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E’ quanto mai sintomatico che le ultime aste dei titoli pubblici italiani siano andate molto bene in termini di richieste e conseguentemente di discesa dei tassi rispetto a quelle proposte nello stesso periodo dal Tesoro tedesco.

Se andiamo ad analizzare le motivazioni per il quale gli investitori domestici e internazionali hanno concesso questa fiducia verso il nostro Paese, premiandolo di un premio più basso in termini di corresponsione di tassi di finanziamento sul debito, vi è senza dubbio il successo elettorale europeo, oltre misura, riportato dalla compagine governativa condotta da Matteo Renzi.

I mercati sono stati “tranquillizzati” dal fatto che le politiche economiche proposte dall’attuale establishment al governo assicureranno in ogni caso essenzialmente il rispetto dei vincoli europei e che il relativo debito pubblico italiano è da considerarsi pertanto in totale “sicurezza”. Questo perché ci si prodigherà in ogni caso e con ogni mezzo, in primis con il ricorso fiscale, pur di garantire il rispetto delle regole e dei parametri, essendo quanto mai forte del mandato espresso dai cittadini in temi europei. In poche parole il risultato delle urne ha convinto i mercati finanziari ribadendo il principio che gli italiani sono disponibili, per loro stessa volontà, a ricoprire il ruolo di effettivi “prestatori di ultima istanza” a ogni costo.

Quindi quale opportunità migliore per gli investitori di sottoscrivere titoli italiani in euro, quindi senza nessun rischio di cambio, a tassi superiori a quelli degli altri Paesi eurodotati, ad iniziare proprio dalla Germania? E qui che il nostro bravo Renzi potrebbe iniziare ad avere proprio dalla Signora Merkel i primi dispiaceri.

Quando gli stessi investitori inizieranno a “disaffezionarsi” troppo dai “BUND” poiché saranno attirati dai sempre più appetibili “BTP”, ormai privi di “rischio” garantiti dalla citata disponibilità di immolarsi in ogni caso per Maastricht, i nostri amici tedeschi potrebbero correre ai ripari!

La Germania ha uno stock di debito pubblico elevato in termini assoluti, pari a circa 2150 miliardi di euro e necessita comunque di un notevole e periodico ricorso ai mercati per sostenerlo a tassi bassi e se qualcuno gli ruba la “scena”, come sta avvenendo ora con quelli italiani, si può stare più che certi che troverà qualche sistema per far cambiare idea agli investitori.

Sì, perché se il Tesoro tedesco sarà costretto per collocare i suoi titoli ad alzare troppo i tassi per rincorrere i sottoscrittori perché la “concorrenza” nell’area euro si farà sentire per le motivazioni esposte, è da scommetterci che inizieranno a circolare voci non del tutto rassicuranti verso il nostro Paese, quel tanto per ristabilire il principio che la Germania è la Germania e che l’Italia è l’Italia. Sistema già ampiamente collaudato nel passato per far confluire enormi flussi di capitali a basso tasso di remunerazione nella patria di Goethe.

Pertanto, caro Matteo, stai attento perché proprio dalla “alleata” Angela potranno arrivare le prime bordate in omaggio al sempre verde adagio “dai nemici mi guardo io, ma dagli amici mi guardi Dio”!

Caro Matteo Renzi, stai attento agli agguati di Angela!

E’ quanto mai sintomatico che le ultime aste dei titoli pubblici italiani siano andate molto bene in termini di richieste e conseguentemente di discesa dei tassi rispetto a quelle proposte nello stesso periodo dal Tesoro tedesco. Se andiamo ad analizzare le motivazioni per il quale gli investitori domestici e internazionali hanno concesso questa fiducia verso il nostro Paese, premiandolo di…

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