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O Ethiad o morte. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, non usa questo ultimatum parlando di Alitalia, ma è proprio quello il concetto clou che si desume oggi dalla sua intervista al Messaggero.

Il ministro ed esponente del Nuovo Centrodestra, in una conversazione con Umberto Mancini del quotidiano diretto da Virman Cusenza, spiega e chiosa per la prima volta in maniera approfondita il piano presentato dalla compagnia emiratina per rilevare fino al 49% di Alitalia. Ecco le condizioni di Etihad secondo Lupi.

IL PIANO DI ETIHAD

Innanzitutto, dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il piano emiratino è “serio”. Per questo “è arrivato il tempo delle decisioni, dai soci privati alle banche”. L’Alitalia versione Etihad, secondo Lupi, avrà “una flotta più ampia, nuovi aerei e rotte internazionali e lungo raggio”. E il rilancio di Alitalia, sottolinea il ministro, “significa il rilancio di tutto il sistema aeroportuale, del turismo, dell’intero Paese”.

LA DISPONIBILITA’ DEL GOVERNO

Alle richieste di Etihad verso le istituzioni, il titolare delle Infrastrutture risponde e assicura: “L’Alta Velocità arriverà a Fiumicino, Malpensa e Venezia. Malpensa sarà l’aeroporto strategico per il Nord Ovest, Fiumicino il nostro hub, Venezia un polo di rilievo”. Inoltre Lupi, assecondando le attese della compagnia emiratina, assicura che un decreto che arriverà dopo l’intesa punterà alla liberalizzazione delle rotte per Linate.

QUESTIONE ESUBERI

Problemi di esuberi? No, dice Lupi: “Abbiamo già varato a fine anno un decreto che rifinanzia il Fondo speciale per il trasporto aereo fino al 2018. Per cui grandi problemi non ne vedo”, rispondendo alla domanda del giornalista che chiedeva: “Etihad non vuole contratti di solidarietà ma tagli secchi al personale”.

LA STOCCATA ALLE BANCHE

Infine Lupi riserva un stoccata finale alle banche azioniste e creditrici come Intesa e Unicredit: “Se l’alleanza dovesse svanire non vengano a piangere sul latte versato. Credo che sia loro interesse puntare su una grande compagnia internazionale in grado di macinare ricavi e utili”. Come dire: cari banchieri, non fatevi incantare dalle sirene parigine di Air France…

ATTRITI BANCHIERI-ETIHAD

Ma non tutto fila liscio ancora. Infatti le parole del ministro sono indicative di un dossier, quello fra Etihad e le banche, non ancora risolto. Infatti le banche accetterebbero che solo un terzo del debito a breve (circa 550 milioni di euro) venisse trasformato in azioni. Mentre gli istituti di credito – scrive Mf/Milano Finanza di oggi – gradirebbero che in capo alla newco costituita da Alitalia e Etihad restassero i debiti (circa 600 milioni) a garanzia della flotta, compreso 300 milioni legati all’eredità di Air One.

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