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Nelle elezioni di lunedì scorso il partito secessionista ha ottenuto il peggiore risultato degli ultimi 50 anni. Gli elettori spiegano che la separazione ha portato soltanto disoccupazione e crisi economica. Era meglio restare con il Canada?

Il Québécois, partito indipendentista del Quebec, ha subito la più grande sconfitta degli ultimi 40 anni. Con i risultati delle elezioni di lunedì finisce un governo di minoranza durato 18 mesi. I secessionisti hanno ottenuto soltanto 30 seggi (24 in meno rispetto alle elezioni del 2012) e il 25,4% dei voti. Il Parti libéral du Québec, invece, ha ottenuto 70 seggi con il 41,5% dei voti. La grande sorpresa di queste elezioni è stata la Coalition avenir Québec – L’équipe François Legault, un partito nazionalista, ma non indipendentista, che ha ottenuto 22 seggi e il 23% dei voti.

Ecco tutti i risultati delle elezioni del Directeur général des élections du Québec 

LA DELUSIONE INDIPENDENTISTA
La campagna elettorale si è concentrata su un unico tema: la delusione dei cittadini nei confronti dello spirito secessionista. Secondo un’editoriale pubblicato lo scorso sabato dal quotidiano Le Devoir, una ricerca dell’istituto Ipsos sostiene che solo l’1% della popolazione crede che un referendum sulla secessione dovrebbe essere una priorità per il governo. Importanti invece sono i temi sul sistema sanitario, l’economia e l’occupazione.

Il professore Eric Belanger dell’Università McGill di Montreal spiega che in Quebec sono stanchi dell’indipendentismo. “C’è anche molta incertezza attorno al partito Québécois, perché non si sa se ci sarà un altro referendum o no”, ha detto.

L’IMPORTANZA DELL’ECONOMIA
Il candidato e magnate della stampa e delle telecomunicazioni, Pierre-Karl Péladeau, era in testa nei sondaggi fino alla scorsa settimana. Durante la chiusura della campagna elettorale non ha parlato di economia, ma di spirito nazionalista: “Voglio che il Quebec sia un Paese”. Da quel momento ha perso un vantaggio che non ha più recuperato.

ALCUNE CIFRE
Secondo uno studio della Royal Bank of Canada, il Pil del Quebec è cresciuto dell’1,1% nel 2013 rispetto all’1,7% nel resto del Paese. La disoccupazione è al 7,3%, molto più alta rispetto alla media nazionale. Il debito pubblico è di 170 miliardi di euro e le ultime previsioni calcolano un deficit di 1,16 miliardi di euro, il 0,5% del Pil.

MIGLIORARE LA SANITÀ
Un altro tema a cuore dei cittadini è la situazione dei servizi pubblici, specialmente del sistema sanitario. Un sondaggio della tv Radio Canada indica che il 62% della popolazione è insoddisfatto del sistema dell’offerta di salute della regione.

Forse proprio questo è stato avvantaggiato nelle elezioni il nuovo primo ministro, Phillipe Couillard, un neurochirurgo di 56 anni che ha una buona reputazione in campo sanitario, dopo aver gestito il ministero della Salute per cinque anni.

MODELLO DEBOLE
Il sociologo Gérard Bouchard, da sempre impegnato nell’analisi delle questioni secessioniste, ha rilasciato un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais, a proposito della bocciatura del referendum in Catalogna: “In Quebec il movimento sovrano sta perdendo importanza a causa degli ultimi due referendum falliti”. E ha aggiunto: “Adesso, i nazionalisti del Quebec sono interessati al risultato del referendum scozzese e catalano”.

LA LEGGE DELLA CHIAREZZA
Bouchard ha anche spiegato che – a differenza della Spagna – in Canada c’è una legge che permette i referendum: la Legge di chiarezza. Una normativa “severa e restrittiva” che dà la possibilità a qualsiasi provincia che lo desideri di indire un referendum sulla sua sovranità.

Phillipe Couillard

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