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Da oltre tre anni lo stock dei finanziamenti ai nuclei familiari nell’area euro è fermo intorno ai 5,2 trilioni di euro. Ad aprile scorso, nella metà dei paesi dell’area la variazione rispetto al corrispondente mese del 2013 è stata negativa; tra le principali economie solo in Germania e in Francia i prestiti alle famiglie risultavano in crescita (rispettivamente +1,3% e +3,7%), mentre il segno meno continua invece a caratterizzare i finanziamenti alle famiglie di Spagna (-4,5%), Portogallo (-3,7%), Irlanda (-3,6%), Italia (-1,1%) e Paesi Bassi (-0,4%). Nell’eurozona, tra le diverse forme tecniche, solo i prestiti per l’acquisto di abitazioni sono risultati in moderata crescita (+0,7% ad aprile) e nel complesso l’aggregato è aumentato del +0,4%.

LE CONSEGUENZE DELLA CRISI

Lo scoppio della crisi ha messo in evidenza le fragilità causate da un innalzamento troppo rapido del livello di indebitamento delle famiglie imponendo un riequilibrio dei loro bilanci. In particolare, all’avvio della crisi i nuclei familiari di Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Portogallo mostravano un’esposizione debitoria particolarmente critica, con un’incidenza di debiti da onorare ben superiore all’intero reddito disponibile annuo. In generale, però, una graduale diminuzione delle passività sta interessando tutte le economie avanzate. Nel 2013 risultavano in miglioramento i principali indicatori relativi alla condizione finanziaria. Diversi studi indicano come il processo di riduzione della leva finanziaria dei nuclei familiari richiederà diversi anni, con significative ricadute sull’attività economica.

LE FAMIGLIE ITALIANE

La posizione debitoria delle famiglie italiane rimane contenuta nel confronto con le principali economie dell’area euro: l’Italia si colloca infatti spesso tra i paesi più virtuosi. I debiti finanziari rappresentano il 65% del reddito disponibile, 20 punti percentuali in meno rispetto a Germania e Francia e 33 in meno rispetto al livello dell’area euro. Nei primi quattro mesi di quest’anno si registra una ripresa delle erogazioni di prestiti alle famiglie: rispetto al corrispondente periodo del 2013 sono stati concessi 3,3 miliardi in più e l’aumento ha riguardato tutte le forme tecniche. La rischiosità dei nuclei familiari italiani rimane limitata: l’ingresso in sofferenza è sceso all’1,2% dei prestiti, in diminuzione rispetto al trimestre precedente. Malgrado la congiuntura sfavorevole, a marzo scorso una quota pari al 10,3% dei prestiti risultava deteriorata, la stessa percentuale di fine 2013 e solo leggermente più elevata di quella del 2012.

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Ecco i numeri della solidità finanziaria delle famiglie italiane. Un confronto europeo

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