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Metti una sera a cena in quel di Cadaques, il villaggio di Dalì, Catalogna – che non è Spagna –  con collaboratori inglesi e amici catalani con i quali hai relazioni di lavoro. Aggiungici uno spettacolo di natura, una conviviale discussione su temi enogastronomici  ed ecco che le questioni d’affari e le decisioni sul da farsi risultano veloci da prendere.

Quindi, in questo mini consesso  di varia “europeità”, non fai in tempo a stappare la seconda bottiglia di un ottimo Franciacorta che l’oggetto delle ciacole si sposta su temi di attualità che ben si prestano a far riempire e svuotare rapidamente i bicchieri.

Si parte dalla notizia della vittoria in campionato della squadra dell’ospite, per arrivare agli avvicendamenti della Ferrari, alla prossima quotazione americana della Fca, poi Marchionne , per finire inevitabilmente al premier italiano Renzi con le sue uscite americane e prese di posizione nei confronti del suo partito.  Ed ecco che da un amico che per mestiere scrive su un giornale di Barcellona, arriva la domanda che, come italiano, ti crea se non un certo imbarazzo perlomeno una esitazione nel rispondere: “Ma l’Italia ce la farà?”.

Sollevi il bicchiere, prendi tempo con un “In che senso?”. E quello “Sui giornali italiani si legge di contrasti nel governo”. E’ un assist per non rispondere alla prima, quindi “Più che nel governo, direi nel suo partito e nella maggioranza parlamentare che lo sostiene”

Attimi di silenzio che vogliono dire “E allora, mi rispondi?”

Mi lancio “L’Italia non è un paese normale, o meglio gli italiani hanno tutte quelle caratteristiche di genio, follia e sregolatezza che rendono il paese un unicum nel panorama mondiale. Sono innate e geneticamente trasferite di generazione in generazione. E’ quindi inevitabile che trovino la loro rappresentazione nella selezione della classe politica. Purtroppo quelle migliori vengono svilite proprio laddove più servirebbero, ovvero nelle Istituzioni. O meglio ancora, nella attuale schema istituzionale italiano, una nazione di milioni di singole individualità che quando eleggono i loro rappresentanti non possono produrre che una variegata ed instabile maggioranza, con conseguenti premier e governi che durano poco o inclini a troppi compromessi, spesso al ribasso e dagli effetti modesti. Renzi è stato indubbiamente una novità nella sinistra, ha consenso e pare sia determinato,  ma non sfugge a questo stato di fatto, quindi …”

“Allora, non ce la fa?”

“Allora, ..ce la fa! Siamo Italiani e sappiamo sempre trovare il colpo d’ala per uscire dalle situazioni, anche le più disperate come quella che stiamo vivendo. E se in futuro hai intenzione di scrivere qualcosa dell’Italia, non puoi prescindere da questa caratteristica degli italiani” Sorrido.

E poi penso – e non lo dico –  che si, probabilmente ce la caveremo e se avessimo anche il coraggio di ciacolare meno di autoritarismo e fantomatici pericoli della democrazia, facendo in modo che chi governa possa farlo davvero per almeno una legislatura senza subire pressioni e ricattini di ogni genere, tutto sarebbe anche più rapido e facile.

Ma l’Italia ce la farà?

Metti una sera a cena in quel di Cadaques, il villaggio di Dalì, Catalogna – che non è Spagna -  con collaboratori inglesi e amici catalani con i quali hai relazioni di lavoro. Aggiungici uno spettacolo di natura, una conviviale discussione su temi enogastronomici  ed ecco che le questioni d’affari e le decisioni sul da farsi risultano veloci da prendere.…

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