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La tv italiana invecchia e cala il suo consumo. La Rai punta sulle fiction mentre Mediaset punta sui suoi cavalli di battaglia e ritrita programmi che hanno fatto il loro corso.
Analizziamo con Luigi Ricci, esperto del mercato TV e audience analysis in Barometro, le scelte, i numeri e i segreti della televisione generalista alla luce dei cambiamenti di fruizione in atto nel pubblico.

PERCHE’ CALA L’ASCOLTO DELLA TV
Per valutare le performance della Tv generalista non è possibile secondo Ricci prescindere da un fenomeno in atto nei paesi più avanzati che ha a che fare con la dipendenza di un numero di persone dal proprio smartphone, che da strumento di comunicazione si è trasformato in un vero mezzo di intrattenimento. Ricci cita un articolo, “The Future Of Mobile”, dal quale secondo uno studio di eMarketer si rileva come il mobile (smartphone e tablet) sia l’unico media che cresce nel budget time degli americani.

Il ridotto utilizzo del mezzo Tv riscontrato negli americani è in atto anche in Italia: “In due anni, il rating %, indicatore che misura gli ascoltatori unici che hanno visto la Tv, rispetto all’universo della popolazione con più di 4 anni, è diminuito del 2,5%. Nell’analisi del target pubblicitario 15/54 anni, la flessione dell’ascolto TV negli ultimi due anni è più accentuata, rispetto al totale individui, e diminuisce di circa il 9% in due anni”, dichiara Ricci.

E mentre il consumo della tv scende, quello del Cinema sembra per la prima volta esplodere dopo un periodo di crisi economica che aveva tenuto gli italiani attaccati al divano di casa.

CHI FA A PEZZI LA TV
Legata a doppio filo con Facebook, Twitter e Youtube, e con programmi on demand la Tv si fa in mille pezzi e scioglie le catene del palinsesto. È quella che Ricci definisce la “snack Tv”, la televisione spacchettata in tanti frammenti fruibili in qualsiasi momento della giornata e secondo l’interesse dell’utente. Mentre, la Rai oltre alla sua piattaforma rai.tv conserva ancora un accordo con YouTube, per rivedere i programmi Mediaset bisogna collegarsi al sito ufficiale.

LE MOSSE SBAGLIATE DI MEDIASET
Ecco in rassegna le scelte adottate da Mediaset nell’ultima stagione televisiva, dalle più deludenti ai successi consolidati.
“”Giass” è un riempitivo, un prodotto cotto e mangiato un po’ superato che non era compreso nei listini di Publitalia ’80, la concessionaria di Mediaset”, commenta Ricci. Anche lo spostamento da domenica al martedì non ha molto giovato secondo l’esperto di Barometro, facendo ottenere al programma ascolti sotto la media di rete per di più nel periodo di garanzia primaverile.
“Le mani dentro la città”, la fiction poliziesca in onda su canale 5 ogni venerdì sera alle 21.10, era stata prevista invece per la serata del lunedì. Spostata al venerdì è passata dal 18% di share al 14%.
Il sabato sera resta invece ad appannaggio di Canale 5 con la Rai che fatica ad emergere. “Amici”, il talent show di Maria De Filippi, nonostante la perdita dello spazio dedicato prima sulla rete ammiraglia alla fascia pomeridiana, continua ad appassionare il pubblico, complice la controprogrammazione debole di “Ti lascio una canzone” su Rai 1.
Nel frattempo Paolo Bonolis ha detto addio alla sua creatura “Avanti un altro” e al suo posto è subentrato Gerry Scotti provocando le polemiche di molti su Twitter che lo hanno ritenuto inadatto allo stile incalzante del programma. Cosa nasconde il passo indietro di Bonolis? “Probabilmente una prima serata a sorpresa per il conduttore”, ipotizza Ricci.

I PROGRAMMI INDOVINATI DALLA RAI
Il servizio pubblico televisivo recentemente sembra aver tirato ottimi assi dalla manica: “Un medico in famiglia 9″, “Don Matteo”, “Fuori classe”. Ma secondo Ricci il vero prodotto cult della stagione è stato “Braccialetti rossi” con il 50% di share tra i teenager (12/17 anni): “La media delle sei puntate è stata di 6,2 milioni di spettatori con uno share del 22,56%, e tra la prima e la sesta puntata della fiction gli spettatori sono aumentati del +36% circa. Braccialetti Rossi ha anche un altro record: dalle rilevazioni di Barometro è la fiction italiana più twittata di sempre.
Fenomeno social si sta rivelando anche “The Voice”, soprattutto grazie alla presenza di suor Cristina che ha incuriosito gli internauti (GUARDA IL VIDEO). Con il 20% di share tra i teenager per Ricci il format con Raffaella Carrà, Piero Pelù, Noemi e J-ax “avrebbe realizzato con ogni probabilità un explot maggiore, sia in termini di audience, sia di pubblicità, se fosse stato promosso su Rai1”.

IL FUGGI FUGGI DAI PROGRAMMI D’INTRATTENIMENTO
Se l’intrattenimento si cerca sempre di più lontano dalla scatola televisiva, anche l’approfondimento nei suoi format prediletti ha un segno negativo. “L’audience dei talk show televisivi, che ad inizio stagione era stata inferiore alle attese, nel corso di alcuni mesi, si è trasformato in vero e proprio “fuggi fuggi””, sottolinea l’esperto di audience analysis.
“In un anno, l’ascolto di “Ballarò”, il primo programma di Rai 3, è precipitato di circa un milione di spettatori, che in percentuale equivale ad un -24% – commenta Ricci-. La puntata di Ballarò del 1° aprile ha raggiunto uno dei minimi d’ascolto dell’ultima stagione, con 2.967.100 di teleutenti (share 11,75%)”.
Anche l’ascolto di “Servizio Pubblico”, tra i talk show più seguiti su La7, ha registrato un calo: 30% dell’ascolto in meno (2,2 milioni e 10%), vale a dire una flessione, sullo scorso anno, di -965mila spettatori e -3,9 punti di share.
Porta a Porta”, seconda serata di Rai1 più vista in assoluto dagli italiani, in un anno, è sceso al 22%, riportando un ascolto medio di 1,3 milioni (13%).

Bonolis, De Filippi e Suor Cristina. I magheggi della Tv

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