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Parla a braccio, mano in tasca e giacca sbottonata, si rivolge con ironia a chi lo interrompe, marca la distanza tra lui e l’aula in cui si trova, tra lui e la politica romana. Ecco il debutto del “Matteo Renzi show” al Senato. Nelle vesti di presidente del Consiglio che chiede la fiducia, il rottamatore non perde la sua naturale verve, al limite della sbruffoneria.

(MATTEO RENZI SHOW IN PARLAMENTO. LE FOTO DI PIZZI)

LA SFIDA AL M5S

Soprattutto nei confronti del M5S. Non ci sta il nuovo premier a farsi zittire dai grillini e risponde loro a tono: “Vorrei fare un invito ai senatori del mio partito: ricordiamo che svolgiamo una funzione sociale… non è facile stare in partito in cui un capo dice ‘io non sono democratico’. Quindi vogliamogli bene”.

E ancora lancia la sfida ai brusii in aula che hanno accompagnato alcuni passaggi del suo intervento: “Dicevano che qui al Senato non vi divertivate ma vi vedo sereni e vi garantisco che vi divertirete sempre di più….”.

(MATTEO RENZI SHOW IN PARLAMENTO. LE FOTO DI PIZZI)

LA SFIDA AL SENATO

Il paradosso sta proprio qui e “Matteo” lo dice subito: “Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio a chiedere a quest’aula la fiducia”. Così, nonostante esordisca dicendo che “entriamo in punta di piedi”, l’idea è piuttosto quella di entrare con un caterpillar e rottamarli gli “egregi senatori” a cui si rivolge.

E il Senato infatti gli risponde freddino, riservandogli solo dopo nove minuti il primo applauso.

RENZI SINDACO

Per tutto il suo intervento, il segretario Pd tiene a precisare che lui con quell’aula non c’entra niente, lui parla “da sindaco”, cita le sue esperienze a Firenze, parla della “gente”: delle persone che al mattino accompagnano i figli a scuola e non vogliono sentir parlare di rinvii, della signora che a messa gli dice “se fai tu il premier, lo possono fare tutti”, dei ragazzi che vedrà ogni mercoledì nelle sue visite a scuola, le stesse che faceva da primo cittadino di Firenze.

(MATTEO RENZI SHOW IN PARLAMENTO. LE FOTO DI PIZZI)

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Eppure, anche se non vuole, è a Palazzo che si trova, più precisamente a Palazzo Madama. E sono i senatori, non gli elettori a cui sembra indirizzato il suo discorso, che dovranno votarlo sui contenuti del suo programma. Quali? Sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione con l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti; la costituzione di un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito e la riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale. E ancora riforma della Giustizia, della legge elettorale, del Senato e l’abolizione delle province. Un programma ambizioso il cui pacchetto principale (riforma elettorale, lavoro, fisco e PA) è da realizzare entro luglio, anche se non viene precisato come.

Ma non è questo l’importante. Per “Matteo” è la visione ciò che conta: “Abbiamo la necessità di recuperare il coraggio, il gusto e, per qualche aspetto, anche il piacere di provare a fare dei sogni più grandi rispetto a quelli che abbiamo svolto sino ad oggi e contemporaneamente accompagnarli da una concretezza puntuale, precisa”.

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(MATTEO RENZI SHOW IN PARLAMENTO. LE FOTO DI PIZZI)

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Il paradosso di Renzi in Senato

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