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Sophie Hatt, commissario di polizia quarantasettenne chiamato da François Hollande a dirigere il blasonato GSPR (Groupe de Sécurité de la Présidence de la République) – prima volta per una donna nella storia della V Repubblica – potrebbe essere una delle vittime dell’affaire che da qualche giorno sta facendo parlare l’intera Francia e parte del mondo.

Lo scrivono quei quotidiani d’Oltralpe che, dopo la scelta presidenziale di chiamare Hatt a sostituire Michel Besnard, vicino a Sarkozy, avevano suonato tamburi e tromboni plaudendo alla lieta novità, ricordando i meriti acquisiti dalla signora nel febbraio 2000, durante la problematica visita del suo pigmalione Lionel Jospin in Cisgiordania.

A Parigi sono in subbuglio quasi tutti i cosiddetti “uffici delicati”, dal Dcri, l’intellegence interna guidata da Patrick Calvar, alla gendarmeria, con l’opinione pubblica convinta che se le scappatelle di Hollande erano sulla bocca di giornalisti, attori e, persino, frequentatori di circoli poco raccomandabili, il mastodontico, e di solito efficiente, apparato della sicurezza nazionale “non potesse non sapere”.

E allora, perché nessuno ha avvisato Hollande che frequentare il centralissimo pied-à-terre al numero 20 di Rue de Cirque rappresentava un problema per la sua persona e quindi, indirettamente, per le istituzioni che dovrebbero essere tenute lontane da scandali e sospetti?

Le tesi sono varie. Alcuni osservatori dei meccanismi del potere transalpino osservano che Sophie Hatt non avrebbe avuto la forza per impedire ad Hollande le appassionate incursioni nell’appartamento-alcova a disposizione dell’amante Julie Gayet (e in cui sarebbero stati rinvenuti, anni fa, biglietti da visita della spia preferita da Nicolas Sarkozy, quel Bernard Squarcini, corso di ferro, che fa capolino in ogni storia grigia che s’aggiri per la Francia).

Nei salotti più maliziosi di Parigi si arriva ad ipotizzare che la casa “incriminata” sia stata se non proprio nel possesso dell intelligence, quantomeno molto controllata dagli 007, anche per l’incredibile affacciarsi d’inquilini e ospiti illustri che l’hanno da sempre animata, da Jacques Chirac ad uomini d’affari in cerca d’avventure galanti d’alto bordo.

Misteri che rimarranno probabilmente senza risposta, vista la posta in gioco, e che avrebbero estasiato la penna di Honoré de BalzacResta il fatto che per Hollande, alle prese con le giornate più difficili dall’elezione a capo dello Stato, ça passe ou ça casse, come scrive le Figaro, mentre Manuel Valls, ministro dell’Interno e fin d’ora candidato alla successione del tremebondo presidente socialista, studia il modo migliore per gestire la situazione senza, a propria volta, scottarsi.

L’immagine dell’attuale titolare di Place Beavou non può essere scalfita dal sospetto di aver tramato contro il compagno di partito, reso incauto dalla passione per le belle donne.

Sophie Hatt

Francia, intelligence in subbuglio per il caso Hollande

Sophie Hatt, commissario di polizia quarantasettenne chiamato da François Hollande a dirigere il blasonato GSPR (Groupe de Sécurité de la Présidence de la République) - prima volta per una donna nella storia della V Repubblica - potrebbe essere una delle vittime dell’affaire che da qualche giorno sta facendo parlare l’intera Francia e parte del mondo. Lo scrivono quei quotidiani d'Oltralpe…

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