Le instabilità geopolitiche fanno crescere ancora il mercato globale della difesa, ma i cambiamenti dell’ultimo periodo stanno ridisegnando in molti settori le mappe dell’import-export militare. Per il proprio riarmo, spinto anche dalla nuova linea dura di Trump, l’Europa si affida ancora al settore Usa, ma crescono le preoccupazioni sui possibili risvolti delle decisioni Usa di tagliare gli aiuti al Kiev. Intanto, la Russia vede crollare le proprie vendite di armamenti mentre l’Italia si posiziona al sesto posto tra gli esportatori mondiali, puntando soprattutto sul Medio Oriente
Difesa
Un po' drone, un po' missile da crociera. Cos'è Cmmt, il nuovo progetto di Lockheed Martin
L’azienda della difesa Usa ha presentato il suo nuovo velivolo multi-missione a basso costo. Basato su un vecchio progetto, può essere lanciato da aerei, elicotteri e sistemi terrestri, offrendo una soluzione modulare ed economica
Potere aereo di quinta generazione. Con gli F-35 l’Italia guida l’Europa
L’Italia si prepara a rafforzare la propria flotta di F-35 con 25 nuovi velivoli, portando il totale a 115 unità. Un investimento da sette miliardi che non solo modernizza le capacità operative di Aeronautica e Marina, ma consolida anche il ruolo strategico del Paese nel rapporto transatlantico
Coinvolgere la finanza privata nel riarmo europeo. La proposta francese
L’apertura del governo francese ad una ipotesi privata di finanziamenti per la Difesa è una idea utile, certamente da valutare, anche in previsione di una sua estensione all’estero, in Paesi dove il dibattito si sta svolgendo attorno alle risorse statali da impiegare per il riarmo, come in Italia. L’analisi di Filippo Del Monte
Europa in riarmo. La corsa verso una maggiore autonomia letta da Vicenzino
Davanti all’allontanamento della protezione statunitense, si delinea un crescente consenso per un aumento della spesa in difesa. Ma le sfide non mancano: allocazione dei fondi, differenti posizioni dei Paesi e necessità di una leadership collettiva. L’analisi di Marco Vicenzino
Quale ReArm Europe? Limiti e opportunità del piano von der Leyen secondo Braghini
Con il piano ReArm, Bruxelles propone incentivi sotto forma di prestiti, ma senza fondi diretti o sovvenzioni, suscitando interrogativi sull’efficacia dello schema. La sfida di von der Leyen è ottenere il consenso dei governi senza alimentare divisioni tra i Paesi membri, garantendo nel contempo una strategia di difesa realmente integrata
La Marina Militare torna a guardare al nucleare. L'analisi dell'amm. Caffio
La Marina Militare guarda alla propulsione nucleare per estendere la sua presenza globale. Un passo avanti che potrebbe segnare il ritorno dell’Italia tra le potenze navali di primo livello. L’analisi dell’ammiraglio Fabio Caffio
Il martello di Mosca. Così si è evoluta l'artiglieria russa nell'ultimo secolo
Nella guerra moderna, l’artiglieria è stata storicamente al centro dell’approccio militare russo. Il report del think tank britannico evidenzia come, dalla Prima Guerra Mondiale all’Ucraina, Mosca ha affinato il suo utilizzo come arma di distruzione e pressione politica
ReArm, perché la proposta di von der Leyen ha una sua innegabile ragione. Scrive Polillo
All’esercito europeo, semmai si farà, si potrà arrivare solo alla fine di un lungo processo. Nel frattempo sarà necessario abbattere il più possibile quelle paratie stagne che caratterizzano l’attuale struttura organizzativa degli eserciti nazionali in campo. Cominciare a unificare la logistica, a partire dai sistemi di armamento, e prevedere esercitazioni congiunte. Senza voler sottovalutare le difficoltà
L’Europa deve difendere i valori occidentali anche da sola. Il monito di Manciulli
“L’Europa ha tutto l’interesse a non indebolire mai il rapporto transatlantico. Che non è l’amicizia tra questo o quel leader europeo con il presidente Trump, ma è una comunità di valori. È l’idea che la democrazia e le libertà individuali sono valori fondanti della società. E sono valori che dobbiamo difendere in Europa, anche fossimo soli. Lo voglio dire con chiarezza alla sinistra, che a volte sembra scordarselo”. Intervista ad Andrea Manciulli, direttore delle Relazioni istituzionali della fondazione MedOr