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L’Egitto va al voto. Si elegge il nuovo presidente e il favorito è l’ex generale Abdel Fattah al Sisi, artefice della cacciata dei Fratelli musulmani. Ecco scenari e prospettive in una conversazione di Formiche.net con Tarek Ali Hassan, professore di medicina e capo del reparto di Endocrinologia dell’Al-Azhar University al Cairo.

Cosa sta accadendo in Egitto?
Sono sorpreso dalle informazioni che in Europa si danno sull’Egitto perché non sono neutrali, non si vuole ammettere che nel giugno del 2013 c’è stato davvero un movimento popolare contro Morsi. Non capisco perché l’occidente non appoggi completamente il popolo egiziano e racconti il tutto come un semplice colpo di stato militare. Il governo Morsi si stava trasformando in un governo fascista che avrebbe trasformato il paese distruggendo la sua cultura. L’ideologia dei Fratelli Musulmani non è affatto pacifica come si vuol far credere, ma è intrinsecamente violenta. I Fratelli hanno un’organizzazione internazionale molto diffusa in giro per il mondo e ospitarli, come fate in Italia e nel resto dell’Europa, non è una buona cosa, sono come una mafia e l’occidente un giorno pagherà caro il fatto di averli aiutati. Ve ne renderete conto, sono persone che pensano di essere gli unici portatori della parole di Dio e chi non la pensa come loro o deve cambiare idea. Se fanno delle alleanze, sono solo temporanee. In tutto il mondo il terrorismo islamico è portatore delle stesse idee e dovunque ha lo stesso atteggiamento violento, dalla Nigeria fino all’Afghanistan.

Però gli Stati Uniti e molti Paesi europei in realtà non hanno preso posizioni molto forti contro il governo egiziano.
I governi perlopiù stanno aspettando di vedere cosa accadrà con le elezioni, sono i media che spesso danno versioni molto sbilanciate sulle posizioni dei Fratelli Musulmani. Siamo in un periodo di transizione e siamo sotto attacco di una campagna terroristica degli islamisti che sembrano pieni di soldi, chiedo all’Ue di fare come l’Egitto e l’Arabia Saudita e dichiararli un’associazione terroristica e impedirgli di avere fondi.

Un tribunale di primo grado ha emesso condanne a morte di massa contro più di mille islamisti. Il Gran Muftì di Al Alzar, il cui parere è obbligatorio per legge, anche se non vincolante, ha chiesto che vengano in gran parte commutate in carcere vita. Non crede che queste pene, se davvero portate a termine, siano una ferita enorme per il Paese?
Io sono contrario alla decisione del tribunale di primo grado, ma penso che le condanne non verranno mai eseguite, credo che siano solamente un avvertimento per dire che il loro crimine sarebbe punibile con la pena di morte. Il Muftì ne ha già salvati quasi 500. I crimini comunque erano gravi. Per quanto riguarda le critiche occidentali devo però far notare che gli Stati Uniti e la Nato con i droni fanno di peggio di quelli che loro considerano terroristi. Non li processano e pur di ucciderli con i loro missili fanno morti anche tra i civili.

Parlando della campagna elettorale, il maresciallo Al Sisi ha un programma?
Al Sisi ha un grande credito perché si è dimostrato un uomo integro, se Morsi fosse rimasto al potere sarebbe scoppiata una guerra civile, ma sulla reale capacità di governare deve ancora dimostrare tutto. Quello che accadrà se diventerà presidente come credo, sarà dovuto alla sua capacità di circondarsi da consiglieri, economisti, filosofi, gente che pensa fuori dal coro. Se invece si circonderà di yes man allora torneremo alla dittatura. Non credo che il paese lo permetterà, perché gli egiziani vogliono essere una democrazia anche se esiste una tendenza umana alla dittatura e bisogna fare attenzione.

Cosa ne pensa dell’altro candidato Hamdeen Sabbahi?
Sabbahi non ha provato quali siano le sue reali capacità, è un uomo di carisma, ma in passato è stato alleato per un certo momento con i Fratelli Musulmani. È un politico ambiguo e spesso fa alleanze tattiche. Il governo ha sbagliato a fare subito una legge sulle manifestazioni perché ha portato i giovani rivoluzionari ad avvinarsi a lui. Certo sono delle norme simili a quelle europee, ma avrebbero dovuto tenere conto che non era il momento.

La messa la bando del movimento laico e rivoluzionario 6 Aprile non dà ragione a chi sostiene che Al Sisi possa diventare autoritario?
I veri rivoluzioni sono rari, sono persone che davvero si sacrificano non aspettandosi vantaggi, molti dei nostri eroi però non sono così puri e hanno i loro interessi. In alcuni casi ricevono soldi dagli Stati Uniti o altre potenze straniere e questo è visto spesso con sospetto in Egitto. Il governo penso sia onesto e si stia muovendo per la creazione di una società aperta. Le associazioni dei diritti umani europee o americane devono stare attente a non finanziare movimenti rivoluzionari perché finiscono per rendere opachi agli occhi degli egiziani molti rivoluzionari che sembrano asserviti ad interessi stranieri.

Non è strano che i Salafiti voteranno per Al Sisi, il candidato che più di ogni altro si è battuto per rendere illegali i partiti politici islamici?
I Salafiti sono un enigma, non capisco la loro strategia a lungo termine, ma la loro ideologia di essere gli unici che sanno la verità su dio è inaccettabile. Se voteranno per Al Sisi è comunque meglio.

Quanti andranno alle elezioni?
Penso più che alle ultime presidenziali.

Quanto contano ancora i Fratelli Musulmani in Egitto?
Poco e lo dimostra il fatto che non riescono a portare nessuno in piazza e hanno puntato alle università, ora sfruttano gli studenti, usano la loro naturale propensione ad essere contro autorità, ma quando gli universitari protestano non lo fanno per gli islamisti, ma contro ogni sistema di potere.
Nel resto della società non riescono invece a portare più nessuno in piazza. Gli egiziani sono profondamente religiosi, ma praticano in un islam naturalmente tollerante, l’opposto di quello di Morsi e il suo gruppo. Non hanno problemi se c’è una donna in bikini in spiaggia accanto a loro o qualcuno che mangia mentre fanno il Ramadan. I Fratelli Musulmani sfruttavano l’amore degli egiziani per il corano, ma ora le persone si sono accorte che utilizzavano i loro sentimenti religiosi tolleranti per trasformarli in odio. Prima erano perseguitati e offrivano servizi sociali. per questo erano amati, ma in cambio del welfare si prendevano l’anima e ti indottrinavano come Faust.

egitto

Io, medico, vi racconto le elezioni in Egitto

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