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Alcuni fondi speculativi vogliono riprendersi 1,3 miliardi di dollari in cambio dei bonus in default argentini. Con sentenze a loro favore in primo e secondo grado, il caso è arrivato alla Corte suprema di giustizia americana. Ma a sorpresa il governo di Barack Obama ha sostenuto l’Argentina.

SOSTEGNO AMERICANO
Secondo il quotidiano argentino Página 12, i magistrati sono stati molto duri con tutte le parti, per cui è difficile prevedere la conclusione della vicenda, che sarà comunicata a giugno. I nove magistrati della Corte suprema americana hanno ascoltato l’avvocato rappresentante del fondo NML, che ha chiesto alla Bank of America e alla statale Banco de la Nación Argentina che sveli dove sono gli attivi del Paese sudamericano nel mondo.

PROTEGGERE LA SOVRANITÀ
“Un elemento a favore di Buenos Aires è che l’amministrazione Obama sostiene l’Argentina e vuole limitare l’azione dei fondi di speculazione. Anche gli Usa credono che gli attivi di carattere militare e diplomatico debbano restare fuori da eventuali azioni per ottenere il pagamento dei titoli in default”, sostiene il quotidiano.

RISTRUTTURARE IL DEBITO
Il quotidiano spagnolo El Pais ha ricordato che il governo di Barack Obama alterna avvicinamenti e distanziamenti con il governo di Cristina Fernandez de Kirchner, a seconda degli eventi. Questa volta un rappresentante della Casa Bianca ha difeso il diritto dell’Argentina a non fornire informazione sui beni protetti dall’immunità sovrana. Consentirlo significherebbe creare un precedente contro future ristrutturazioni del debito in altri Paesi. Anche Francia, Messico e Brasile si sono pronunciati a favore dell’Argentina.

LA SODDISFAZIONE DI OBAMA
L’anno scorso Obama era rimasto in silenzio per fare pressione sull’Argentina, nel tentativo di accelerare il pagamento del debito alle imprese americane che avevano vinto i processi internazionali legati alla vicenda. I primi pagamenti effettuati da Buenos Aires nel 2014 hanno risvegliato il sostegno del governo americano, che sembra ricambiare cambiando atteggiamento.

L’INIZIO DELLA DISPUTA
Tutto è cominciato nel 2001, con la più grande sospensione dei pagamenti nella storia di un Paese: il default argentino provocò un debito di 80 miliardi di dollari. Nel 2002 molti proprietari di titoli pubblici argentini protestarono in modo deciso contro chi li aveva emessi. Tra il 2005 e il 2010, il 93% degli acquirenti hanno accettato di scambiare il debito per bonus. Il restante 7% prosegue la disputa, mentre il governo argentino non ha ancora messo in atto la legge (già approvata) per l’apertura di un terzo giro di scambio. Con il processo americano si sta guadagnando tempo, ma l’Argentina dovrà comunque decidere se cedere ai desiderata dei fondi speculativi o dichiarare una nuova sospensione dei pagamenti.

Ecco perché Obama appoggia l’Argentina contro i fondi speculativi

Alcuni fondi speculativi vogliono riprendersi 1,3 miliardi di dollari in cambio dei bonus in default argentini. Con sentenze a loro favore in primo e secondo grado, il caso è arrivato alla Corte suprema di giustizia americana. Ma a sorpresa il governo di Barack Obama ha sostenuto l’Argentina. SOSTEGNO AMERICANO Secondo il quotidiano argentino Página 12, i magistrati sono stati molto duri con…

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