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L'avanzata russa nel Mar Rosso

Di Marco Cochi

L’area dell’Africa orientale è altamente strategica e si trova oggi al centro di una competizione per definire i processi di influenza e di reciproco contenimento nella regione. Tra i singoli player coinvolti uno dei più importanti è la Russia, la cui penetrazione nel continente è principalmente guidata dall’export militare. La riflessione di Marco Cochi, analista di Nigrizia e Africa research development forum

Il futuro della cosmetica parte da Milano

Di Alessia Cappello e Renato Ancorotti

Tutti i promotori della Milano Beauty Week, i soggetti istituzionali coinvolti e gli attori del settore cosmetico nazionale con questa prima settimana dedicata al beauty si pongono l’obiettivo di illustrare tutte le nuove sfaccettature del mondo della cosmesi. Il punto di Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, e Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia

Nuovi spazi per il gruppo Wagner

Di Giovanni Savino e Maria Amoroso

Parigi, data la sua uscita di scena dal Mali, ha denunciato a più riprese la crescente influenza militare di Mosca in Africa. Il continente può essere un nuovo scenario per la Russia, condizionata dalle sanzioni adottate dai Paesi occidentali nelle ultime settimane? L’analisi di Giovanni Savino, storico, e Maria Amoroso, professoressa dell’Accademia presidenziale russa

port sudan

Le aspirazioni di Mosca tra commercio e basi militari

Disporre di un punto di appoggio nella parte orientale del continente africano è per la Russia una possibilità per stabilire legami commerciali e di cooperazione militare con i Paesi dell’area. La notizia di questi ultimi anni è il tentativo russo di acquisizione di Port Sudan. Le ragioni strategiche delle mosse russe nell’analisi dell’ammiraglio Sanfelice di Monteforte

Vi racconto il far west delle valute digitali

Di Marco Fazzini

Regolamentare le valute digitali è un passaggio essenziale, ma con gli attuali scenari non è sufficiente: i governi devono scendere in campo e digitalizzare la propria valuta. L’analisi di Marco Fazzini, professore di Economia aziendale presso l’Università Europea di Roma

L'Africa resti una priorità per l'Europa

Di Dario Cristiani

Nonostante la Cina abbia parzialmente ridotto la propria esposizione economica in Africa, il continente resta uno degli ambiti prioritari della diplomazia di Pechino e luogo in cui rafforzarsi per competere globalmente con gli americani. L’Europa dovrebbe essere più attiva, economicamente e militarmente, per controbilanciare tale presenza. L’analisi di Dario Cristiani, resident senior fellow del German Marshall Fund e senior fellow dell’Istituto Affari Internazionali, Iai

Una Pa interconnessa è possibile

Di Paolo Ghezzi

Il paradigma del cloud rappresenta un passo verso una Pa digitale più matura e sicura ma oggi è necessaria una visione pragmatica per dare risposte alle esigenze delle imprese. Per questo, il sistema camerale italiano ha sviluppato un progetto innovativo in linea con lo sviluppo della Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd) per costruire un sostrato di intelligenza digitale comune tra imprese e Stato. Il punto di Paolo Ghezzi, direttore generale di InfoCamere

Nuovo (dis)ordine mondiale. Chi avrà la meglio?

Di Vittoria Valentini e Maria Paola Frajese

La rivista Formiche interroga i maggiori esperti italiani e internazionali (Stefano Stefanini, Paolo Alli, Ian Bremmer, Patrizia Toia, Jean-Paul Fitoussi, Ana Palacio) sugli esiti di questo risiko

L'inflazione e i costi della società irrazionale. Scrive De Rita

Ci sono dei fattori di freno che congiurano contro la ripresa economica. Per questo è importante affidarsi ad attori di politica monetaria che sappiano fare il loro mestiere. Sembra ancora possibile fare inflazione per incoraggiare la ripartenza, verrà poi il tempo di cambiare strategia. Il commento di Giuseppe De Rita, presidente Censis, pubblicato sulla rivista Formiche di gennaio

L'inflazione non sempre è nemica della crescita

In Europa l’inflazione è decisamente più bassa che negli Usa. E lo è perché si percepiscono come inferiori i vantaggi di queste manovre in deficit. Si dirà, è giusto, noi non abbiamo avuto Trump. Falso, noi abbiamo ancora la minaccia sovranista e l’unico modo per cancellarla è investire ancora in deficit. Il commento di Gustavo Piga, professore di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata

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