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Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Edoardo Narduzzi apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Quando Matteo Renzi comincerà ad analizzare con la giusta tranquillità i problemi della capitale, solo allora scoprirà che il suo più grande problema non è rappresentato dal sindaco Ignazio Marino, ma dalla Regione Lazio con un disavanzo sanitario monstre. Soprattutto, il capo del governo dovrebbe preoccuparsi per come viene gestito il secondo più importante debito pubblico italiano dopo quello della Repubblica.

LE INADEMPIENZE

Stiamo ai fatti. A metà anno non è stato ancora comunicato un dato sull’andamento del deficit 2014. Il duo Zingaretti-D’Amato, quest’ultimo da tempo rinviato a giudizio dalla magistratura per truffa alla Regione Lazio quando ne era un consigliere, che governa la sanità laziale ha dichiarato che quest’anno sarà centrato il target di 500 mln di deficit. Realistico, anche se ancora poco ambizioso? Il 2013 ha chiuso con 703 mln di deficit già accertato dal tavolo tecnico di verifica, ma manca ancora il bollino definitivo. Il ministero dell’Economia ha evidenziato che nel 2013 «i proventi straordinari rappresentano il valore assoluto più alto d’Italia e rappresentano il 28,5% del totale del Ssn».

BILANCIO STRAORDINARIO

In pratica il Lazio ha fatto il bilancio con poste straordinarie per coprire, in buona parte, il disavanzo tra spese ed entrate annuali. Lo scorso 15 aprile i ministeri vigilanti facevano notare che «il consolidamento deve essere a somma zero e che una differenza di consolidamento di 40,7 mln di euro rappresenta una criticità rilevante» (p.22). Tradotto: il Lazio quando consolida i numeri delle Asl non riesce neppure a farli quadrare. Una gestione così confusa che costringe il governo, nell’analisi del programma operativo per il 2014 peraltro non ancora approvato, a sottolineare che «manca un cronoprogramma che riassuma gli obiettivi, le relative azioni, la tempistica e gli indicatori di processo e di risultato» (p.27).

IL PROBLEMA DEL PERSONALE

Ma la chicca è nella capacità di monitorare la principale voce di costo fisso gestionale: il personale a tempo indeterminato. «Con riferimento poi alla tabella 1 si chiede di conoscere la motivazione per cui il totale dei presenti al 31/12 di un anno ”n” qualunque, non è uguale alla somma algebrica dei presenti al 31/12 dell’anno ”n-1” meno i cessati dell’anno ”n” più gli assunti del medesimo anno ”n”» (p.32). Insomma, alla cabina di regia della sanità del Lazio sfuggono i rudimenti dell’aritmetica delle scuole elementari.

IL GETTITO IRAP

E che dire dell’andamento del gettito Irap. Tra il 2011 e il 2014 (previsione basata su un pil di +0,8%, quindi sicuramente da rettificare in diminuzione) il gettito annuo è calato di circa 200 mln anche come conseguenza della crisi occupazionale. Alla fine del primo semestre il target di 500 mln di deficit sanitario 2014 appare più come un’estrazione del lotto sulla ruota del Lazio che come l’obiettivo di un serio programma gestionale. Lo spread dei Btp e il rating non sorridono.

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