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La base della Royal Air Force di Marham (Norfolk) potrebbe diventare presto il nuovo polo ingegneristico internazionale dedicato alla gestione delle flotte del caccia F-35. Dopo aver sottoscritto, tempo fa, un accordo di massima con i norvegesi per la manutenzione dei motori dei rispettivi caccia e l’addestramento dei piloti, gli inglesi adesso allargano il tiro – complice anche l’intenzione dell’Italia di voler tagliare il programma – e dichiarano la loro aspirazione ad avere in casa un centro ingegneristico dove sostenere le future flotte di F-35, in collaborazione con gli altri utilizzatori europei del nuovo sistema d’arma.

LE PAROLE DI HAMMOND

A rivelare questa intenzione nei giorni scorsi, che se si concretizzasse toglierebbe spazi di attività al sito italiano di Cameri, il segretario alla Difesa UK, Philip Hammond. “In questo momento stiamo parlando – ha detto – con i norvegesi, gli olandesi e gli altri Paesi europei per operare congiuntamente l’F-35, un sistema complesso, in maniera da fare utili sinergie ed abbattere il più possibile i costi conessi al ciclo di vita del velivolo. Questo potrebbe essere fatto senza difficoltà sulla base di Marham”. “Location ideale”, ha aggiunto.

GLI ALTRI ESPONENTI DELL’ESECUTIVO

Il Governo ha inoltre confermato alla stampa inglese che l’F-35 dovrebbe arrivare a Marham come previsto, ovvero nel 2018, escludendo qualsiasi tipo di ritardo dovuto a problematiche di natura tecnica, come il rilascio del software. Soddisfazione per l’eventualità che a Norfolk sorga il polo manutentivo dedicato al JSF è stata espressa anche dal sottosegretario all’istruzione, Elizabeth Truss, che a Marham ha dichiarato: “Questa potrebbe essere una fantastica opportunità per noi, dal momento che ci permetterà di utilizzare tutta l’esperienza acquisita sulla base con gli altri programmi e al contempo di aumentare posti di lavoro ingegneristici altamente qualificati”.

GLI STOVL DEL REGNO UNITO

A sfavore dell’Italia e della base di Cameri, oltre all’annunciato ridimensionamento del numero di caccia da acquisire, gioca in primis il fatto che il Regno Unito ha in Europa l’impegno maggiore per l’F-35, pari a 138 unità, a favore che questi sono tutti in versione B, ovvero a decollo corto (STOVL), mentre gli altri Paesi europei, ad eccezione dell’Italia, che ha nei piani l’acquisizione di entrambe le varianti, sono tutti interessati alla versione A, convenzionale (CTOL). STOVL e CTOL richiedono infatti processi di gestione differenti.

Il Regno Unito vuole il centro di manutenzione europeo degli F-35

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