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Sono diversi, per estrazione, provenienze, programmi. Ma pare abbiano deciso di fare squadra pur di non morire renziani. Pippo Civati e Beppe Fioroni, rispettivamente l’antisistema Pd e l’ex ministro dell’istruzione rappresentante dell’area cattolica nei democratici, pensano ad iniziative comuni su scuola, pace e welfare. Obiettivo, secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera, arginare il “premier-segretario” che sta fagocitando tutto e tutti. Ecco la versione di Fioroni.

PARLA FIORONI
Esiste un’interlocuzione programmatica fra pezzi diversi del Pd? E’ l’interrogativo che campeggia in alcune analisi post-nuova segreteria renziana, con il quotidiano di via Solferino che dà conto di una cena degli scontenti proprio per ragionare di futuro e di strategie. L’ex ministro dell’istruzione Beppe Fioroni dice a Formiche.net di aver “riflettuto a lungo con Civati che ha dato la disponibilità a fare squadra”. E ricorda di aver chiuso il proprio mandato da ministro dicendo che non vi è una scuola di destra, di centro o una di sinistra, “figuriamoci se c’è un progetto di scuola ascrivibile ad una parte del partito e non ad altre”.

OBIETTIVI
La meta deve essere “uno sforzo corale sul tema della scuola fatto anche da chi ha scelto di non essere in segreteria pur essendo a sostegno delle scelte del Pd”. Per cui annuncia che il dialogo sarà “con Civati e con tutti coloro che vorranno, anche su temi come politica estera e pace”. Il nodo dunque è relativo alle dinamiche interne, che secondo Fioroni non vanno più lette “contro qualcuno, perché un partito che ha preso il 41% non ha la responsabilità di essere contro chi ha ottenuto quel risultato, ma far sì che esso venga stabilizzato”. Il riferimento è anche a chi, pur facendo parte di quel 41%, “non è entusiasta di certe posizioni, come quella sul Pse”.

SEGRETERIA
Lo sforzo per aver allargato la segreteria ad altre aree del partito, secondo Fioroni, è stato molto positivo, perché “in questo momento dovremmo avere la capacità di sostenere coralmente gli sforzi del governo”. Pur non avendo partecipato alla trattativa per la segreteria plurale “siamo legati al premier e al partito in questo sforzo ma nutriamo un amore per la nostra autonomia”, continua l’esponente cattolico.

AUSPICI
Fioroni si augura che la nuova segreteria “sia rispettosa di tutte le diverse sensibilità del partito, con il vice Guerrini che è autorevole responsabile dell’organizzazione, in grado di portare grande serenità”. Circola anche una battuta che Fioroni ha rivolto al premier durante la composizione, dicendo che “a noi basta avere Guerrini”. Dove quel noi sta appunto per l’area cattolica dei dem che sui temi di merito intendono “contribuire ad approfondire e migliorare la proposta del Pd”, come la sfida della buona scuola e della crescita. “Porremo inoltre l’accento su una diversa interpretazione che abbiamo dei corpi intermedi”.

SCENARI
In una democrazia matura e moderna, sottolinea Fioroni, l’autonomia dei corpi intermedi “è elemento fondante, ed ecco che la cinghia di trasmissione è finita perché la politica smette di sostituirsi a loro e perché deve rispettare il limite della loro rappresentanza”. Altro banco di prova gli esteri, con la politica europea che dovrebbe in primis occuparsi delle questioni mediterranee, “il giardino che abbiamo dinnanzi a casa nostra per evitare l’effetto emergenza, dove ogni qual volta accade qualcosa di grave, ciò che facciamo è sempre dettato dall’emergenza e non dalla programmazione”. All’orizzonte quella che Fioroni chiama “Eurasia”, dove il dialogo con il Medio Oriente e l’Asia sia una base concreta, nella consapevolezza che “la pace si costruisce con una forte politica estera”.

SFIDE
Il tutto in attesa delle “grandi sfide affascinanti che caratterizzeranno in autunno la nostra politica, come il rapporto fra etica e scienza, che interpelleranno sempre di più il parlamento dall’eterologa ai diritti civili”, passando per il tema del lavoro. Anche qui “daremo il nostro contributo perché su crescita e occupazione la spinta riformatrice deve scendere in campo senza esitazioni, ma con il coraggio di non far pagare sempre gli stessi”. Fioroni si dice preoccupato sui dati Ocse per l’Italia, dove il blocco dei contratti del pubblico impiego “non si spiega”. Magari “dovremmo bloccare quelli dei funzionari strapagati”.

twitter@FDepalo

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