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Quella di ieri è solo la punta dell’iceberg. La plateale sostituzione in Affari costituzionali nel gruppo dei Popolari per l’Italia di Mario Mauro e il suo sfogo contro il “soviet da quattro soldi” di Renzi non sono che l’ultima scena di un rapporto sempre più teso tra l’ex ministro della Difesa, il suo gruppo (che comprende l’Udc) e il governo.

LE TAPPE
Tutto inizia con la mancata riconferma di Mauro come ministro. Alla Difesa, il presidente del Consiglio preferisce nominare Roberta Pinotti e sceglie per la quota Udc-Popolari del suo governo Gian Luca Galletti all’Ambiente. Le voci più maliziose sostengono che dietro a questa decisione ci sia il suggerimento del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, sovente in sintonia con Renzi tanto da vederlo spesso.

Mauro – c’è chi sussurra per vendetta, chi per reale diversità di vedute sulle riforme – sceglie di non votare il testo del governo sul Senato, preferendogli l’odg Calderoli. Un atteggiamento da battitore libero non gradito alla maggioranza del suo gruppo, favorevole invece al disegno renziano, e che sfocia nella sostituzione di ieri.

A ciò si aggiunge il capitolo Europee. Mauro resta fuori dalle candidature, si dice per il veto di Maurizio Lupi di Ncd, e il suo partito sceglie di non sostenere ufficialmente la lista Udc-Ncd che si presenta unita.

LA DISCUSSIONE TRA I POPOLARI
Tra i Popolari si discute infatti tra chi subisce la fascinazione renziana e chi invece si sente più vicino al centrodestra. L’ha spiegato molto chiaramente Lorenzo Dellai, capogruppo dei Popolari alla Camera per giustificare lo “sgarro” alla Commissione di ieri: “Dopo le Europee è maturata una discussione interna a ‘Per l’Italia’ che vede da una parte la prospettiva di un’alleanza organica con il centrosinistra e dall’altra quella di chi guarda al centrodestra. Mauro era legittimamente in linea con quest’ultima posizione”.

COALIZIONE POPOLARE
Ugo Magri oggi sulla Stampa parla di grandi manovre in casa Udc e Ncd per unire i due gruppi, come del resto già promesso in campagna elettorale. Il nuovo gruppo si dovrebbe chiamare Coalizione popolare e avrebbe più peso negli equilibri di maggioranza. Si arriva a immaginare un unico partito che possa raccogliere anche gli esponenti più vicini al Centrodestra di Sc e degli stessi Popolari.
Che farà Mauro? Per ora sta riflettendo se lasciare o meno il gruppo. E, ironia della sorte, riceve la solidarietà di Forza Italia, il partito da cui è partito e da cui negli ultimi mesi ha sempre voluto distanziarsi.

Le vere ragioni dell'attrito di Mauro con Renzi e Casini

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