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Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Marcello Bussi uscito sul quotidiano Mf/Milano Finanza edito dal gruppo Class Editori.

«L’offerta crea la domanda». Così il presidente francese François Hollande, dopo non aver risposto alla domanda sulle sue vicende sentimentali, ha dato l’addio al socialismo. Abbandonando anche ogni residua velleità di contrapporsi alle politiche di austerità propugnate dalla cancelliera Angela Merkel.

UNA NUOVA ALLEANZA FRANCO-TEDESCA

Anzi, l’asse franco-tedesco viene rilanciato alla grande, come ai tempi di Nicolas Sarkozy. Gli altri partner europei sono solo dei comprimari. Hollande li cita en passant, come un’appendice dell’asse franco-tedesco. Con tanti saluti a chi vagheggia un’alleanza latina tra Francia, Italia e Spagna per contrapporsi alla Germania. Per il capo dell’Eliseo contano solo i rapporti con Berlino: l’obiettivo è la convergenza economica e sociale tra Francia e Germania (non a caso cita con apprezzamento l’ex cancelliere Gerhard Schroeder, che ha riformato il mercato del lavoro), pertanto bisogna armonizzare le norme fiscali tra i due Paesi, in particolare per le imprese, e creare una grande impresa industriale con la Germania nel settore della «transizione energetica», ovvero le energie rinnovabili, sul modello di Airbus. Come se non bastasse, Hollande vuole costituire «una coppia franco-tedesca» per la difesa. Idea non nuova, che finora non è mai decollata. A Berlino saranno soddisfatti. Hollande era stato eletto attaccando la subordinazione di Sarkozy alla Merkel e chiedendo un patto per la crescita economica in Europa.
Ora si comporta come il suo predecessore.

LA CONFERENZA STAMPA

Hollande ha centrato il lungo discorso (38 minuti) che ha preceduto la conferenza stampa sul «Patto di responsabilità», da lui definito «un grande compromesso sociale» per aumentare la competitività delle imprese e che verrà lanciato ufficialmente il 21 gennaio. Ma ieri ha anticipato che tra le misure prese nell’ambito del patto ci sarà la fine dei contributi del datore di lavoro agli assegni familiari. Una richiesta fatta da tempo dalle associazioni degli imprenditori e che farà risparmiare alle imprese il 5,25% del costo del lavoro, una somma pari a 35 miliardi di euro all’anno. Ovviamente ci sarà anche una «semplificazione delle regole». L’altro impegno preso da Hollande è quello di tagliare la spesa pubblica, in quanto si tratta di «un passaggio obbligatorio per ridurre il deficit» di bilancio ed è «il presupposto per eventuali riduzioni fiscali». Pertanto entro il 2017 bisognerà tagliare 50 miliardi di euro di spese. «Ritengo che sia possibile fare economie mantenendo il nostro modello sociale, altri Paesi l’hanno fatto», ha assicurato Hollande, citando a esempio i Paesi scandinavi. Secondo l’inquilino dell’Eliseo è «arrivato il momento di risolvere il più grande problema della Francia: la competitività. Dobbiamo produrre di più e meglio», ha sottolineato, stimando una crescita del pil dell’1% quest’anno. «La Francia deve riscoprire la sua forza economica».

Secondo gli economisti di Societé Générale, il fatto che Hollande abbia posto come priorità la competitività aiuterà la borsa di Parigi a raggiungere quota 5.100 entro la fine dell’anno. Da segnalare che intanto ieri sulla borsa di Parigi l’indice Cac-40 ha chiuso le contrattazioni in rialzo dello 0,3% a 4.274 punti.

Perché Hollande ora vuole sedurre la Merkel

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