Prigozhin ha annunciato che le sue truppe si ritireranno da Mosca e torneranno ai posti di combattimento. La decisone sarebbe avvenuta attraverso una mediazione condotta dall’autarca bielorusso, Alexander Lukashenko
Esteri
Russia. La Cina glissa, la Turchia ci prova (con la mediazione), l’Iran amichevole
La Cina racconta la situazione in Russia attraverso la narrazione governativa. Pechino non si sbilancia, non ha interesse a farlo né dal punto di vista del rapporto con Mosca, né secondo gli interessi interni (stando al principio della non interferenza). Ma manda segnali chiari contro l’alterazione dello status quo
Fatti, conseguenze geopolitiche, strategiche e tattiche della controffensiva ucraina
Non si possono fare ancora previsioni attendibili sull’esito della controffensiva ucraina. Sicuramente il caos e la perdita di prestigio subiti da Putin e dal Cremlino a seguito della rivolta del Gruppo Wagner, la favoriranno non solo politicamente, ma anche militarmente… L’analisi del generale Carlo Jean
Quale contesto dietro alla ribellione di Prigozhin? Il commento del prof. Savino
Secondo l’accademico italiano, la ribellione portata avanti da Prigozhin è solo l’ultimo tassello di un più ampio processo di crisi interno alla Federazione Russa. Con delle conseguenze difficili da prevedere, sia sul lato della guerra in Ucraina che su quello del futuro di Mosca
Prigozhin e i suoi mercenari. Storia di un potere fuorilegge
L’espansione del Wagner Group, gli attori protagonisti del tentativo di golpe in Russia, nel continente africano prosegue anche se, da marzo 2018, la Russia ha messo fuori legge il mercenariato, ai sensi dell’articolo 359 del Codice penale. Oltre a evitare le perdite militari, questi appaltatori privati forniscono al Cremlino la possibilità di negare qualunque coinvolgimento delle forze regolari russe nella violazione dei diritti umani. L’analisi di Federica Saini Fasanotti, senior associate presso l’Ispi
Così la Wagner sfrutta la zona grigia. L’analisi di Bertolotti e Bressan
La Wagner, il gruppo paramilitare protagonista di un golpe in Russia in queste ore, ha dispiegato migliaia di effettivi nei Paesi africani e mediorientali. L’obiettivo del gruppo in Africa è stato sostenere gli interessi della Russia in un contesto di competizione per le risorse di cui il continente è ricco. In Ucraina è associato alla necessità di limitare le perdite tra le truppe delle forze armate. L’analisi di Claudio Bertolotti direttore di Start Insight e Matteo Bressan docente di Studi strategici presso la Sioi, analista Nato Defense College Foundation
Putin ha deciso: schiaccerà Prigozhin. La previsione di Alperovitch
Putin ha messo il mirino in testa a Prigozhin. Se sopravviverà al fine settimana, qualcosa di particolare potrebbe succedere, ma secondo Alperovitch, esperto di politica internazionale e presidente del Silverado Policy Accelerator, le sue chance sono poche
Perché Eni-Neptune è un affare anche geopolitico
L’acquisizione di Eni della società di private equity permette alla major italiana di rafforzare riserve e migliorare le metriche di CO2. E contemporaneamente estromette un fondo sovrano cinese da una quota di controllo in un settore sensibile e strategico
Da Marx a Putin, con una Nato più forte. Il dibattito sulle "Brigate Russe"
Il dibattito si accende alla presentazione della nuova edizione di ‘Brigate Russe’, libro di Marta Ottaviani. Dall’abbaglio occidentale sulla capacità della Russia (e della Cina) di avvicinarsi alle liberaldemocrazie, al ruolo dell'”information warfare” scatenata da Mosca. Passando per qualche spunto positivo. Gli interventi di Cicchitto, Argentieri, Casini e Margelletti
Riportare nelle istituzioni kosovare la minoranza serbofona. La chiave di Politi
“Borrell dice che le elezioni sono il cuore di questa crisi, ma in realtà l’essenziale della crisi è altrove: ovvero che i serbi spingano i serbofoni kosovari a tornare indietro nelle istituzioni kosovare. Questo il nocciolo del problema che non ha mai una sola metà. È scesa drasticamente l’attenzione politica, nonostante le ricorrenti crisi”. Intervista ad Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation