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Nei giorni scorsi Papa Francesco è ritornato a raccomandare ai fedeli di non cedere mai al «pensiero unico», che vorrebbe impossessarsi delle menti, rovesciare i valori della persona e cancellare persino le parole con le quali viene designato il rapporto dell’uomo con la realtà, la vita, la storia. Tale rischio, talvolta, si annida anche all’interno della Chiesa se, proprio parlando ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il Pontefice ha incoraggiato a fuggire ogni paura per lavorare fattivamente ad un futuro che non sia «nell’omologazione ad un pensiero unico teoricamente neutrale. Abbiamo visto a lungo la storia, la tragedia dei pensieri unici» (Papa Francesco, Per vincere la paura. L’edificazione della pace passa attraverso il riconoscimento del diritto alla libertà religiosa per tutti, in L’Osservatore Romano, 29 novembre 2013, p. 8).

FRANCESCANI CONTRO IL “PENSIERO UNICO”

Chi nella Chiesa di oggi non è sicuramente soggetto al “pensiero unico” è il superiore dei Francescani dell’Immacolata (FFI), l’ex frate minore conventuale padre Stefano Manelli (in foto) che, da quasi un anno ormai, si vede però perpetuare un “congelamento” del suo giovane e dinamico Ordine, a seguito di un contestato provvedimento della Congregazione degli Istituti di Vita consacrata. E’ stato il Decreto dell’11 luglio 2013, infatti, firmato dal prefetto della “Congregazione dei religiosi” card. João Braz de Aviz, che ha “commissariato” l’Istituto dei frati Francescani dell’Immacolata, una comunità riconosciuta di diritto pontificio da San Giovanni Paolo II nel 1998. I frati, che hanno conosciuto negli scorsi anni un crescendo di vocazioni, hanno ricevuto sia durante il pontificato di Wojtyla sia durante quello di Benedetto XVI numerosi incarichi di gestione di parrocchie e santuari in Italia, promuovendo e collaborando ovunque sono stati inviati a tutte quelle attività di contrasto culturale al “pensiero unico” che, piccole e meno piccole associazioni cattoliche, faticosamente cercano di portare avanti, spesso senza il sostegno delle varie chiese locali.

Padre Stefano Manelli con San Giovanni Paolo II

LA METAMORFOSI DI UN ORDINE

Fra queste realtà gli Amici del Timone, un coordinamento nazionale di un centinaio di centri culturali che, legati al mensile di “apologetica cattolica” Il Timone, si occupa appunto di fare “contro-informazione” rispetto al “pensiero unico”. E’ stato recentemente pubblicato dall’agenzia d’informazione “BastaBugie” un articolo che documenta come, in una città difficile come Ferrara, inviati nel 2010 i religiosi di padre Manelli abbiano fin dall’inizio stupito positivamente i “militanti” cattolici più attivi perché, a differenza di quanto non succedeva prima, i Francescani dell’Immacolata «non avevano paura di manifestare pubblicamente il pensiero cattolico su tutti i temi di attualità, un intero ordine che organizzava pullman per la Marcia per la Vita di Roma, un intero ordine che arrivava in massa da tutta l’Italia per assistere ad una pericolosa conferenza di Luca Di Tolve contro l’attivismo gay in cui deve intervenire la polizia oltre ad un cospicuo servizio d’ordine per garantire la parola al coraggioso ex-omosessuale convertito. E, ancora, un mare di incontri come mai si era visto in città, la rivisitazione del Risorgimento, il contro-attacco ai libri di Augias, il no pubblico all’aborto, la dottrina sociale della Chiesa, il martirio dei cristiani nel mondo» (Amici del Timone-Ferrara, La metamorfosi dei frati Francescani dell’Immacolata, in BastaBugie, n. 346 del 13 aprile 2014).

Però, dopo il “commissariamento” dell’Ordine, tutto questo pare sia venuto meno perché, come si spiega: «Questo erano i FFI un anno fa. E adesso… adesso… ecco… si, adesso invece apro il sito Mediatrice.net, dei FFI, e si vede in data 27 Marzo 2014 che il Papa vuole “cambiare il modello di famiglia“. Possibile? Eppure il titolo dice proprio così… “il Papa riconsidera il modello della famiglia“. No, il Papa non vuole cambiare niente, vuole solo riconsiderare il ruolo dell’anziano all’interno della famiglia, ma scritto in questo modo il titolo pare voler far passare una realtà diversa. Ci voleva proprio un titolo così, proprio adesso, ad un passo dalla approvazione della legge sull’omofobia, dai matrimoni gay, dalla teoria gender obbligatoria nelle scuole, ci voleva proprio?» (art. cit.).

Il logo del sito Mediatrice.net (1)

Il fatto è che i frati che editano il sito sono quelli promossi, in quanto “dissidenti” rispetto ai metodi di governo di padre Manelli, dal commissario nominato dalla “Congregazione dei religiosi”, padre Fidenzio Volpi, un altro francescano, della famiglia dei Cappuccini, che dal Decreto dell’11 luglio tiene di fatto “sotto tutela” l’Ordine. Con conseguenze di “normalizzazione” culturale, stando almeno ai contenuti di Mediatrice.net.

LA “NORMALIZZAZIONE” POLITICA

Infatti, sul sito dei “nuovi” Francescani dell’Immacolata, il 3 aprile esce un allarmato articolo intitolato Cosa c’è dietro i separatisti veneti, che spara a zero contro la Lega Nord, la destra veneta, i secessionisti anti-immigrazione come pericolo “numero uno” della nazione.

Non che padre Manelli simpatizzasse con i leghisti ma, fino allora, nelle collaborazioni e pubblicazioni dell’Ordine non mancava il giusto spazio al problema dell’identità dell’Italia cristiana da conservare a fronte della globalizzazione selvaggia e di una immigrazione senza controllo.

Fra l’altro, le notizie degli arresti veneti sono molto vaghe e, di sicuro, si sa che il “carro armato” sequestrato ai secessionisti era piuttosto un trattore con lamiere. «Quindi – commentano gli Amici del Timone-Ferrara – con tutta probabilità qualcosa più simile ad un carro di carnevale che ad un tank. E le armi da fuoco di cui fosse stato anche provvisto non sono state precisate nemmeno quelle, né nel numero né nella qualità. Allora, di fronte alla vaghezza di tale notizia, perché un sito coperto dall’immagine della Madonna e dal nome di un ordine autorevole deve prendere una posizione così netta e paventare il pericolo leghista in periodo elettorale? E’ possibile scendere ad un livello così basso di gossip politico?» (art. cit.).

Se è vero in effetti che ben 24 sono stati gli arresti effettuati dai Carabinieri in varie regioni del Nord, su ordine della magistratura di Brescia, per aver messo in atto «varie iniziative, anche violente», per ottenere l’indipendenza del Veneto, è pure vero che, come scrivono gli stessi giudici, l’episodio contestato ai secessionisti di aver costruito un “carro armato”, è da prendersi del tutto con le molle se, come si legge nella stessa ordinanza di arresto, lo stesso era destinato a «compiere un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco» (cit. Retata di secessionisti veneti: 24 arresti, fra cui tre padovani e Rocchetta, in il Mattino di Padova, 2 aprile 2014).
Cosa ha che fare, in effetti, un sito come Mediatrice.net, che si presenta come «la risposta coraggiosa di giovani missionari francescani alle sfide culturali del Nuovo Millennio» (http://www.mediatrice.net/, sezione Chi siamo), con una problematica che, fra l’altro, domenica prossima, 4 maggio, durante il tradizionale raduno del Carroccio a Pontida, vedrà addirittura l’allestimento di un gazebo «per la raccolta fondi a sostegno degli indipendentisti veneti arrestati il 2 aprile scorso e delle loro famiglie […] vittime della repressione violenta di uno Stato – dice il segretario federale Matteo Salvini – che libera i criminali veri ma non si fa scrupolo a mettere in galera padri e madri di famiglia» (cit. in Veneto: Salvini, a Pontida raccolta fondi per secessionisti in arresto, in Adnkronos, 28 aprile 2014).

MA SONO PROPRIO QUELLI DI PRIMA?

Alla luce di quanto abbiamo descritto finora, verrebbe quindi davvero da chiedersi se, l’Ordine fondato nel periodo più critico del post-Concilio Vaticano II, il 2 agosto 1970, dagli ex francescani minori conventuali Manelli e Gabriele Pellettieri sia davvero lo stesso di un anno fa, cioè di prima del “commissariamento”. Ha ricordato ad esempio Antonio Socci su “Libero” del 5 gennaio 2014 che, «Secondo le statistiche ufficiali dal 1965 (quando finisce il Concilio) al 2005, i membri della Compagnia di Gesù (i gesuiti) sono crollati del 45 per cento, i salesiani del 24 per cento, i Frati minori (francescani) del 41 per cento, i Cappuccini del 29 per cento, i Benedettini del 35 per cento, i Domenicani del 39 per cento». Era proprio il caso di affidare la responsabilità del “commissariamento” proprio ad un rappresentante di un Ordine religioso, come quello Cappuccino che, anche dalla “concorrenza” dei Francescani dell’Immacolata, è in caduta libera di vocazioni? E c’è da aggiungere che, anche l’attuale segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, che ha controfirmato quindi il Decreto dell’11 luglio 2013, cioè monsignor José Rodriguez Carballo, è anch’egli un religioso, dell’Ordine che più sta patendo dal “post-Concilio”, cioè i Minori Conventuali.

Con provvedimento dell’8 dicembre 2013, il commissario p. Volpi, ha ordinato l’immediata chiusura del Seminario teologico dei frati dell’Immacolata, richiedendo che tutti i seminaristi sottoscrivano «personalmente un’accettazione formale del Novus Ordo quale espressione autentica della tradizione liturgica». Ma, in effetti, è stato proprio il richiamo, anche liturgico, alla Tradizione cattolica, in questo caso manifestato dal favor di padre Manelli verso la “Messa antica”, era proprio uno degli elementi alla base della crescita delle vocazioni di un Ordine che ha finora offerto un esempio edificante di vita religiosa vissuta senza compromessi e con spirito di servizio al Papa ed alla Chiesa. In questi anni di crisi generale degli Ordini religiosi, non pochi dei quali vicini all’estinzione per mancanza di vocazioni, i Francescani dell’Immacolata “vecchio stile” non solo erano in continua crescita, ma avevano anche sviluppato attività culturali di prim’ordine, con la casa Editrice Mariana, con la rivista di “apologetica teologica” Fides Catholica, con il di cultura popolare cattolica Settimanale di Padre Pio, con pubbliche conferenze e radiotrasmissioni. Insomma, i Francescani dell’Immacolata erano una vera luce di Fede e di opere, che offriva speranze per il superamento della crisi della vita religiosa da cui la Chiesa, ancora oggi, fatica ad uscire.

UN COMMISSARIAMENTO NON PER PUNIRE MA PER “SUPERARE LE DIFFICOLTA’ 

Se, come è sicuramente nell’intenzione di Papa Francesco, e come hanno confermato il cardinale Braz de Aviz e monsignor Rodriguez Carballo nel corso della recente conferenza stampa di annuncio dell’Anno dedicato alla vita consacrata, il provvedimento disposto dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata è diretto non alla «punizione» ma ad un aiuto per «superare le difficoltà» dei FFI (cit. in Luca Marcolivio, Il futuro dei Legionari di Cristo e dei Francescani dell’Immacolata, in Agenzia Zenit, 31 gennaio 2014), è pure vero che la durata di tale intervento dovrà essere contenuto, anche per non facilitare quello che, più d’uno, ha definito il vero e proprio “assedio” del pensiero unico, anche all’interno della Chiesa…

I Francescani dell’Immacolata e l’assedio del «pensiero unico»

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