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Così l'Italia si fa strada nelle politiche africane. Meloni in Angola

Giorgia Meloni, presente al vertice in Angola dopo essere stata al G20 in Sudafrica, punta su Piano Mattei, Lobito e Blue Raman anche all’interno di un più ampio ragionamento sulle catene del valore e quindi sulla possibilità di programmare una nuova stagione di relazioni con l’Africa

Ue e Africa, si ricomincia. Terre rare, difesa e business (ma attenzione alla Cina)

Molti i progetti che necessitano del Mediterraneo (e quindi dell’Italia) per collegare Africa ed Europa, rendendo il mare nostrum ancora più strategico rispetto ad un oggi già gravido di centralità

Africa, energia e Ucraina. Il pragmatismo di Meloni al G20

L’intervento della presidente del Consiglio nella seconda sessione sul clima è stato caratterizzato da una traccia specifica: l’obiettivo non deve essere quello di creare dipendenza ma di sostenere l’autosufficienza, “perché crediamo nella dignità delle persone, crediamo nella libertà delle Nazioni e crediamo nella forza delle partnership autentiche”. Punto di partenza è la consapevolezza che nessuno può affrontare da solo sfide globali come il cambiamento climatico e la vulnerabilità dei sistemi alimentari

Dal G20 all'Angola. Di cosa si parlerà al vertice Unione europea-Unione africana

Dopo il G20 in Sudafrica, in Angola lunedì e martedì si terrà il vertice Unione europea-Unione africana a Luanda, occasione storica di dibattito tra il due soggetti dialoganti che possono contare su un elemento di fluidità progettuale come il Piano Mattei. L’Italia in questo senso offre uno strumento che si intreccia anche con il Global gateway, contribuendo a rafforzare un nuovo modello di relazioni bilaterali Ue-Africa

Ucraina e Piano Mattei per l'Africa. La prima giornata di Meloni al G20

Il vertice di Johannesburg ha visto Meloni impegnata su due fronti. L’analisi con i leader europei sul piano Witkoff nella dichiarazione dei volenterosi, preoccupati per le limitazioni proposte alle forze armate ucraine; e poi la posizione del governo di Roma sulle aspirazioni e sul ruolo del Piano Mattei, che si ritrova nel cosiddetto “spirito di Ubuntu”

Meloni-Merz, intesa sull'Ucraina. Il piano sia nell’interesse dell’intera Europa

Da un lato Zelensky non ha respinto categoricamente il piano, dall’altro l’Europa, che non vorrebbe solo prendere atto di una serie di punti siglati (o meno) dalle parti in causa, anche perché ci sono in ballo l’ingresso di Kyiv nell’Ue, la nuova infrastrutturazione di difesa della cintura orientale della Nato e dell’Ue, la questione degli asset russi, il dossier energetico. Tutti temi che non possono esulare da un coinvolgimento di Bruxelles. In questo senso si inserisce la dialettica, analitica e pragmatica, che Roma e Berlino stanno ponendo in essere

G20, la prima volta del Sudafrica. Chi c'è e chi manca

Tra i punti più significativi della presenza italiana c’è il Piano Mattei, a pochi giorni dal vertice Ue-Africa in programma in Angola e dopo che nel Parlamento europeo una settimana fa è stato nuovamente messo in risalto il suo legame con le iniziative strategiche di Bruxelles. Poi lo sforzo sulla lotta alla fame, in linea con il lavoro fatto durante il G7 di Borgo Egnazia

Così l'Italia lavora per la riunificazione balcanica. Parla l'amb. Alberti

Conversazione con l’ambasciatore italiano a Tirana: “L’Italia, a differenza di altri, è sempre stata un alleato chiave dell’Albania per l’adesione alla Ue. Nei rapporti fra Paesi l’amicizia aiuta, ma non basta. Serve strategia e la strategia implica scelte. Il Corridoio VIII? È tempo di dar forma a quella visione con dei progetti, soprattutto infrastrutturali”

Perché (anche) l'Fmi scommette sulla nuova Siria

Una Siria dotata della necessaria infrastruttura amministrativa, economica, finanziaria e geopolitica è una buona notizia anche per l’Europa e il Mediterraneo, dal momento che lì si può riverberare quel nuovo ordine di pace avviato a Gaza e proseguito nel solco degli accordi di Abramo. Giorgia Meloni nel suo recente incontro con al-Sharaa ha ribadito il sostegno di Roma alla ricostruzione di una Siria stabile e sovrana, anche attraverso investimenti da parte delle aziende italiane in settori di reciproco interesse

Energia e riunificazione balcanica. Di cosa parleranno Meloni e Plenkovic

La Croazia ha mostrato una positiva reattività dopo l’invasione russa dell’Ucraina, quando la crisi energetica ha scombussolato i piani europei. Zagabria ha iniziato a costruire parchi eolici, toccando quota 380 e al contempo ha deciso di aumentare la produttività del rigassificatore a Veglia per vendere gas anche a Slovenia e Austria. Inoltre la sua stabilità filoeuropea rappresenta un elemento di indubbio vantaggio per le politiche Ue, settore in cui l’Italia è pivot nell’intero costone balcanico

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