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Tap, la vittoria del buonsenso. Il commento di Arditti

La guerra a Tap è stata un caso da manuale di come l’ideologia possa offuscare il buonsenso. In un mondo in cui l’energia è una questione di sopravvivenza geopolitica, dire “no” a un’infrastruttura strategica, senza proporre alternative credibili, è un lusso che non possiamo permetterci. Il commento di Roberto Arditti

Cosa può insegnare all'Europa l'accordo Cina-Usa sui dazi. Parla Sapelli

Trump sa benissimo che rompere ogni legame economico con un mastodonte – anche demografico – come il Dragone sarebbe un errore gravissimo. L’accordo sui dazi segna l’inizio della normalizzazione della nuova amministrazione statunitense. Ora bisogna lavorare a rafforzare il legame con l’Europa, grazie al contributo italiano. L’approccio di Meloni verso gli Usa? Convinta atlantista, nel nome di De Gasperi. Colloquio con l’economista Giulio Sapelli

Le guerre pervadono un mondo preso dalla paura. La riflessione di Malgieri

Dalla Palestina all’Ucraina, fino ai conflitti dimenticati in Africa e Sud America, il mondo è attraversato da tensioni profonde. Nella sua riflessione, Malgieri invita a interrogarsi sul senso della pace e sul ruolo delle istituzioni e delle coscienze nel ricostruirla

Sull'ex Ilva si misura chi siamo e dove vogliamo andare. Il commento di Arditti

Il grido d’allarme lanciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sulla crisi dell’ex-Ilva di Taranto, ci mette di fronte a una realtà drammatica: la produzione è crollata, l’impianto è in ginocchio e il futuro dell’acciaio italiano è appeso a un filo. L’Italia non può permettersi di perdere l’ex-Ilva. Non è solo acciaio, è identità, lavoro, futuro. Urso ha suonato la campana, però è tutto il sistema istituzionale italiano che deve rispondere. Non c’è tempo da perdere: o si agisce subito, o Taranto diventerà un’altra Bagnoli. E con lei, un pezzo d’Italia

Meloni-Mitsotakis, intesa a tutto tondo. Accordi e strategie

Il vertice intergovernativo fra Italia e Grecia conferma la postura di Italia globale perseguita da Giorgia Meloni e allarga il cono di interesse che il governo di Roma sta distendendo progressivamente in un Mediterraneo tornato geopoliticamente centrale

Phisikk du role- Perché è ora di dedicare una giornata alle donne non madri

Tra il giorno dedicato alla festa della donna e quello dedicato alla mamma, sento che manca un pezzo importante. Quello della donna che non ha figli. Si dia un’abbraccio a queste signore che, per sorte, per scelta, dovranno sempre pescare la gioia dentro di loro, senza poter far conto su quella rosa che verrà da chi pronuncia la dolce parola “mamma”. Ovviamente la cosa vale anche per la festa del papà per chi papà non è. La rubrica di Pino Pisicchio

Perché Roma può tornare il centro del mondo (non solo spirituale). Scrive Zennaro

Di Antonio Zennaro

L’Italia e il Vaticano, separati da un confine simbolico ma uniti da una stessa geografia, tornano oggi al centro del gioco globale. L’analisi di Antonio Zennaro, già membro del Copasir e della commissione Finanze della Camera dei deputati

Il coraggio di decidere. La sicurezza europea tra sondaggi e politica

Di Roberto Toncig

La politica europea è sempre più dominata da sondaggi e percezioni invece che da analisi e decisioni strategiche. Difesa, sicurezza, relazioni internazionali: affrontare la realtà richiede coraggio e visione. Ma la leadership è davvero pronta a scegliere?

Perché Leone XIV può ricucire i rapporti fra Usa e Vaticano. L'analisi di Faggioli 

Con il nuovo papato si apre una stagione del tutto nuova per la Chiesa. Dal primo discorso emergono elementi di continuità con il predecessore, ma anche di discontinuità. Il fatto che sia americano rappresenta una svolta importante, probabilmente anche una risposta all’attuale corso della politica statunitense. Leone XIV lavorerà per ricucire i rapporti fra Usa e Vaticano. Colloquio con Massimo Faggioli, docente di Teologia e Studi religiosi alla Villanova University in Pennsylvania

Il referendum? Solo politico. L'opinione di Merlo

Al di là della specificità che ha caratterizzato ogni singolo referendum dall’inizio degli anni ‘70 in poi – diversi l’uno dall’altro perché rispondevano a logiche politiche e culturali molto diverse tra di loro – è indubbio che i quesiti che si votano il prossimo 8/9 giugno hanno un percorso del tutto originale. L’opinione di Giorgio Merlo

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