contrattuale degli Usa, che nel frattempo stipulano accordi con Paesi terzi. La prossima settimana primo round con il ministro del Commercio Wentao

Tutelare i settori critici e promuovere la cultura degli investimenti in sicurezza. Cosa farà la Fondazione Praexidia

La Fondazione Praexidia ha aperto il suo percorso con un primo convegno pubblico dedicato alla tutela dei settori industriali strategici italiani, tra cui difesa, aerospazio, energia e biotecnologie. Tra Golden Power, sicurezza delle supply chain, innovazione e resilienza industriale, il dibattito ha evidenziato l’urgenza di un cambio di paradigma per garantire la competitività e la tutela del tessuto industriale nazionale

Perché la minaccia russa non è solo un problema dell’Est. Intervista all'amb. Kuningas SaagPakk

Di Andrea Catalini

La minaccia russa non si ferma ai confini ucraini ma riguarda l’intero continente. Per l’ambasciatrice di Estonia presso la Santa Sede, Celia Kuningas SaagPakk, l’Europa deve rafforzare la propria autonomia strategica e costruire una vera Unione europea della Difesa. Affidarsi agli Stati Uniti non basta più: servono investimenti comuni, visione condivisa e il rispetto del diritto internazionale come fondamento della sicurezza europea

L’Intelligence come nuova forma di cultura. La riflessione di Caligiuri

Di Mario Caligiuri

Nell’epoca della sovrabbondanza informativa, l’Intelligence emerge come una nuova forma di cultura: un sapere capace di unire discipline e di leggere lo spirito del tempo. Pubblichiamo l’estratto del volume “Intelligence”, Treccani, a firma del professore Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di intelligence e direttore del master in Intelligence (Università della Calabria), che sarà presentato il 30 ottobre insieme a Massimo Bray, Bernardo Mattarella, Lorenzo Guerini e Vittorio Rizzi presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana (Sala Igea – Palazzo Mattei di Paganica)

Bruxelles stringe sui diplomatici di Mosca. Così l'influenza del Cremlino perde terreno

Il nuovo pacchetto di sanzioni europee alla Russia punta dritto al cuore della macchina d’influenza russa. Da oggi, i diplomatici di Mosca dovranno muoversi sotto controllo, segnalando ogni spostamento nello spazio Schengen. È la risposta politica a una minaccia che preferisce giacca e cravatta alle divise, penetrando così nella profondità delle società europee

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