La Federal Communications Commission americana è pronta a vietare la tecnologia cinese nelle reti di cavi sottomarini che collegano gli Stati Uniti al mondo. Una mossa che mira a proteggere le infrastrutture digitali da minacce cibernetiche e accessi non autorizzati, in pieno clima di competizione tecnologica con Pechino
Esteri
Africa, ma non solo. Cosa prevede la seconda relazione sul Piano Mattei
Con l’inserimento di cinque nuovi Paesi e l’impegno a convertire 235 milioni di euro di debiti in progetti di sviluppo, il Piano Mattei rafforza la sua dimensione internazionale. Tra gli assi portanti: il Corridoio di Lobito, le iniziative energetiche in Nord Africa e Kenya, e una forte attenzione alla formazione professionale e alla cooperazione universitaria
Spionaggio 2.0, il grande gioco punta a modernizzarsi. Ecco come
Nell’era dell’innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo tornano ad essere perni dell’attività di Intelligence. Oltre alla cifra umana, nuove tecnologie, sistemi dual use e AI divengono strumenti indispensabili per la buona riuscita di una attività di intelligence. Ecco come si muove l’innovazione nel mondo dello spionaggio
Perché Israele attacca al Sharaa? I drusi e altri interessi dietro i raid a Damasco
Israele ha colpito con attacchi aerei il centro di Damasco, segnando un’escalation nel confronto con la nuova leadership siriana guidata da Ahmed al Sharaa. L’azione si inserisce in un contesto di tensioni intercomunitarie e strategiche nel sud della Siria, dove Tel Aviv sostiene di difendere la minoranza drusa
Non solo migranti, guerra ibrida e terrorismo dietro il caos libico
Il ruolo della Russia in Libia continua ad espandersi, anche grazie a vere e proprie reti di contrabbando con cui Mosca aggira le sanzioni e trasforma l’immigrazione in un’arma di guerra ibrida. Il Cremlino, forte del link con la Cirenaica, può aprire o chiudere il rubinetto dei flussi migratori tramite Haftar
Ucraina, Gaza e Libia. Il triplo fronte di Tajani a Washington
Con Boulos Tajani ha affrontato il tema libico, tornato prepotentemente in cima alle preoccupazioni europee sia per l’aumento dei flussi migratori, sia per l’intenzione russa di dotarsi di un porto (verosimilmente a Tobruk) dopo lo sloggio dalla Siria. Elemento che impatta principalmente sui Paesi del blocco Nato e che non può essere sottovalutato…
Casa Bianca e Cremlino non sono disposti a fare passi indietro sull'Ucraina. Il testa a testa
In pubblico Trump annuncia invio di armi all’Ucraina tramite Paesi europei e minaccia dazi del 100% a chi commercia con la Russia. In privato, chiede a Zelensky se Kyiv può colpire Mosca e San Pietroburgo. Ma Putin non sembra intenzionato a cedere alle pressioni
Blue Economy, Confindustria racconta un mare di business
Il 15 luglio 2025, a Roma, è stato presentato ufficialmente il documento strategico di Confindustria “Economia del Mare. Azioni strategiche per la competitività del Paese”, a cura di Mario Zanetti, delegato del presidente per l’Economia del Mare. L’evento ha segnato un passaggio decisivo nel riconoscimento del comparto marittimo come pilastro dello sviluppo economico nazionale e della proiezione italiana nel Mediterraneo
Dalla difesa ai dazi, come cambia l'Occidente. La lettura di Massolo
Dalla partita commerciale fino alla tenuta dell’impegno verso l’Ucraina, l’Europa è chiamata a compiere scelte strategiche non più rimandabili. Le spese militari? Mosca o non Mosca, premunirsi è ineludibile. Non è solo deterrenza. Per difendersi e contare, l’Europa deve profilarsi nel Mediterraneo, in Africa e nei Balcani per arginare espansionismi ostili ed evitare destabilizzazioni pericolose. Un riarmo di necessità. Intervista a Giampiero Massolo, ambasciatore e senior advisor dell’Ispi
Non solo Gergiev. Russia e Cina giocano sulle influenze in Italia
Il combinato disposto di due operazioni – l’arrivo a Caserta di un artista profondamente legato al regime russo e la presenza di attori cinesi in ambiti strategici siciliani – conferma che l’Italia è esposta a tentativi di penetrazione da parte di attori rivali. Pugliese spiega come figure come quella di Valery Gergiev siano usate per normalizzare la guerra, ripulire l’immagine del regime, camuffate da portatori di diplomazia culturale