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Impiego di droni armati lungo il confine con la Russia e allentamento delle restrizioni sui piloti per consentire loro di aprire il fuoco sugli aerei russi, ma anche conduzione di esercitazioni militari nelle aree più remote e meno presidiate dei confini tra l’Alleanza Atlantica e la Federazione Russa. Dopo le varie violazioni dello spazio aereo registrate nelle ultime settimane, sembra che la Nato sia decisa ad inasprire le proprie risposte alle palesi provocazioni di Mosca. O almeno, questo è quello che sembra emergere dalle conversazioni avviate da un gruppo di membri dell’Alleanza che include Francia, Gran Bretagna e alcuni Paesi del fianco orientale, a cui si sono aggiunti in seguito altri attori che riconoscono l’importanza della minaccia di queste azioni.

Ovviamente, le visioni dei vari Paesi sono divergenti. Mentre alcuni alleati spingono per assumere una posizione più aggressiva a livello di Alleanza come mezzo di deterrenza, altri promuovono una risposta più cauta e meno assertiva, temendo i rischi di una possibile escalation con una potenza nucleare come la Russia. Un diplomatico della Nato interpellato dal Financial Times ha sottolineato però che questi colloqui sono ancora in una fase iniziale, e che “ci sono discussioni attive su questi temi, su come rispondere in modo migliore e più efficiente alla Russia”, mentre altri funzionari contattati dalla testa britannica fanno notare come non esiste una tempistica né un obbligo di concordare eventuali cambiamenti di posizione, e che un eventuale cambiamento potrebbe non essere comunicato pubblicamente per ragioni di strategic ambiguity.

Anche se con peso e con probabilità diverse, sul piano potenziale tutte queste misure potrebbero essere interpretate (spontaneamente o strumentalmente) dal Cremlino come uno spostamento verso una postura più aggressiva da parte dell’Alleanza atlantica, andando ad aggravare ulteriormente le tensioni diplomatiche. Un esito, questo, che forse era stato già previsto da Mosca al momento di dare avvio alla sua campagna ibrida condotta nei cieli europei, con la quale intende andare a colpire i sistemi liberali occidentali in uno dei sui punti più fragili, ovvero quello della percezione e dell’opinione pubblica.

Parallelamente alla Nato, anche l’Ue si prepara ad adottare delle contromisure in risposta alle provocazioni russe. Tra queste rientrano la limitazione dei viaggi su suolo europeo per i diplomatici russi, sospettati dalle agenzie di intelligence di gestire agenti e operazioni di sabotaggio in Paesi diversi da quelli in cui sono ufficialmente distaccati, ma anche lo stanziamento di fondi per stabilire dei sistemi di difesa anti-drone.

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