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In molti hanno già scritto come l’innalzamento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20% al 26% penalizzerà i cosiddetti piccoli azionisti, visto che la tassazione su capital gain e dividendi derivanti da partecipazioni non qualificate risulterà più alta di quella relativa a partecipazioni qualificate. Questa distorsione è evidente e sarà necessario metterci mano, ma non è l’unica né la più importante. Ce ne sono almeno altre due. La prima è che mantenendo la tassazione al 12.5% per i titoli di Stato si disincentiveranno ulteriormente gli investimenti in capitale di rischio a vantaggio di quelli in debito pubblico. In Italia dobbiamo favorire la cultura opposta; aiutare chi rischia investendo nelle imprese per accompagnare la loro crescita dimensionale anche attraverso la quotazione. I numeri della Borsa italiana sono lì a ricordarcelo.

Le società quotate italiane sono meno della metà di quelle tedesche e circa un settimo di quelle presenti a Londra e la capitalizzazione complessiva della nostra borsa rispecchia appieno questa distanza. Il secondo motivo di perplessità deriva dall’affermazione che una tassazione delle rendite finanziarie al 26% sia più equa perché in linea con la tassazione media europea. Questo è solo apparentemente corretto, visto che nella sostanza si tratta di un confronto improprio. Il conto, infatti, va fatto sommando alle imposte pagate dagli azionisti quelle già pagate dalle imprese. Un recente studio della Banca Mondiale indica come in Italia il total tax rate (inteso come il carico fiscale complessivo sugli utili di impresa comprensivo degli oneri contribuitivi) sia pari al  68.5% contro una media europea del 41%. Abbiamo quindi una base di partenza molto diversa su cui tassare ulteriormente dividendi ed capital gain.

E’ certamente auspicabile una rivisitazione della tassazione delle rendite finanziarie, ma bisogna farlo avendo come obiettivo finale quello di fare crescere le nostre imprese e la nostra Borsa. E’ venuto il momento di premiare chi investe in capitale di rischio, solo così torneremo a crescere.

Twitter @actavecchio

www.tavecchioeassociati.net

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