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Che cosa resta dunque della flessibilità delle regole europee sbandierata in Italia dal governo dopo le riunioni dell’Eurogruppo e dell’Ecofin? Vediamo un po’.

Sull’Eurogruppo già ieri abbiamo notato che la riunione ha auspicato, per consolidare i conti pubblici e per riavviare la crescita, lo spostamento dell’imposizione fiscale dal lavoro alle proprietà, ai consumi e all’inquinamento. Non è stato scritto più tasse per tutti, ma ci manca davvero poco.

E ieri com’è andata la riunione dei ministri economici e finanziari dell’eurozona? Un successo, secondo le testuali parole di un membro dello staff del governo raccolte in un retroscena del quotidiano la Repubblica. Un successo, dunque, molto bene. Infatti nel titolo del pezzo il ministro Piercarlo Padoan dice: eviteremo manovra e procedura.

Eppure, qualche riga più avanti dello stesso articolo di Repubblica – non proprio un covo di gufi e rosiconi anti Renzi – si legge: l’Ecofin “ha ratificato le raccomandazioni sull’Italia preparate a maggio dalla Commissione e poi indurite”. Ohibò, dunque che succede? “Di fatto – si legge – chiedono una manovra a Roma, che il governo non vuole fare, e non accettano la richiesta dell’Italia di prorogare al 2016 il pareggio di bilancio, aprendo la porta a un procedura per debito eccessivo che dal 2015 legherebbe le mani al governo”.

Però, beninteso, dice Padoan secondo la stessa Repubblica, l’Italia eviterà la manovra (che la medesima Repubblica con un recente articolo di Fubini ha stimato in circa 25 miliardi di euro) e la procedura per debito eccessivo. Molto bene. Avanti così.

Ma dei calcoli, come quelli del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, sull’entità degli sconti per la flessibilità pattuita (entità stimata a circa 10 miliardi), che cosa è rimasto? Ben poco, secondo la stessa Repubblica.

A questo punto, per chiarirsi definitivamente le idee, è opportuno affidarsi a un giornalista esperto di finanza pubblica che da anni segue i conti italiani e il loro adeguamento ai dettami europei: Dino Pesole del Sole 24 Ore, sempre pacato e mai troppo anti governativo. “Le raccomandazioni approvate ieri dall’Ecofin – ha scritto Pesole – rinnovano l’invito al nostro Paese perché rafforzi le misure di bilancio per il 2014. E nel 2015, la strategia di bilancio dovrà essere costruita in modo da assicurare il requisito della riduzione del debito”. Tutto chiaro?

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